Mercoledì 24 Aprile 2024

Ponte Morandi Genova, Rixi: "Evitiamo decisioni affrettate"

Il sottosegretario prende tempo: nel Carroccio abbiamo un approccio diverso dai 5 stelle

Edoardo Rixi, sottosegretario ai trasporti (Ansa)

Edoardo Rixi, sottosegretario ai trasporti (Ansa)

Roma, 21 agosto 2018 - Edoardo Rixi, 44 anni, genovese, sottosegretario leghista ai Trasporti, è furioso per il crollo del ponte Morandi. Addolorato per le 43 vittime, chiede che Autostrade si prenda fino in fondo le sue responsabilità e non esclude la nazionalizzazione e la revoca della concessione ma solo dopo aver valutato costi e benefici. La priorità – secondo Rixi – è ricostruire e risarcire le vittime evitando una guerra di carte bollate che duri anni.

Sottosegretario Rixi, di chi è la responsabilità?

«La responsabilità oggettivamente è in capo alla concessionaria che doveva garantire la manutenzione del ponte, e aveva la responsabilità – se necessario – di demolirlo».

Solo di Autostrade o anche di chi doveva controllare, magari degli ispettori del vostro ministero?

«C’è una responsabilità diffusa che è anche colpa della politica. Non è possibile che ci sia qualche privato che continui a guadagnare alle spalle dello Stato senza prendersi fino in fondo le proprie responsabilità di fonte ai cittadini. Ma se qualche nostro ispettore ha omesso il doveroso controllo lo perseguiremo».

Quali sono gli obblighi di Autostrade?

«Autostrade si sostituisce in una funzione allo Stato e ha il dovere e l’obbligo morale di ricostruire il ponte, di rimborsare le vittime, e risarcire il danno all’immagine arrecato al Paese».

In soldoni?

«I danni sono enormi. Autostrade ha un utile annuo di circa un miliardo, ricostruire il ponte meglio di prima, in acciaio e in tempi rapidi costa 150 milioni. Credo sia in grado di farvi fronte».

Autostrade è pronta a ricostruirlo in 8 mesi, non è pericoloso avere fretta?

«Non può essere un ponte rabberciato. Deve essere il ponte più bello d’Italia, un simbolo della rinascita del Paese che onori la memoria delle vittime. Se impiegheremo 8 mesi, un anno o un anno e mezzo cambia poco. L’importante è il risultato».

Ci sono divergenze tra Lega e M5S sul comportamento nei confronti di Autostrade?

«Ci sono approcci diversi ma entrambi riteniamo che questa tragedia sia un esempio per tutti. Farà precedente per tutti i gestori della cosa pubblica. E per evitare casi simili rivedremo tutto il sistema delle concessioni».

Ritiene possibile nazionalizzare le autostrade italiane?

«Dopo quello che è successo non è più un tabù. Certo non bisogna prendere decisioni d’impulso, bisogna valutare costi e benefici e soprattutto non possiamo rischiare di impelagarci in una battaglia processuale con Autostrade che duri decenni. Sarebbe un grave danno al Paese. Io credo che ora le priorità siano la ricostruzione, la manutenzione della rete e i risarcimenti. Con calma valuteremo la possibilità di nazionalizzazione della rete».

Questo ragionamento vale anche per la revoca della concessione?

«Sì, ribadisco. La cosa peggiore per il Paese sarebbe cadere in uno stallo che creerebbe danni incalcolabili. E nel frattempo Genova e l’Italia intera resterebbero senza ponte, le famiglie delle vittime senza risarcimenti, gli sfollati senza casa. Autostrade onori le sue responsabilità, poi penseremo a revoca e nazionalizzazione».

Ma sulla nazionalizzazione delle autostrade Salvini e Giorgetti sembrano in disaccordo…

«No, c’è solo un dibattito in corso. Ma parlare di nazionalizzazione della rete non è certo un tabù».

La tragedia di Genova rischia di bloccare la costruzione di nuove opere a iniziare dalla Tav ?

«Se si bloccano le nuove opere tra dieci anni avremo tanti ponti Morandi, che è il risultato di aver bloccato la Gronda di Genova e perso 20 anni. Ci saranno sempre più camion e sempre meno trasporto su rotaia. È fondamentale guardare al futuro e serve un piano ambizioso di grandi opere. Le vecchie vanno adeguate, rese moderne e – se necessario – ricostruite».

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