Tentati dal partito personale? È un flop

Si salva Conte: una sua formazione avrebbe il 10%. Renzi, Calenda e Toti fanno peggio

Il premier Giuseppe Conte (Ansa)

Il premier Giuseppe Conte (Ansa)

Roma, 15 settembre 2019 - In Italia i partiti nascono come i funghi, anche se questo non si traduce in un cambiamento della classe politica. Anzi. Basti pensare che il partito più anziano presente in Parlamento è la Lega, ma molti sono i deputati di questa legislatura che hanno militato nella Dc, nel Pci e nell’Msi, sigle che oggi sembrano preistoria. Il clima di incertezza politica è il terreno fertile per poter pensare alla creazione di nuovi soggetti politici. 

Anche se il governo Conte ha ottenuto recentemente il voto della maggioranza nei due rami delle Camere, al Senato basterebbe l’insoddisfazione di appena 9 senatori per far cadere tutto. Quindi anche l’accordo giallorosso viaggia sui carboni ardenti e i politici non possono farsi trovare impreparati all’eventualità di una nuova crisi di governo, visto che l’esito scontato questa volta sarebbe quello delle elezioni anticipate. Non è un caso, infatti, che proprio durante questa crisi estiva sono emerse quelle che sono molto di più che semplici suggestioni o fantasie politiche, come, per esempio, la possibilità che possano nascere partiti sull’impronta personale di alcuni leader, si è parlato del partito di Matteo Renzi, dello stesso Conte o anche di Carlo Calenda, visto che è stato il primo esponente democratico che si è dimesso dal partito in quanto non ha condiviso la scelta di accettare l’accordo con il M5s.

Nel centrodestra, invece, la frattura si era già consumata prima dell’estate con la fuoriuscita di Giovanni Toti da Forza Italia e la nascita del suo partito denominato "Cambiamo!". È vero, però, che i partiti forti nascono nelle piazze per poi arrivare in parlamento. Questo è quanto accaduto al M5s, tanto per fare un esempio recente, o agli stessi Berlusconi o Bossi se ci riferiamo al passato. La storia ci racconta che i partiti nati da scissioni parlamentari hanno avuto sempre poco successo nelle urne. Quanto valgono questi nuovi soggetti politici? Bisogna prima di tutto premettere che testare partiti che non sono realmente presenti nel mercato elettorale è un’operazione difficile, nel senso che spesso gli italiani pensano di essere attratti da una nuova lista in quanto proietta su di essa le proprie attese, ma poi quando la politica passa dall’immaginario al reale il più delle volte prevale la delusione e quindi il consenso potenziale scema. 

Tra le possibili new entry quella con più probabilità di successo è l’ipotetico "Partito di Conte". Oggi viene accreditato al 10%, anche se bisogna notare che questo valore è rimasto praticamente costante nel corso degli ultimi tre mesi, cioè anche nel passaggio tra il Conte 1 e il Conte 2. Una delle particolarità è che nel profilo di questo soggetto politico avrebbero egual peso sia gli elettori provenienti dal Pd (3%) che dal M5s (3%) mentre un ulteriore 4% arriverebbe da coloro i quali non hanno un partito di riferimento o che si sono astenuti. Insomma un posizionamento tendente verso il centrosinistra. Per l’ipotetico partito di Renzi il consenso al momento è del 5%, ma in questo caso bisogna dire che il trend è in decremento da quando si iniziò a parlare di questa eventualità, cioè subito dopo le sue dimissioni da presidente del Consiglio. A quei tempi questo nuovo soggetto politico attraeva circa il 10% dell’elettorato, oggi invece raccoglierebbe appena la metà di quei voti. 

La composizione degli elettori attratti è formata dal 3% da votanti Pd, 1% da forzisti e 1% da coloro che non hanno un partito di riferimento. Percentuali invece minori per il possibile partito di Calenda che comunque partirebbe con il 2,5% dei consensi e che gli provengono per la metà da elettori democratici e per la rimanente parte da quelli che non sono fidelizzati ad alcun partito. Così anche per il partito di Toti che più che una ipotesi è una realtà in quanto ha già depositato il simbolo "Cambiamo!" e sarà presente nelle prossime elezioni regionali. Il consenso è dell’1,5%, in pratica sono quasi tutti voti provenienti dall’elettorato di Forza Italia.

*Nota informativa ai sensi dell'art. 4 del Regolamento Agcom - Delibera n°256/10/CSP. Data di realizzazione: 13/09/2019. Committente: QN Quotidiano Nazionale. Estensione territoriale: nazionale. Campione: Panel Omnibus rappresentativo degli elettori italiani. Tecnica di somministrazione delle interviste: Cawi. Consistenza numerica del campione: mille. Rispondenti: 91%