Venerdì 19 Aprile 2024

Primarie Pd, Renzi superfavorito. E senza passare dal ballottaggio

Sondaggio Ipr: l’ex premier al 64%. Scissionisti? Bocciato il nome

Matteo Renzi

Matteo Renzi

Roma, 26 febbraio 2017 - E primarie furono! Il 30 aprile, data delle consultazioni per eleggere il segretario del Pd, potrebbe essere per Renzi il giorno della riscossa. Dopo la ferita della scissione, Matteo potrebbe segnare un colpo a suo favore e ri-legittimarsi leader indiscusso del Pd e quindi dettare la linea sulle future alleanze che – se rimane il sistema proporzionale – saranno indispensabili per poter governare. Quindi con un occhio agli scissionisti per assicurarsi che non raccolgano troppi adepti, con l’altro nel partito per fare in modo che i candidati di opposizione, Orlando ed Emiliano, non risultino particolarmente forti, l’ex premier pensa che il 30 aprile sarà la nuova data da cui ripartire, fatti fuori i nemici interni e quelli che ormai si sono già accomodati fuori.   Dai primi sondaggi di Ipr Marketing emerge uno scenario già abbastanza definito, se non ancora nella dimensione, sicuramente nel vincitore. Renzi al momento riceve il 64% dei consensi tra gli elettori democratici che pensano di recarsi ai gazebo. Emiliano ed Orlando, invece, partono ognuno con il 18% delle preferenze. Da specificare che è ancora troppo presto per poter delineare in maniera precisa l’esito dello scontro elettorale, nel senso che in questi casi generalmente i candidati che raccolgono minor consenso quando ancora non è iniziata la campagna elettorale (Emiliano e Orlando) hanno una maggiore probabilità di incrementare i voti a loro favore, aumentando la propria azione di promozione del progetto politico in chiave di comunicazione, mentre al contrario candidati forti perché già riconosciuti (Renzi) hanno una maggiore probabilità di perdere consensi più che conquistarli.   Pertanto a oggi il 64% attribuito a Renzi deve essere interpretato come il massimo dei voti che l’ex segretario potrebbe conquistare, così come le percentuali di Emiliano e Orlando devono essere intese come il minimo del consenso che possono avere. Comunque sia, al di là delle naturali oscillazioni che potranno avvenire, dal risultato del sondaggio emergono due importanti valutazioni: 1) il vantaggio attuale di Renzi nei confronti dei due competitor è così elevato da non mettere in discussione, per il momento, la possibile riconferma del segretario dimissionario; 2) il consenso al possibile vincitore è nettamente superiore al 50%, e questo lo metterebbe al riparo dalla possibilità di andare al ballottaggio. Se questo sarà davvero il responso che uscirà dai gazebo del 30 aprile non c’è dubbio che le primarie diventeranno il momento della ri-consacrazione del segretario uscente e al contempo sarà anche un messaggio politico diretto agli scissionisti per dire che la forza del leader non si è indebolita.

E' interessante anche notare come si divide il consenso tra le diverse anime del Pd, cioè quella più centrista dalla quale proviene Renzi, e quella più a sinistra (ex Ds) dalle quali vengono Orlando ed Emiliano. La forza di Renzi deriva dal fatto che continua a catalizzare i favori della maggior parte dell’elettorato che in tempi passati si identificava con i Ds. Infatti, tra questi, il 52% vota Renzi, il 30% Orlando ed il 18% Emiliano. Nel momento in cui è cominciato il meccanismo delle primarie, la fronda che ha abbandonato il partito ha il bisogno di posizionarsi e strappare quanti più voti al Pd.   Ieri è stato presentato il nome del nuovo soggetto politico, ‘Articolo 1. Movimento Democratici Progressisti’. La dicitura non entusiasma l’elettorato: il 54% boccia il nome in quanto viene percepito un po’ vecchio e datato (dal 58% dei propri elettori) e un po’ (50%) sembra che imiti nel nome il ‘Movimento’, termine che già caratterizza i 5 Stelle. L’elettorato scissionista avrebbe invece preferito la parola ‘Partito’ in quanto, come ha risposto il 59% degli intervistati, conferisce una maggiore identità alla nuova forza politica, rispettandone storia e valore politico. Insomma, adesso è cominciata la sfida, da una parte il popolo delle primarie e dall’altra la sinistra che non si riconosce nel Pd. In attesa delle elezioni.