Recovery Fund, Renzi avvisa Conte: "Non scambieremo nostro sì con uno strapuntino"

Bonetti: "Io e Bellanova pronte a dimetterci". Italia Viva non vuole che si crei una cabina di regia esterna a governo e Parlamento

Matteo Renzi (Ansa)

Matteo Renzi (Ansa)

Roma, 9 dicembre 2020 - La maggioranza ritrova l'intesa sulla riforma del Mes, ma resta ancora da sciogliere il nodo Recovery Fund su cui è in gioco la fiducia al governo. Il giorno dell'atteso chiarimento tra Matteo Renzi, leader di Italia Viva, e il premier Giuseppe Conte è iniziato all'insegna della tensione. Il primo parlerà in Senato alle 18.30, il secondo invece ha già parlato alla Camera, riferendo sul Consiglio europeo del 10 e 11 dicembre.  Italia Viva non vuole si crei una cabina di regia, struttura esterna al governo e al Parlamento. Per questo ha chiesto al presidente del Consiglio un passo indietro, il ritiro dello schema di decreto che circola sotto forma di bozza da ieri sera. 

Il bollettino Covid del 9 dicembre

"Se non si ritira la task force, io e la ministra Bellanova pronte alle dimissioni", dichiara Elena Bonetti, la ministra renziana delle Pari opportunità, ospite a Radio Capital. "Ho giurato sulla Costituzione Italiana che prevede un processo democratico che deve essere tutelato e mantenuto. Nel momento in cui non fossi messa nelle condizioni di rispettare questo giuramento, anche per coscienza personale, sì sarei pronta anche a dimettermi", spiega l'esponente di Iv. "Il Recovery plan definirà la vita degli italiani per i prossimi 30 anni ed è al Parlamento che il governo deve rendere conto. La regia di questo progetto deve essere in mano al governo", aggiunge Bonetti.

La replica alle sue dichiarazioni arriva dal collega di governo Francesco Boccia del Pd. "La ministra Bonetti pronta alle dimissioni? Se ne assumerà la responsabilità con il suo partito", dice il ministro degli Affari regionali ad Agorà su Rai3. "Non ho tempo di occuparmi di dinamiche che in questo momento non hanno a che fare con l'emergenza sanitaria, sociale ed economica - aggiunge -. Vorrei che l'alleanza che ha governato il Paese in un momento così difficile fosse l'alleanza di domani".

Renzi avvisa Conte

"I duecento miliardi sono una conquista ma anche una grande responsabilità: noi non scambieremo il nostro sì alla proposta di governance con uno strapuntino", così Matteo Renzi è intervenuto in Senato. Il leader di Italia viva ha attaccato il premier Conte: "Se i suoi collaboratori telefonano ai giornali per dire che vogliamo una poltrona in più, sappia che se ha bisogno di qualche poltrona ce ne sono tre , due da ministro e una da sottosegretario, nostre a sua disposizione. Se invece vuole ragionare sul serio spieghi che questo non è un talk show, non è il Grande Fratello ma la politica".

"Siamo pronti a discutere, ma non a usare la manovra come veicolo di quello che abbiamo letto sui giornali, compresi i servizi - ha proseguito Renzi -. Se c'è una norma che mette la governance con i servizi votiamo no. La task force non può sostituire il parlamento: dov'è il sindacato? Ma non è solo un problema di metodo, anche di merito. Come si fa a dare 9 miliardi alla Sanità. Io al governo misi 7 miliardi alla Sanità e si parlò di tagli, per me ce ne vogliono il doppio, il triplo. Dico una cifra: 36, quelli del Mes...".

Accordo Polonia-Ungheria con Germania

Intanto la Polonia e l'Ungheria hanno trovato un compromesso con la Germania per sbloccare il bilancio dell'Ue da 2.200 miliardi e il Recovery Fund. Lo riporta Bloomberg che cita il vice premier polacco, Jaroslaw Gowin. L'accordo potrebbe essere finalizzato entro venerdì, ha dichiarato. "Per ora abbiamo un accordo tra Varsavia, Budapest e Berlino", ha detto il vice premier ai giornalisti a Varsavia. "Credo che comprenderà anche le 24 capitali europee rimanenti", ha aggiunto. Per ora - sottolinea sempre Bloomberg - mancano le conferme sia delle Germania che dei leader dei due Paesi interessati.

image