Michele Emiliano (s) Roberto Speranza e Enrico Rossi al teatro Vittoria di Testaccio durante il ritrovo nazionale dell'associazione Democraticisocialisti. Roma 18 febbraio  2017, ANSA/GIUSEPPE LAMI

Michele Emiliano, Roberto Speranza ed Enrico Rossi al teatro Vittoria (Ansa)

Roma, 18 febbraio 2017 - E' corsa contro il tempo tra le varie anime del Pd per evitare che domani l'assemblea si chiuda con una scissione. Pier Luigi Bersani, Guglielmo Epifani e Massimo D'Alema si sono riuniti oggi al teatro Vittoria di Roma per l'iniziativa della minoranza Pd che precede l'assemblea di domani per il congresso. Dalla kermesse, organizzata da Enrico Rossi con Roberto Speranza e Michele Emiliano, il messaggio arriva chiaro: Renzi convochi una conferenza programmatica, domani durante l'assemblea, fissi le primarie in autunno, si impegni a sostenere il governo Gentiloni, e la scissione non ci sarà. Emiliano fa lo 'zio', la foto col figlio di Vendola al congresso SI  Per i il vice segretario, Lorenzo Guerini, si tratta di "ultimatum irricevibili":  "Questa mattina sono stati usati toni e parole che nulla hanno a che fare con una comunità che si confronta e discute". Rincara la dose il senatore renziano, Andrea Marcucci: "D'Alema ha già scelto la scissione radunando i suoi. Gli altri seguiranno?". C'è speranza però per Dario Franceschini, secondo cui "i margini per una trattativa ci sono". Mentre Matteo Orfini tenta la mediazione: il congresso va fatto subito ma sì a una prima fase di "profonda discussione programmatica".   Bandiera Rossa, Star Wars e il soldato dell'Armata russa: la sinistra Pd si conta   EMILIANO: HO CONVINTO RENZI, AVANTI CON GENTILONI - Dopo il fuorionda di Delrio, Renzi ha telefonato a Emiliano. Questa mattina il governatore della Puglia scriveva su Facebook: "Ieri ho detto a Renzi che basterebbe fare una conferenza programmatica a maggio e le primarie congressuali a settembre per ricomporre un clima di rispetto reciproco e salvare il PD. Adesso che lo abbiamo convinto a sostenere Gentiloni fino alla fine della legislatura senza fargli brutti scherzi, possiamo darci il tempo di riconciliarci e trovare le ragioni per stare ancora insieme". Un messaggio ribadito poi davanti alla platea della minoranza dem. "Questo è il lavoro che deve fare il segretario. Rimettere insieme i cocci di anni difficili per ripartire insieme. Senza questo lavoro - avverte ancora il presidente della Regione Puglia - le distanze politiche tra noi sono troppo grandi e non basterebbe una conta per evitare anche a breve nuovi dissensi e nuovi rischi di conflitto. Diamoci una possibilità".  LA RIUNIONE DELLA MINORANZA  ROSSI - "Il Pd è per sua natura un partito plurale e di centrosinistra. Se si pensa di abolire la sinistra, la responsabilità della spaccatura ricade su chi non vuol capire". Così Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana e candidato alla segreteria del partito all'assemblea. "Abbiamo perso militanti, milioni di elettori e di giovani che guardano da un'altra parte. Abbiamo bisogno di loro per tornare a vincere", ha aggiunto. "Se si pensa di fare un congresso in poche settimane, una una conta per riconsegnare la guida del partito al segretario noi non ci stiamo. Il Pd è per sua natura un partito plurale e di centrosinistra, se si pensa di abolire la sinistra o che finisca per non contare nulla la responsabilità della spaccatura ricade su chi non vuole capire", ha ribadito Rossi. D'ALEMA - "Abbiamo preso una posizione comune non oggi, ma da molto tempo. È una posizione molto chiara, ben espressa nell'appello di due giorni fa di Pier Luigi Bersani. Ora spetta al segretario del partito dare una risposta altrettanto chiara", sono state le parole di Massimo D'Alema, il quale ha fatto sapere che domani non sarà all'assemblea del Pd. Se Renzi telefona per dire che lui è d'accordo con quello che gli si propone sicuramente questo apre un processo politico che porta verso il congresso nei tempi ordinari, normali. Se Renzi vuole tirare diritto per la sua strada è chiaro che noi non possiamo accettare questa prepotenza. Le cose sono chiarissime, la questione è nelle mani del segretario del partito", ha aggiunto D'Alema. BERSANI - "Questa cosa non l'ho mai sentita: dovrà dirla Renzi, non Emiliano. È il nostro governo, non possiamo lasciargli la spada di Damocle sopra", ha detto invece Pier Luigi Bersani riguardo a quanto affermato da Emiliano. Intanto, nel Pd, "tre candidati" della minoranza Dem, "stanno dicendo che non si può fare un congresso così, perché se si forzano le regole non può candidarsi nessuno", ha sottolineato Bersani. SPERANZA - "Dobbiamo assumere un impegno davanti alla nostra gente e al nostro popolo. Questo noi che nasce oggi ce lo porteremo dietro di fronte a qualsiasi scenario", ha detto Roberto Speranza. No a un congresso rivincita per il capo arrabbiato. In un congresso plebiscito o rivincita a me non interessa entrare".  EMILIANO - "Ero uno dei sostenitori di Matteo Renzi, mi scuso ma qui siamo in tanti", ha detto Emiliano alla manifestazione. "Non costringete con argomenti capziosi questa comunità ad uscire dal Pd. Noi speriamo di non dover dire cose drammatiche nelle prossime ore ma se dovesse essere necessario non avremo paura - ha proseguito il governatore della Puglia che, con il suo intervento, ha raccolto anche il sostegno del rapper J-Ax -. Non costruiremo un soggetto avversario del Pd ma non aspetteremo altro che ricostruire questa comunità. Tutto questo, però, è evitabile, lo voglio dire ancora". ORFINI MEDIA - Renzi, chiamato in causa direttamente, non replica. Ma una risposta arriva prima con il vicesegretario Guerini, che parla di "ultimatum irricevibili da parte della minoranza", poi da Orfini. Uno degli argomenti "in nome del quale si agita lo spettro della scissione è quello della necessità di una discussione programmatica preliminare - osserva il presidente dem -. È un argomento serio. Molti hanno già avanzato delle proposte su come trasformare le due giornate della convenzione nazionale (tra voto nei circoli e primarie) in un luogo di confronto programmatico. Oggi la minoranza ha risposto che non basta". "Siccome voglio prendere sul serio questa esigenza - spiega Orfini -, credo che una soluzione possa essere di dedicare la prima parte del congresso - da quando viene indetto a quando si presentano le candidature - a una profonda discussione programmatica da svolgere in ogni federazione. Il tempo c'è, la volontà politica anche, mi impegno personalmente a garantirlo". Per Orfini una eventuale scissione metterebbe a rischio il governo Gentiloni. Lo stesso governo che i 'ribelli dem' dicono di voler tutelare fino al 2018.

