di Claudia Marin
Lo scontro sui controlli preventivi sul Pnrr tra il governo, da un lato, e la Corte dei Conti e parte dell’opposizione dall’altra, arriva fino a Bruxelles e finisce per divampare a tutto campo. Con un portavoce della Commissione che attacca: "Monitoreremo con attenzione la misura adottata". E Palazzo Chigi che ribatte a muso duro: "Alimentano polemiche strumentali con un pregiudizio non informato". Un botta e risposta ufficiale, dietro il quale c’è una forte irritazione della premier Giorgia Meloni che, secondo indiscrezioni, avrebbe fatto sapere alla presidente Ursula von del Leyen, con quale ha un buon rapporto, di giudicare l’uscita come un "intervento scomposto".
IL NODO DEI CONTROLLI
Dunque, quella che sembrava all’origine una contesa "tecnico-giuridica" sui cosiddetti "controlli concomitanti" dei giudici contabili e sull’estensione al 2024 dello scudo per danno erariale previsto già dai governi Conte e Draghi per i dirigenti che si occupano dell’attuazione del Piano, è già diventata nei giorni scorsi un caso "politico" e un caso di conflitto "istituzionale". E, del resto, anche ieri la polemica delle opposizioni, con l’eccezione di Azione e Italia Viva e degli stessi magistrati contabili, è continuata senza sosta. Tant’è che, anche dopo l’incontro a Palazzo Chigi, i giudici contabili attraverso la loro associazione sono tornati a esprimere tutta la loro "preoccupazione" per la doppia mossa dell’esecutivo: "Protrarre l’esclusione della responsabilità per colpa grave commissiva pone rilevanti dubbi di costituzionalità e di compatibilità con la normativa eurounitaria e genera un clima di deresponsabilizzazione, che non rafforza, ma depotenzia, l’efficacia dell’azione amministrativa".
IL MONITO DI BRUXELLES
A gettare benzina sul fuoco, però, è arrivata all’ora di pranzo una secca nota di un portavoce della Commissione europea. Rispondendo a una domanda nel briefing quotidiano con la stampa, Bruxelles aveva spiegato che, poiché si tratta di un progetto di legge, non vi sono gli estremi "per entrare nel dettaglio" e dunque si seguiranno gli sviluppi della norma. In linea generale "i sistemi di controllo nazionali costituiscono i meccanismi principali per proteggere gli interessi finanziari dell’Ue e sono gli Stati membri che devono assicurarsi che non ci siano conflitti d’interesse e o frodi", ha spiegato il portavoce, sottolineando che "l’Italia ha un sistema di controllo solido". Ma aggiungendo una postilla: su frodi e conflitti di interesse l’Ue non può intervenire direttamente. È una "responsabilità delle autorità italiane" ed esiste "un accordo con l’Italia sulla necessità di avere un sistema di controlli efficace per quanto riguarda la spesa dei fondi del Pnrr. Dunque: "Monitoreremo con grande attenzione cosa prevede la bozza di legge al riguardo della Corte dei Conti".
LA REAZIONE DEL GOVERNO
Nettissima la risposta di Palazzo Chigi con una lunga nota in 8 punti. "Le proposte sulla Corte dei Conti non modificano quanto già concordato tra Commissione europea e governo italiano e la disciplina dei controlli della Corte, istituita dal governo Draghi, "non solo resta in vigore ma viene pienamente attuata". Ma per il governo c’è di più. L’intervento "è rispettoso della Costituzione, delle prerogative della Corte dei conti, improntato alla leale collaborazione tra le istituzioni", prosegue la nota rimandando ai pareri di alcuni costituzionalisti negli ultimi giorni: Sabino Cassese, Cesare Mirabelli e Giancarlo Coraggio. Nella nota il governo ha ribadito anche un altro concetto: l’istituzione del tavolo di confronto concordata con la Corte dei Conti al termine di un "lungo, cordiale e proficuo" incontro. Il tutto con un corollario secco sul "pregiudizio non informato": Il portavoce fa considerazioni che alimentano polemiche politiche strumentali che non corrispondono alla realtà. In serata la retromarcia di Bruxelles: "È sorta una confusione in relazione alla mia risposta a una domanda sul progetto di legge relativo alla Corte dei Conti italiana – scrive il portavoce della Commissione Europea Eric Mamer – ho detto che le autorità italiane hanno creato un’istituzione specifica per controllare l’uso dei fondi di Next Generation EU e che la Commissione continuerà ad occuparsi di questo aspetto, dato che è stato concordato con le autorità italiane".