Mercoledì 24 Aprile 2024

Prescrizione e processi, guida alla riforma

Le nuove regole prevedono il blocco dopo la sentenza di primo grado. Ma i giallorossi sono divisi sulle eventuali modifiche. Strappo dei renziani

Il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede (ImagoE)

Il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede (ImagoE)

Roma, 8 febbraio 2020 - Il premier Giuseppe Conte tira dritto sulla prescrizione. All'indomani dello strappo tra il blocco M5S-Pd-Leu e i renziani, Conte non fa alcun passo, nel merito della riforma della giustizia, verso Italia Viva. Lunedì il Cdm certificherà, forse con un decreto legge, la mediazione alla quale si è giunti, quella che ha sancito il "no" di Iv insinuando più di un dubbio sulla futura tenuta della maggioranza in Senato. Ecco intanto in punti la guida alla riforma. 

La norma Bonafede

La riforma della prescrizione (una delle cause dell’estinzione del reato che si attiva con il decorso di un lasso di tempo stabilito per legge, senza che intervenga la pronuncia della sentenza di condanna, ndr) entrata in vigore il 1° gennaio scorso e firmata dal ministro della giustizia grillino Alfonso Bonafede, ha portato novità fonti di polemiche tra le forze politiche e tra gli avvocati penalisti che sono scesi in sciopero. La norma ‘Bonafede’ prevede il blocco della prescrizione dopo la sentenza di primo grado. Secondo il ministro, la sospensione serve a evitare di lasciare impuniti i colpevoli di reato. Il testo era stato approvato lo scorso anno durante il governo Conte I, all’interno del disegno di legge anticorruzione, lo ‘Spazzacorrotti’, fortemente voluto dal M5s, che tuttavia ha creato malumori non solo, come si diceva, tra gli avvocati penalisti, ma anche tra le fila di molti magistrati in capo ai quali la riforma prevede sanzioni disciplinari per chi non rispetta la ragionevole durata del processo.

Cosa prevede il lodo Conte?

La proposta che alla fine ha trovato d’accordo tre partiti su quattro della maggioranza di governo (Pd, M5S e Leu), sulla quale ha ceduto anche Bonafede, è quella del deputato di Leu Federico Conte che stabilisce una distinzione tra condannati e assolti con lo stop del decorrere della prescrizione solo per i primi. Il ‘lodo Conte bis’ prevede che se il condannato subisce una nuova condanna, la prescrizione si blocca in maniera definitiva. Se viene assolto, può recuperare i termini di prescrizione rimasti nel frattempo bloccati. In altre parole, il blocco scatterebbe, in via definitiva, solo per la doppia condanna, in primo e in secondo grado di giudizio.

E le proposte alternative?

Enrico Costa di Forza Italia ha presentato una proposta di legge che stravolge la riforma Bonafede, anzi ne chiede la totale soppressione, mentre Italia viva, col leader Matteo Renzi, chiede che prima venga approvato il lodo Annibali, che propone invece un sostanziale dietrofront verso l’impianto di norme dell’ex Guardasigilli Andrea Orlando. In subordine, la richiesta dei renziani è il rinvio di almeno 6 mesi, ma si dicono anche pronti a votare la riforma Costa che cancellerebbe con un colpo di spugna la riforma M5s.

L'ipotesi Orlando

Il disegno di legge Orlando sulla prescrizione, presentato nel 2014, prevedeva «che dopo la sentenza di condanna in primo grado, il termine di prescrizione resti sospeso fino al deposito della sentenza di appello, e comunque per un tempo non superiore a 2 anni». Dopo l’iter parlamentare la riforma ricevette il sì definitivo della Camera il 14 giugno 2017, andando a modificare la precedente norma ‘ex Cirielli’. Il testo finale stabilì che il corso della prescrizione fosse sospeso «per un tempo non superiore a un anno e 6 mesi» sia dopo il termine per il deposito della motivazione della sentenza di condanna in primo grado sia dopo quella in appello.

Come funziona all'estero?

Negli altri Paesi europei quasi tutti i reati sono imprescrittibili: solo la Grecia ha una normativa simile alla nostra, mentre in Francia e Germania i tempi sono generalmente più lunghi. Nel Regno Unito, dove vige la tradizione giuridica di common law, molto diversa da quella del civil law tipico dell’Europa continentale, la prescrizione non esiste (ma è previsto un limite temporale per il giusto processo). Anche in Francia i termini variano in base alla tipologia dell’illecito, ma possono essere interrotti da qualsiasi atto di istruzione o di azione giudiziaria. E in Germania il codice parla di due prescrizioni: quella della perseguibilità del reato (che va da un massimo 30 anni per le azioni punite con l’ergastolo a tre anni per i reati meno gravi) e quella dell’esecuzione della pena (che va da un massimo di 25 anni nel caso di pene detentive superiori a 10 anni, a 5 anni per pene inferiori a un anno). Non esiste prescrizione alcuna per reati come genocidio e omicidio. Esaminare le centinaia di sistemi giudiziari presenti nel mondo è impossibile, ma se guardiamo ai principali confronti europei è sensato ritenere che quella della prescrizione all’italiana sia un’anomalia.