Politica

Roma, 18 febbraio 2017 -&nbsp;E' corsa contro il tempo tra le varie anime del Pd per evitare che domani l'assemblea si chiuda con una scissione. Pier Luigi Bersani, Guglielmo Epifani e Massimo D'Alema&nbsp;si sono riuniti oggi al teatro Vittoria di Roma per l'iniziativa della minoranza Pd che precede l'assemblea di domani per il congresso. Dalla kermesse, organizzata da Enrico Rossi con Roberto Speranza e Michele Emiliano, il messaggio arriva chiaro: Renzi convochi una conferenza programmatica, domani durante l'assemblea, fissi le primarie in autunno, si impegni a sostenere il governo Gentiloni, e la scissione non ci sarà.

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LA RIUNIONE DELLA MINORANZA 

ROSSI - "Il Pd è&nbsp;per sua natura un partito plurale e di centrosinistra. Se si pensa di abolire la sinistra, la responsabilità&nbsp;della spaccatura ricade su chi non vuol capire". Così&nbsp;Enrico Rossi,&nbsp;presidente della Regione Toscana e candidato alla segreteria del partito all'assemblea. "Abbiamo perso militanti, milioni di elettori e di giovani che guardano da un'altra parte. Abbiamo bisogno di loro per tornare a vincere", ha aggiunto. "Se si pensa di fare un congresso in poche settimane, una una conta per riconsegnare la guida del partito al segretario noi non ci stiamo. Il Pd è per sua natura un partito plurale e di centrosinistra, se si pensa di abolire la sinistra o che finisca per non contare nulla la responsabilità della spaccatura ricade su chi non vuole capire", ha ribadito Rossi.

