Martedì 16 Aprile 2024

Reddito di cittadinanza, Finlandia ammette flop. "Nessun effetto, stop esperimento"

Il governo di Helsinki dopo due anni ferma l'erogazione di 560 euro per i disoccupati. Il report: "I beneficiari hanno lavorato mezza giornata in più di chi non riceveva i soldi, nessun effetto sull'occupazione". L'unico beneficio sulla percezione dello stato di salute

La card per il reddito di cittadinanza (Ansa)

La card per il reddito di cittadinanza (Ansa)

Roma, 8 febbraio 2019 - Il test in Finlandia del reddito di cittadinanza, un assegno mensile da 560 euro ai disoccupati, non ha avuto effetti sull'occupazione. E' quello che fa sapere Kela, l'agenzia governativa di Helsinki che si occupa dei programmi di sicurezza sociale nazionale e che ha erogato il sussidio per i due anni in cui è durato. Nel report si legge: “I beneficiari del reddito di base hanno lavorato in media mezza giornata in più di chi non l’ha ricevuto, per un totale di 49,64 giorni degli uni e i 49,25 degli altri”.

Il maxi piano, lanciato il primo gennaio 2017, è terminato alla fine dello scorso anno. Circa 2mila disoccupati finlandesi, tra i 25 e i 58 anni, hanno ricevuto un assegno extra “indipendentemente dall’essere attivi nella ricerca del lavoro oppure no”, scrive Kela. L’esperimento, voluto dal governo di centrodestra, intendeva “studiare il modo in cui rimodellare il sistema di previdenza sociale per adattarsi meglio ai cambiamenti del mondo del lavoro”. Il punto cardine del progetto di reddito di base finlandese consisteva nella garanzia di mantenere l'assegno anche nel caso di assunzione: quei 560 euro garantiti dallo Stato sarebbero arrivati comunque sul conto corrente del destinatario. Per il Partito di Centro Finlandese che l’aveva promosso, il sussidio avrebbe spinto i disoccupati a cercarsi un lavoro, liberandoli dal timore di perdere il contributo statale di disoccupazione.

Kela ha diffuso i dati solo sul primo anno dell’esperimento finlandese: quelli del 2018 verranno resi noti tra un anno. Kela ha confrontato il gruppo di chi ha ricevuto l’assegno con un altro “di controllo” di disoccupati che ne è rimasto privo, in modo da poter valutare le differenze. Dunque, il reddito di base non ha fatto registrare variazioni degne di nota per quanto riguarda il tasso di occupazione: lo ha confermato Ohto Kanninen, coordinatore della ricerca, secondo cui "durante il primo anno dell'esperimento i beneficiari di un reddito di base non hanno avuto né più né meno successo rispetto al gruppo di controllo nel trovare un impiego”. Dai dati non emerge alcuna differenza anche di reddito: chi ha ricevuto il sussidio statale ha dichiarato, in media, 4.230 euro annui di entrate da lavoro, 21 in meno degli altri.

Sono stati registrati, però, dati confortanti almeno per quanto riguarda gli effetti del reddito di base sulla percezione di benessere: il 55% degli assegnatari ha definito il proprio stato di salute “buono o molto buono”, il 9% in più dei membri del gruppo di controllo. Al contrario, a denunciare un grado elevato di stress è stato il 17% dei beneficiari del reddito, rispetto al 25% di chi non lo ha ricevuto. Minna Ylikännö, ricercatrice di Kela, sostiene che gli effetti positivi sulla salute si accompagnano a una “maggiore fiducia nel futuro, nella capacità di influire sulle questioni sociali e nel trovare un lavoro". Una speranza che finora non pare aver trovato conforto nei dati. “Non c’è contraddizione - dice Ylikännö - può esserci un effetto positivo sul benessere ma non ma nelle prospettive occupazionali a breve termine”.