Sabato 12 Luglio 2025
COSIMO ROSSI
Politica

Pd di nuovo diviso. I big al corteo anti-riarmo. L’ira dell’ala riformista

Non ci sarà la segretaria Elly Schlein, ma sfileranno Bersani e Scotto. Boldrini benedice l’iniziativa, Picierno e Quartapelle no. E Conte sfilerà all’Aja.

Elly Schlein e Pier Luigi Bersani: la segretaria dem non parteciperà alla manifestazione, l’ex leader sì

Elly Schlein e Pier Luigi Bersani: la segretaria dem non parteciperà alla manifestazione, l’ex leader sì

Guerre dai cieli e pace nelle piazze, insofferenze delle folle e sofferenze dei popoli. Non serve la sfera di cristallo per vaticinare il clima di sottesa tensione che si respira alla vigilia della manifestazione promossa a Roma dalle forze politiche, sindacali e associative per domani, sabato 21 giugno, all’insegna del No al piano di riarmo europeo. Un progetto maldigerito dalla stessa maggioranza Pd, unica tra gli alleati del socialismo europeo, e della solidarietà nei riguardi del popolo palestinese di Gaza che da oltre 20 mesi patisce la rappresaglia dopo gli attacchi di dopo l’attacco di Hamas. Scenario ulteriormente complicato dai bombardamenti israeliani sull’Iran in nome del contrasto preventivo ai piani nucleari del regime islamico che tiranneggia il popolo persiano. Un piano industriale di riarmo al tempo stesso sostenuto dalla minoranza dem e dal suo principale esponente di base, ovvero il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che reputa l’europeismo una condizione fondativa e identificativa del Partito democratico, rispetto alla quale non è assolutamente immaginabile derogare, come del resto non fa nessuno dei principali alleati. A cominciare da quelli di Spagna, Germania e altri partner nord-europei che, nonostante le fatiche, continuano a coltivare qualche speranza di sopravvivenza insieme proprio al partito del Nazareno. La manifestazione di domani, che dopo il successo del 7 giugno poteva augurarsi un incremento di partecipazione, è invece diventata un problema per il Pd. Tanto che si è verificata una corsa a tirarsi indietro invece che a partecipare. Non aderisce il partito. Non aderisce la maggioranza di stretta lealtà alla segretaria Elly Schleyn, a cominciare dal responsabile esteri Beppe Provenzano, che anzi puntualizza a Sky che il partito si riconosceva nella manifestazione del 7 promossa insieme agli alleati con la piattaforma condivisa con gli alleati all’insegna della parola d’ordine dei "Due popoli due stati". Non ci sarà neanche Pierluigi Bersaani, osannatissimo insieme alla pasionaria Rosy Bindi il 7. Rimangono solo Arturo Scotto, gli europarlamentari Marco Tarquinicio e Celcilia Strada e il rammarico per l’assenza dell’ex presidente della Camera Luara Boldrini.

La cautela, del resto, è ben ragionata visto come il Movimento 5 stelle e il suo Giuseppe Conte continuano ad appropriarsi della causa palestinese e ad alzare il tiro contro i progetti di riarmo europeo. Alla vigilia del vertice Nato che potrebbe richiedere un ulteriore sacrificio ai governi europei con l’aumento delle spese militari al 5% del Pil, Conte propone un appello ai leader progressisti europei tramite una lettera aperta a diversi giornali continentali. "Riuniamoci all’Aia anche noi in quei giorni cruciali per dare voce a un’altra idea di Europa – scrive il presidente del Movimento 5 stelle – Confrontiamo e facciamo dialogare le nostre idee all’Aia per ricostruire il nostro futuro, minacciato da questa scellerata corsa al riarmo".