Pensioni, Di Maio: "Quota 100 per superare la Fornero. Via spesometro"

Il neo ministro di Sviluppo economico e Lavoro snocciola i prossimi obiettivi. "Jobs Act da rivedere". E promette: "Sarò un servitore dello Stato". Salvini: "Per i clandestini è finita la pacchia". Conte sente Merkel e Macron

Selfie per Luigi Di Maio alla parata per la Festa della Repubblica (Lapresse)

Selfie per Luigi Di Maio alla parata per la Festa della Repubblica (Lapresse)

Roma, 2 giugno 2018 - Jobs Act da rivedere, quota 100 per superare la Fornero, via spesometro e studi di settore e centri per l'impiego che "non devono più essere un'umiliazione". Dopo aver presenziato alla cerimonia ai Fori Imperiali per la Festa della Repubblica, Luigi Di Maio torna a parlare in diretta live Facebook dall'ufficio del nuovo ministero che unisce lo Sviluppo economico e il Lavoro. Intanto l'alleato di governo, Matteo Salvini, torna su uno dei suoi cavalli di battaglia: stop, dice il nuovo ministro dell'Interno nel corso di un incontro elettorale a Vicenza, agli "immigrati clandestini". Mentre il premier Giuseppe Conte, al termine della parata del 2 giugno si mette subito al lavoro e fa sapere, via Facebook di aver avuto un colloquio telefonico con Angela Merkel e Emmanuel Macron.

JOBS ACT E PENSIONI - "Nominerò come consulente l'imprenditore Bramini (fallito per mancati pagamenti dello Stato, ndr), cui avevo promesso questo ruolo", annuncia Di Maio prima di snocciolare i prossimi obiettivi del suo dicastero. "Il Jobs Act va rivisto, c'è troppa precarietà. La gente non ha certezza neanche più per prenotarsi le vacanze non solo per sposarsi e se dobbiamo dare più forza all'economia la dobbiamo ridurre", dice.

Poi passa alle pensioni. "Applicheremo la misura quota 100 per superare la legge Fornero", annuncia rilanciando così la possibilità di uscire dal lavoro quando la somma degli anni di contributi versati e l'età anagrafica dà un risultato pari a 100 anni (con un minimo di 35 anni di contributi e senza comunquesostituire la pensione di vecchiaia). 

"Questi due ministeri insieme sono una potenza, se si parlano - prosegue il leader M5S -. Da questi ministeri partono i nostri cavalli di battaglia. Tra le iniziative da affrontare subito, nel breve medio e lungo periodo, ci sono il via allo spesometro, al redditometro, agli studi di settore. Poi dobbiamo portare avanti delle politiche industriali, con investimenti nell'auto elettrica". E ancora: "Il datore e il dipendente in Italia non devono essere nemici. In Italia, nelle piccole e medie imprese, ci sono i datori che sono un po' dipendenti e i dipendenti che sono um po' imprenditori".

"Ho chiesto al ministero dello Sviluppo economico di aprirmi le porte nonostante il giorno di festa. Ho deciso di cominciare a lavorare, almeno con il mio staff, per cercare di mettere in piedi almeno i provvedimenti che devono migliorare la qualità della vita degli italiani", spiega mentre sottolinea che "il governo Conte non ha indagati e condannati, è un unicum dal 1994". "Non faccio annunci, non prometto miracoli, parlo di fatti. Sarò un servitore dello Stato e del popolo italiano, lo farò con tutte le mie forze - conclude - . Dipenderà molto dal sostegno che ci darete. La mia più grande preoccupazione sarà non deludere gli italiani e non vi deluderò".

MIGRANTI - E da Vicenza parla anche l'altro vicepremier del nuovo governo, Matteo Salvini. "Sono stanco - dice - degli impuniti che possono fare quello che vogliono. Una delle priorità del nostro governo sarà di fare in modo che per gli immigrati clandestini in questo paese si spendano meno soldi e tempo. I regolari e gli onesti non hanno niente da temere, mentre per i clandestini è finita la pacchia: praparatevi a fare le valige". Il leader della Lega affronta anche il tema Ong. "Stiamo lavorando e ho le mie idee - afferma -: quello che è certo è che gli Stati devono tornare a fare gli Stati e nessun vice scafista deve attraccare nei porti italiani".