D'ALEMA - "Abbiamo preso una posizione comune non oggi, ma da molto tempo. È una posizione molto chiara, ben espressa nell'appello di due giorni fa di Pier Luigi Bersani. Ora spetta al segretario del partito dare una risposta altrettanto chiara", sono state le parole di&nbsp;Massimo D'Alema, il quale ha fatto sapere che domani non sarà all'assemblea del Pd.&nbsp;Se Renzi telefona per dire che lui è&nbsp;d'accordo con quello che gli si propone sicuramente questo apre un processo politico che porta verso il congresso nei tempi ordinari, normali. Se Renzi vuole tirare diritto per la sua strada è&nbsp;chiaro che noi non possiamo accettare questa prepotenza. Le cose sono chiarissime, la questione è&nbsp;nelle mani del segretario del partito", ha aggiunto D'Alema.

BERSANI - "Questa cosa non l'ho mai sentita: dovrà dirla Renzi, non Emiliano. È il nostro governo, non possiamo lasciargli la spada di Damocle sopra", ha detto invece Pier Luigi Bersani riguardo a quanto affermato da Emiliano. Intanto, nel Pd, "tre candidati"&nbsp;della minoranza Dem, "stanno dicendo che non si può fare un congresso così, perché se si forzano le regole non può candidarsi nessuno", ha sottolineato Bersani.

SPERANZA -&nbsp;"Dobbiamo assumere un impegno davanti alla nostra gente e al nostro popolo. Questo noi che nasce oggi ce lo porteremo dietro di fronte a qualsiasi scenario", ha detto Roberto Speranza.&nbsp;No a un congresso rivincita per il capo arrabbiato. In un congresso plebiscito o rivincita a me non interessa entrare".&nbsp;

EMILIANO -&nbsp;"Ero uno dei sostenitori di Matteo Renzi, mi scuso ma qui siamo in tanti", ha detto Emiliano alla manifestazione. "Non costringete con argomenti capziosi questa comunità ad uscire dal Pd. Noi speriamo di non dover dire cose drammatiche nelle prossime ore ma se dovesse essere necessario non avremo paura - ha&nbsp;proseguito il governatore della Puglia che, con il suo intervento, ha raccolto anche <a href="http://www.quotidiano.net/politica/j-ax-michele-emiliano-1.2903219">il sostegno del rapper J-Ax</a> -. Non costruiremo un soggetto avversario del Pd ma non aspetteremo altro che ricostruire questa comunità. Tutto questo, però, è evitabile, lo voglio dire ancora".

ORFINI MEDIA&nbsp;- Renzi, chiamato in causa direttamente, non replica. Ma una risposta arriva prima con il vicesegretario Guerini, che parla di "ultimatum irricevibili da parte della minoranza", poi da Orfini. Uno degli argomenti "in nome del quale si agita lo spettro della scissione è quello della necessità di una discussione programmatica preliminare - osserva il presidente dem -. È un argomento serio. Molti hanno già avanzato delle proposte su come trasformare le due giornate della convenzione nazionale (tra voto nei circoli e primarie) in un luogo di confronto programmatico. Oggi la minoranza ha risposto che non basta". "Siccome voglio prendere sul serio questa esigenza - spiega Orfini -, credo che una soluzione possa essere di dedicare la prima parte del congresso - da quando viene indetto a quando si presentano le candidature - a una profonda discussione programmatica da svolgere in ogni federazione. Il tempo c'è, la volontà politica anche, mi impegno personalmente a garantirlo". Per Orfini una eventuale scissione metterebbe a rischio il governo Gentiloni. Lo stesso governo che i 'ribelli dem' dicono di voler tutelare fino al 2018.

Pd, Emiliano: "Ho convinto Renzi. Sostegno a Gentiloni fino al 2018"

Pd, Emiliano: "Ho convinto Renzi. Sostegno a Gentiloni fino al 2018" - Politica - quotidiano.net

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Pd, Emiliano: "Ho convinto Renzi. Sostegno a Gentiloni fino al 2018"

Riunione della minoranza per decidere sulla scissione. "Con conferenza a maggio e primarie a settembre, Renzi può evitarla". Guerini: "No a ultimatum". Orfini tenta la mediazione

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