Debutto da segretaria Schlein, atto primo: "Ora voglio tesserare il popolo delle primarie"

Mossa per allargare subito i confini del partito e renderlo più simile a lei Il passaggio di consegne con Letta e la chiamata di Mattarella Poi la telefonata di Meloni: "Mi aspetto un’opposizione durissima"

Roma, 28 febbraio 2023 - Dieci settimane per prendersi il Pd. E ora che remando controcorrente ce l’ha fatta, Elly Schlein sa che il difficile viene adesso: rinforzarsi, plasmare il partito a sua immagine, ma senza esagerare, riportarlo a fare la sinistra-sinistra e opposizione dura, ma senza spaventare i progressisti moderati. Occupare il Pd, ma in guanti di velluto. Servirà l’alchimia. La neosegretaria arriva al Nazareno poco dopo le 15, jeans, giacca verde, sneakers bianche. Sorridente, dopo una lunga notte di festeggiamenti al teatro-discoteca Spazio Diamante, a Roma, dove con i suoi ha atteso l’esito dello spoglio e poi ha festeggiato.

Enrico Letta con Elly Schlein
Enrico Letta con Elly Schlein

Schlein sente Mattarella. Meloni: "L'ho chiamata, mi aspetto opposizione durissima"

Il passaggio di consegne con Enrico Letta non è formale. I due restano a parlare per un’ora e davanti ai fotografi lui le regala una melagrana di ceramica rossa "simbolo di prosperità e fortuna". Prima Schlein ha ricevuto una telefonata del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che l’ha inorgoglita, e una che per certi versi l’ha sorpresa, della premier Meloni. "Ho chiamato Elly Schlein – conferma la presidente del Consiglio a "Cinque minuti" di Bruno Vespa – per farle anche personalmente i miei auguri, ovviamente mi aspetto una opposizione durissima, io ho fatto una opposizione durissima. Il confronto delle idee non mi ha mai preoccupato, mai spaventato. Le ho sentito dire che il Pd sarà un problema per il governo Meloni: per noi la democrazia non è stata un problema mai, semmai lo è stato per la sinistra. Per noi il confronto se è fatto sulle idee è una buona notizia". Per Schlein sarà una opportunità per recuperare il consenso perso. E quindi: en garde , come nel fioretto.

La galassia di Elly Schlein. Ecco i nomi in ballo per la segreteria

Schlein – che sarà formalmente segretaria solo dopo l’assemblea nazionale convocata per il 12 marzo – di idee in discontinuità per il Pd ne ha parecchie. Ma la prima cosa che vuole è portarvi al suo interno l’energia di chi l’ha voluta ma è fuori dal partito, e lavorare per l’unità di chi già c’era. Parrebbero due cose in contraddizione, ma lei giura di no. "Il massimo sforzo di questi giorni – dice – sarà quello di lavorare per la massima unità di questo partito. La responsabilità che sentiamo è quella di tenere insieme questa vivace comunità democratica, avere cura della sua storia, dei suoi valori, proiettarli al futuro di fronte alle sfide nuove". "Riuscire a tenerle insieme oggi è fondamentale – avverte Schlein – perché c’è bisogno di lavorare tutte e tutti per il rilancio, per rialzare la testa, per riorganizzare un’opposizione in Parlamento e nel Paese. Tenere insieme la comunità è essenziale, senza rinunciare più a una linea politica chiara, comprensibile, che è quella che ieri le persone che hanno votato alle primarie".

Una linea di cambiamento, per quale ha bisogno delle sue truppe. "Intendiamo lavorare da subito per aprire il prima possibile il nuovo tesseramento – annuncia – ci sembra un’occasione straordinaria per aprire le porte affinché il popolo delle primarie possa finalmente entrare far parte di questa comunità democratica". Se funziona, aiuterà a cambiare gli equilibri e darle una base più strutturata. Il suo è anche un cambio generazionale, come si vedeva ieri sulla terrazza del Nazareno con i vari Marco Furfaro, Chiara Gribaudo, Alessandro Zan, Marco Sarracino (e l’anagraficamente meno giovane ma assai motivato Francesco Boccia) a fare gli onori della nuova segreteria.

Ma come sarà? Su temi come la ferma difesa di scuola e sanità, la tutela del lavoro e in particolare quella dei “nuovi lavori“, il femminismo, le migrazioni, l’ambiente, una sintesi è possibile. Il rischio fratture si apre per questioni molto delicate come i diritti e soprattutto la guerra in Ucraina. Perché è vero che Elly Schlein ha ribadito chiaramente il suo sostegno al diritto dell’Ucraina – dal quale proviene il nonno paterno Herschel Schleyen, nato nel 1892 a Zolkiew, una piccola città poco distante da Leopoli – a difendersi, ma sulle armi è stata ambigua e lì avrà i suo battesimo del fuoco: inizierà a misurarsi con il difficile e da lei auspicato dialogo con M5s, che la aspetta al varco, e, di contro, con i compagni socialisti europei, con l’America della quale è cittadina e con l’Europa dell’Est dal quale vengono i nonni paterni (Ucraina e Lituania).

Dal nucleare all'Ucraina: le idee

Non sarà una passeggiata, ma è il bello della politica. I numeri delle primarie sono confortanti. Schlein al 53,75% e Bonaccini al 46,25%. Affluenza a 1.1 milioni di elettori, 12 regioni vinte contro 8. Ma il punto è ora usarli per cambiare il Pd senza romperlo. La storia di scissioni che questa comunità politica ha alle spalle imporrebbe cautela, ma senza l’entusiasmo e il coraggio Schlein cesserebbe di essere Schlein e il vento del cambiamento che l’ha portata al Nazareno rischierebbe di esaurirsi. E quindi, barra dritta e avanti fino a dove – gloria o infidi scogli – il vento la porterà.

Ora il Pd è più a sinistra

Il podcast di David Allegranti