Martedì 23 Aprile 2024

Crisi di governo, Patuelli: priorità alla manovra

Il presidente dell'Abi: "Urne o governo di transizione, l'esercizio provvisorio va evitato"

Antonio Patuelli (Ansa)

Antonio Patuelli (Ansa)

Roma, 15 agosto 2019 - "Non ho mai espresso valutazioni politiche e mai ho indicato preferenze sulla composizione dei governi. Questo non significa che non siamo preoccupati". Il presidente dell’Associazione bancaria italiana (Abi), Antonio Patuelli, si mantiene distante dalle polemiche politiche di questi giorni, ma nello stesso tempo non nasconde il suo punto di vista.

"Sono preoccupato per le incertezze che la crisi può determinare sui mercati e sugli investitori istituzionali, che influiscono sullo spread e sugli andamenti di Borsa. La politica non si dimentichi delle esigenze dell’economia, il cui calendario non segue quello della politica".

Presidente Patuelli, quali sono le più urgenti? "Le scadenze sono determinate dalla Costituzione, dalla legge e dai trattati europei. Quindi il 15 ottobre per la legge di bilancio, e molto vicina, il 26 agosto per la nomina del commissario europeo. Le esigenze dell’economia sono indifferibili".

Che tipo di commissario si auspica per il nostro Paese? "Oltre un anno fa, fui il primo a dire che per l’Italia era indispensabile un commissario economico".

L’agricoltura è un commissario economico? "Si, certo, è da considerarsi tra quelli".

Perché è così importante un commissario economico? "Perché partecipa a tutte le riunioni e alle decisioni di politica economica, che ci riguardano da vicino".

Indipendentemente da come si evolverà la crisi, che cosa si augura dal prossimo governo? "Nelle settimane passate durante gli incontri ai massimi vertici tra parti sociali e governo è emersa una convergenza assolutamente inedita di tutti, imprenditori e sindacati, sulla priorità della riduzione del cuneo fiscale. Mi pare un’indicazione ineludibile. Come quella di ricreare un clima di fiducia generale, che permetta a tutti di crescere".

E se la crisi dovesse trascinarsi? "L’esercizio provvisorio è un rischio che va evitato assolutamente. Perché i mercati lo valutano sempre negativamente".

Par di capire che, secondo lei, le banche e le imprese non gradiscano la conflittualità politica di questi ultimi mesi... "La conflittualità non è solo degli ultimi mesi. È cronica da anni. Viviamo una fase di instabilità".

Ma anche una volta non c’era... "Si, è vero, ma erano situazioni diverse. Penso ai migliori governi che ha avuto l’Italia, e mi vengono in mente quelli di De Gasperi. Era una conflittualità che si verificava all’interno di un indirizzo indiscusso per cui le grandi scelte erano quelle indipendentemente dal cambio dei governi. Ai mercati servono certezze, e occorre dargliele".

Quali in primis? "Una decisa scelta verso la riduzione del debito e della spesa pubblica, una forte attenzione per gli investimenti infrastrutturali materiali e immateriali, una riduzione del cuneo fiscale".

In questo quadro, le banche italiane che apporto hanno dato? "Le banche hanno fatto sforzi incredibili di auto risanamento. Abbiamo avuto 12 miliardi di spesa per salvataggi di banche concorrenti. Proprio per questo abbiamo bisogno di un quadro in cui innanzitutto l’economia venga tenuta in conto, perché occorre ricreare i presupposti della fiducia. Sviluppo e crescita sono le nostre stelle polari".