Qatargate, la rete del Marocco. Rabat scelse Panzeri per insinuarsi nella Ue

L’ex eurodeputato fu avvicinato nel 2019 da uomini dello Stato africano Sotto la lente i rapporti con il presidente della commissione Marocco-Ue L ’obiettivo era addolcire le risoluzioni su Sahara e diritti umani

Roma, 16 dicembre 2022 - Non solo Qatar. Secondo gli investigatori belgi anche il regno del Marocco era molto interessato a condizionare i lavori del Parlamento Europeo. E non sarebbe certo una novità. Nel 2018 i servizi belgi, La Sûreté de l’Etat, identificarono e arrestarono una presunta spia marocchina, la signora Kaoutar Fal, 32 anni, che secondo gli 007 belgi nel 2017 operò nel Parlamento europeo, formalmente da lobbista in realtà da agente segreto del Dged, la Direction générale des études et de la documentation, servizio segreto del paese nordafricano. Fal arrivò a Bruxelles nel febbraio 2017, creò l’International African Media Organisation e due mesi dopo organizzò un convegno al parlamento europeo su ‘Il futuro dei musulmani in Europa’ e a novembre, sempre al Parlamento Europeo, organizzò un incontro sullo sviluppo del Sahara occidentale. I servizi belgi ricevettero alcune segnalazioni e la misero sotto osservazione. La polizia la fermò il 29 maggio del 2018 all’aeroporto di Charleroi, sbarcata da un volo da Casablanca e le notifico l’arresto.

Antonio Panzeri e l’attuale ambasciatore del Marocco a Varsavia Abderrahim Atmoun
Antonio Panzeri e l’attuale ambasciatore del Marocco a Varsavia Abderrahim Atmoun

Qatargate, affari nell'ombra. Panzeri e quegli incontri segreti coi deputati

"La parte interessata – recitava l’ordine di cattura – è nota alla Sicurezza di Stato per le sue attività di interferenza e spionaggio per conto di servizi segreti stranieri. Kaoutar Fal e le sue organizzazioni sono fortemente coinvolte in attività di interferenza per conto del Marocco. Fal è anche in contatto con persone note al nostro servizio a causa delle loro attività o dei loro legami con aggressivi servizi segreti stranieri. Fal rappresenta una minaccia per la sicurezza nazionale".

Dopo 42 giorni di arresto la Fal fu scarcerata e venne espulsa dal Belgio. Bruciata la Fal, il Marocco cercò nuovi soggetti che potevano curare i suoi interessi e li identificarono in Antonio Panzeri, che frequentava quel paese dal 2013, quando vi si recò insieme all’eurodeputato belga Marc Tarabella, per incontrare Abderrahim Atmoun, all’epoca copresidente della commissione interparlamentare Marocco-Ue e oggi ambasciatore marocchino in Polonia. E Panzeri tornò nel 2017, incontrando ancora Atmoun, stavolta in compagnia di Francesco Giorgi, all’epoca suo assistente e oggi suo presunto sodale nell’associazione a delinquere. Secondo gli inquirenti belgi nel 2019 Panzeri sarebbe stato contattato da un 007 marocchino – Belharace Mohammed, agente del Dged – al quale Panzeri sarebbe stato segnalato dall’ambasciatore Atmoun, poi parlò direttamente con Mansour Yassine, direttore generale del Dged, e avrebbe iniziato a lavorare per Rabat su un tema delicato come il Sahara Occidentale.

Secondo i belgi sin dal 2019 Yassine avrebbe avuto contatti anche con l’eurodeputato Pd Andrea Cozzolino (il cui assistente è sotto inchiesta, che si è autosospeso dal gruppo ma che non è indagato e si dichiara innocente). L’attività di Panzeri per il Marocco si sarebbe concentrata, dopo un viaggio a Rabat nel luglio 2021, su un duplice dossier caldissimo per il regno arabo. Si tratta dell’accordo sullo sfruttamento delle risorse ittiche del Marocco e dell’accordo di associazione Marocco-Ue che prevede l’export a tariffe agevolate dei prodotti agricoli nell’Ue, contro i quali pende un ricorso degli avvocati del Fronte Polisario, il movimento Saharawi che si oppone all’annessione.

I due accordi includono anche il territorio del Sahara occidentale. Se la corte di giustizia di Lussemburgo (che in primo grado, nel 2021, ha dato ragione ai ricorrenti) lo facesse anche in appello, i due accordi sarebbero carta straccia. La sentenza è attesa per gennaio-febbraio. Lo scenario della bocciatura è un’ipotesi che Rabat vuole assolutamente evitare. Da qui il ricorso a qualsiasi metodo possibile per condizionare il Parlamento Europeo. L’auspicio di Rabat era: ci pensa Panzeri. Adesso non è più possibile. Ma il suo lavoro deve esser stato efficace, perché l’aula di Strasburgo ha sì approvato a larghissima maggioranza la risoluzione sul Qatar, ma ha respinto un emendamento presentato dalla Sinistra sulle sospette relazioni tra alcuni eurodeputati e il Marocco. Che combinazione.