Giovedì 25 Aprile 2024

Montecitorio, miss e novizi. Di Maio accoglie i grillini: "Venite, siete bellissimi"

Sbrigano le formalità di rito 334 neoeletti, per lo più pentastellati. Big assenti Presidente del Senato verso Forza Italia Presidente della Camera al Movimento 5 Stelle, c'è l'intesa

La grillina Enrica Segneri esce dopo la foto per il tesserino (LaPresse)

La grillina Enrica Segneri esce dopo la foto per il tesserino (LaPresse)

Roma, 21 marzo 2018 - "Questo palazzo per me è un tempio". Li accoglie così Luigi Di Maio i neo eletti, detti già l’Orda d’Oro – nome con cui sono state già ribattezzate le nuove truppe grilline: 221 deputati – raccolta nell’auletta dei gruppi di via della Missione. "Siete bellissimi", dice loro coccolandoseli, orgoglioso dei suoi nuovi soldati.

Presidente del Senato verso Forza Italia

Presidente della Camera al Movimento 5 Stelle, c'è l'intesa

Ieri alla Camera dei deputati, come il giorno prima al Senato della Repubblica, i protagonisti del ‘primo giorno di scuola’ sono loro, i pentastellati. I neo deputati degli altri partiti arrivano alla spicciolata: per lo più sono facce conosciute, anche se i nuovi, specie nella Lega, sono tanti. Su 630 vecchi e nuovi deputati, ieri hanno sbrigato le formalità di rito in 334 e, appunto, erano quasi tutti grillini. Solo che palazzo Montecitorio è assai diverso da palazzo Madama, sede del Senato: là è un’oasi di quiete e di spazi, qua – nonostante un palazzo enorme e le sue numerose e belle propaggini (i palazzi di fianco e a esso collegati) – è una Suburra. Il Transatlantico, detto anche il Corridoio dei Passi Perduti , l’appartata Corea, la famosa Buvette, ma il vero pericolo è dato un’intera categoria, quella dei giornalisti. Dentro al Movimento la chiamano 'la muta dei cani' e invitano tutti, specie i neo-eletti – che, intimoriti, si limitano a dire loro ovvietà – a restarne a debita distanza. Chi non si fa spaventare è il reietto ed espulso, a oggi, dai 5 Stelle, patron del Potenza Calcio, il vulcanico Salvatore Caiata. Si fa vedere tutto felice alla Buvette, nega ogni desiderio di dimissioni, ma assicura che vuole rimanere nel Movimento, anche se per ora si iscriverà al gruppo Misto.

In teoria, per sbrigare le formalità di rito, che si svolgono nella sala del Mappamondo, al primo piano, bisognerebbe attendere la raccomandata della Corte d’Appello, ma molti non ce l’hanno fatta ad aspettare e sono venuti lo stesso. Il più puntuale è il rettore dell’università di Messina, Pietro Navarra, eletto nelle fila del Pd, uno dei pochi sopravvissuti in Trinacria. Tra i veterani, Guglielmo Epifani e Pier Luigi Bersani (Leu). Sempre tra i dem, si riconoscono il presidente Matteo Orfini, Walter Verini, Roberto Morassut, David Ermini (che, per scaramanzia, non ha ancora preso casa), Alessia Morani che chiede al collega "che cosa scrivo sulla scheda personale?" ("scrivi avvocato e basta", dice Ermini), mentre il costituzionalista Stefano Ceccanti è la new entry.

Tra le curiosità c’è, in Forza Italia, un omonimo di uno dei suoi storici fondatori, Antonio Martino, eletto in Abruzzo. Fende il Transatlantico, con passo felpato e con maglione da intellettuale bohemienne la ‘mente’ economica della Lega, Claudio Borghi, che ribadisce di voler "uscire dall’euro". Non passano inosservate Matilde Siracusano (FI), ex concorrente di Miss Italia, nipote del Martino quello ‘vero’, Marta Fascina da Portici, bellissima bionda eletta in Campania sempre in FI e per volontà di Berlusconi, o Giusi Bartolozzi, avvenente magistrato eletta ad Agrigento. Mancano, invece, almeno per ora, all’appello i pochi big della nuova Camera. Boldrini, Gentiloni, Meloni aspettano.