Trovate le Camere, si cerca il Governo

Roberto Fico e Maria Elisabetta Alberti Casellati, presidenti di Camera e Senato (Ansa)

Roberto Fico e Maria Elisabetta Alberti Casellati, presidenti di Camera e Senato (Ansa)

Come ogni corsa a ostacoli che si rispetti, il Gran National delle Camere ha lasciato sul campo 'morti e feriti'. E soprattutto un dubbio: che cosa accadrà adesso? Era infatti importante sapere chi avrebbe fatto il presidente della Camera e del Senato, ma la partita che conta - quella sul governo - deve ancora iniziare. E visto il modo caotico in cui la politica si è aggrovigliata in questi ultimi due giorni, non è possibile pensare che di per sé l’elezione di Elisabetta Alberti Casellati e Roberto Fico rappresentino un prodromo dell’accordo futuro per palazzo Chigi.

Certo, si è capito che Matteo Salvini non vuole restare blindato nell’accordo con Forza Italia e non disdegna una qualche interlocuzione con i Cinquestelle, si è compresa l’estrema debolezza del Pd che è rimasto ai margini ben più di quanto il deludente risultato elettorale lo condannasse, ma da qui a ipotizzare una futura intesa blindata Salvini-Di Maio ne passa. Questo sistema sghembo, con tre poli per niente autosufficienti e peraltro divisi al loro interno (specie Pd e centrodestra), è più che altro una somma di debolezze.

La Lega da sola fa fatica a tener testa ai grillini nel caso di un governo a due, Forza Italia sconta una sconfitta elettorale e una debolezza sul territorio, il Pd è sempre sull’orlo di una crisi di nervi ed è alla ricerca di una leadership per uscire dall’impasse, il Movimento 5 Stelle paga una proverbiale ritrosia ad allearsi e stringere accordi. Tutti elementi che dipingono un quadro frammentato, in cui le spinte centrifughe che per prima cosa si manifestano all’interno dei partiti o delle coalizioni non rendono facili le intese necessarie in qualsiasi sistema proporzionale.

Di qui alla formazione del governo insomma ne passerà, e le ipotesi che si fanno da giorni - dal governo di minoranza a guida leghista, a un governo tecnico o del presidente, a un qualche tipo di coinvolgimento del Pd - restano tutte in piedi. Certo è che una volta lasciata la Camera ai Cinquestelle e il Senato a Forza Italia, Salvini qualcosa non potrà non pretendere. Probabilmente sarà il primo giro da presidente incaricato, per partire da lì e cercare di costruirsi una maggioranza.