Giovedì 25 Aprile 2024

Poletti: "100mila giovani in fuga? Alcuni meglio non averli tra i piedi"

Bufera sulla frase pronunciata dal ministro del Lavoro: "Conosco gente che se n'è andata e il Paese non soffrirà". Poi le scuse. Di Maio: "Vada via lui"

Il ministro del Lavoro Giuliano Poletti (Newpress)

Il ministro del Lavoro Giuliano Poletti (Newpress)

Roma, 19 dicembre 2016 - Giovani all'estero tutti cervelli in fuga? Non per forza, secondo quanto avrebbe dichiarato il ministro del Lavoro Giuliano Poletti. Se 100mila giovani se ne sono andati dall'Italia, "non è che qui sono rimasti 60 milioni di 'pistola'... Conosco gente che è andata via e che è bene che stia dove è andata, perché sicuramente questo Paese non soffrirà a non averli più fra i piedi". Parole pronunciate dal ministro mentre parlava con i giornalisti a Fano e riprese dall'Ansa. Immediata la bufera, tanto che poco dopo Poletti, sempre attarverso l'Ansa, corregge il tiro: "Evidentemente mi sono espresso male e me ne scuso. Non mi sono mai sognato di pensare che è un bene per l'Italia il fatto che dei giovani se ne vadano all'estero".

Poco prima, sempre da Fano, il ministro del Lavoro aveva affrontato la questione voucher, annunciando una possibile stretta pur difendendo il suo Jobs Act. "E' una buona legge", aveva detto ai giornalisti. Poi la frase sui cervelli in fuga, rilanciata dall'Ansa: "Conosco gente che è andata via e che è bene che stia dove è andata, perché sicuramente questo Paese non soffrirà a non averli più fra i piedi".  "Intanto – ha sostenuto Poletti - bisogna correggere un'opinione secondo cui quelli che se ne vanno sono sempre i migliori. Se ne vanno 100mila, ce ne sono 60 milioni qui, sarebbe a dire che i 100mila bravi e intelligenti se ne sono andati e quelli che sono rimasti qui sono tutti dei 'pistola. Permettetemi di contestare questa tesi", ha detto il ministro. Detto questo, ha conclusoPoletti, "è bene che i nostri giovani abbiano l'opportunità di andare in giro per l'Europa e per il mondo. È un'opportunità di fare la loro esperienza, ma debbono anche avere la possibilità di tornare nel nostro Paese. Dobbiamo offrire loro l'opportunità di esprimere qui capacità, competenza, saper fare".

A stretto giro la smentita: "Non mi sono mai sognato di pensare che è un bene per l'Italia il fatto che dei giovani se ne vadano all'estero. Penso, semplicemente, che non è giusto affermare che a lasciare il nostro Paese siano i migliori e che, di conseguenza, tutti gli altri che rimangono hanno meno competenze e qualità degli altri. Ritengo, invece, che è utile che i nostri giovani possano fare esperienze all'estero, ma che dobbiamo dare loro l'opportunità tornare nel nostro paese e di poter esprimere qui le loro capacità e le loro energie".

Ma intanto la frase circola ed è subito bufera. "Giovani umiliati da voucher e insultati da Poletti. Vada via lui, non i giovani". Twitta Luigi Di Maio, deputato M5S e vicepresidente della Camera. Stessi toni da Nichi Vendola, di Sinsitra Italiana: "La fuga all'estero di centinaia di migliaia di giovani è un drammatico impoverimento del Paese. Il ministro Poletti dice che va bene se ce li togliamo dai piedi. Penso che andrebbe bene se ci togliessimo dai piedi il ministro Poletti". Gli fa eco Stefano Fassina: "E' ora che Poletti di dimetta".