Presidente del Senato verso Forza Italia

Centrodestra, il patto: Salvini cede la seconda carica dello Stato in cambio del Friuli Presidente della Camera, c'è l'accordo su Roberto Fico Elezione presidenti di Camera e Senato, chi sono i possibili candidati Pd, braccio di ferro sui capigruppo. Renzi vuole imporre i suoi fedelissimi

Silvio Berlusconi (Forza Italia) e Matteo Salvini (Lega) - Foto Ansa

Silvio Berlusconi (Forza Italia) e Matteo Salvini (Lega) - Foto Ansa

Roma, 21 marzo 2018 -  «Mi fido di Matteo». Ad Arcore non nascondono un certo rasserenamento. Per il mandato unitario a trattare per il centrodestra con i 5 Stelle e per la ritrovata sintonia con il leghista. Dalla matassa aggrovigliata del dopo voto inizia a intravedersi un capo: Salvini e Berlusconi si sono sentiti, hanno constatato come, dal loro punto di vista, convenga muoversi di concerto sulle presidenze della Camere in modo da non compromettere la partita sul governo. Rimescolando anche le carte in Friuli Venezia Giulia secondo le indicazioni dell’alleato: invece dell’ex governatore Tondo (FI), sul quale c’era già un accordo di massima, il candidato della coalizione potrebbe essere il leghista Fedriga. Così, il leader del Carroccio si troverebbe a guidare – per interposta persona – tre regioni del Nord (Lombardia, Veneto e Friuli) oltre a vantare ottimi rapporto con il governatore ligure Toti. In cambio agli azzurri andrebbe la presidenza del Senato.

Presidente della Camera, c'è l'accordo su Roberto Fico

Borgonzoni e Bernini, derby rosa per il Senato

Oggi a Palazzo Grazioli i tre leader tireranno le somme: dalla riunione «politicamente importantissima» a detta di tutti, uscirà lo schema di gioco della partita che inizia venerdì in Parlamento.

«Si deciderà se puntare su un nome solo o una rosa di soluzioni e Salvini – spiega Brunetta – avrà l’incarico di dialogare con i 5 Stelle per chiudere un accordo se sarà possibile». E che prevede oltre all’assegnazione di Montecitorio al M5S anche la soluzione del rebus sulla composizione degli uffici di presidenza: FI e Lega insistono per non tagliare fuori Pd e dintorni, i grillini non la pensano allo stesso modo. Si vedrà.

Gli identikit che circolano per ricoprire il ruolo di seconda carica dello Stato sono noti: c’è quello di Romani, su cui i grillini però hanno messo un veto «irrinunciabile, quello di Gasparri e della Bernini che – ieri sera – più d’uno dava come favorita.

Naturalmente finché l’accordo non viene chiuso ufficialmente il Carroccio lascia sul tavolo i suoi, da Calderoli alla Borgonzoni alla Stefani passando per la Bongiorno su cui però pesa il ‘non possumus’ del Cavaliere: «Non possiamo accettare una persona che, quando era con Fini, ha sempre lavorato contro di me». Restano da vincere le resistenze di Fd’I che, ancora ieri, sosteneva come entrambe le presidenze delle due Camere dovessero andare alla coalizione che preso più voti alle elezioni, il centrodestra.

Pronto, come sempre, a farsi «concavo e convesso», Silvio in questa fase è convinto della necessità di scendere a patti con M5S, ma pure della lealtà dell’alleato.

«Salvini non ha interesse a rompere il centrodestra – ragiona coi suoi – vuole far valere il suo peso, ma non credo che farà razzie dentro FI». Di sicuro, punta a crescere politicamente: ragion per cui, dopo aver attecchito nel Sud, chiede il Friuli. «Noi avremmo i numeri per fare un governo col M5S ma non lo facciamo – chiosa il numero due della Lega Giorgetti – perché siamo responsabili e vogliamo il centrodestra unito. Però anche FI lavori per trovare una soluzione perché noi vogliamo un governo stabile, altrimenti meglio il voto». Che poi il Carroccio speri davvero di arrivare a Palazzo Chigi o intenda solo mostrare il volto di una forza responsabile, incrociando le dita per tornare alle urne, è impossibile dirlo oggi.