Pd, Calenda: "Partito da psichiatri, merita l'estinzione"

L'ex ministro: "Sono convinto che alle prossime europee il Pd non ci debba essere". E rivela: "Gentiloni e Renzi non si parlano dal 4 marzo". Martina: "Ora stop alle polemiche" Caos Pd, tutto quello che c'è da sapere. Congresso, candidati e cene - di ETTORE MARIA COLOMBO

Pd, Ca.rlo Calenda (foto Ansa)

Pd, Ca.rlo Calenda (foto Ansa)

Roma, 18 settembre 2018 - Non si placa la polemica all'interno del Pd. Anzi, il clima si surriscalda di giorno in giorno. Oggi nuovo affondo di Carlo Calenda. L'ex ministro, dopo l'annullamento della cena con i leader dem, afferma che ai dirigenti del Pd "non importerà" di perdere le prossime elezioni europee e regionali: "Quello che importa a loro è il congresso. Sta diventando un posto in cui l'unico segretario che si dovrebbe candidare è il presidente dell'associazione di psichiatria". Intervenendo a Circo Massimo, su Radio Capital, in cui nell'esprimere il rammarico per la cena saltata ha sostenuto che il Pd "merita l'estinzione". "Sono convinto che alle prossime europee il Pd non ci debba essere", ha detto l'ex ministro, "serve un fronte repubblicano, progressista, che recuperi la parte di classe dirigente locale e nazionale capace ma che spazzi via un partito che ha come unico obiettivo quello di spartirsi una torta sempre più piccola tra dirigenti che sono usurati, che pensano solo a questo dalla mattina alla sera". Il segretario del Pd Maurizio Martina ribatte chiedendo a tutti "più generosità e meno arroganza". Il segretario chiarisce: "Se si parla del Pd bisogna avere rispetto prima di tutto dei suoi militanti, iscritti, amministratori, elettori che lavorano con passione e non si meritano certi titoli. Adesso basta. Chi pensa che il Pd si debba estinguere non capisce che oggi questa comunità è l'unico argine al pericolo di questa destra''.

"Il congresso doveva esserci, per me, settimane fa"

Calenda non risparmia critiche a nessuno: "Con Gentiloni e Minniti parlo continuamente. Nel Pd c'è un'entità, che si chiama Renzi, che non si capisce cosa voglia fare e che va avanti per conto suo. È una roba un po' singolare. È stato un presidente del Consiglio che all'inizio aveva veramente voglia di cambiare l'Italia e che ha fatto cose buone. È un grosso peccato". E ancora: "L'unica cosa che vuole fare il Pd in questo momento - analizza l'ex ministro - è una resa dei conti fra renziani e antirenziani in vista di un congresso che doveva esserci, per me, settimane fa, e tutto sarà paralizzato in questa cosa di cui al paese non frega nulla. Nel frattempo, l'opposizione si fa in ordine sparso". Nessun pentimento, però, sull'aver preso la tessera del Pd: "È l'unico modo, finché non ci sarà qualcos'altro, per dare un contributo. Mi sono iscritto, ho fatto proposte, e non è servito a nulla. Non sento il segretario del Pd da due mesi, quando è andato a Taranto non ha fatto neanche un colpo di telefono".

"Gentiloni e Renzi non si parlano dal 4 marzo"

L'ex ministro è un fiume in piena: "Il quadro è drammatico, ed è drammatico perché nessuno parla con nessuno, non ci si fida di nessuno, qualunque iniziativa viene presa come un'aggressione contro altri. Basti pensare che Gentiloni e Renzi non si parlano dal 4 marzo. Ma se rispetto alla situazione generale la reazione del partito di opposizione è questa come facciamo a stupirci che stiamo al 16%?". Calenda, poi, spiega che l'invito a cena "nasceva non per fare una strategia congressuale, ma banalmente per ricostruire un rapporto tra Gentiloni e Renzi, e soprattutto per cercare di compattare un gruppo per fare opposizione in maniera strutturata. Poi sono partite cose surreali, tipo Zingaretti che invita un operaio e uno studente, che non c'entra niente. Poi gli altri del Pd, uno dice che sta a dieta, l'altro che organizza un panino... insomma, è diventata una buffonata. Anzi, un'abbuffata di parole, in pieno stile di autolesionismo del Pd".

"Renzi da tempo ti dice A e poi fa B"

Il primo a sfilarsi, dopo aver in un primo momento accettato l'invito, è stato l'ex premier Renzi: "Ha risposto tramite retroscena, dicendo che non sarebbe venuto perché lui si occupa dei destini dell'universo del paese e quindi non se ne frega niente di andare a una cena", attacca Calenda. "Non so bene quale sia l'interesse di Renzi, che da molto tempo ti dice A e poi fa B. Penso che se dici 'io ci sarò' e poi fai uscire certi retroscena... è un modo di fare non serio, a cui ormai sono abituato da mesi".