Papa Francesco, la balla del complotto

Dopo aver sminuito la guerra che divide la Curia, l'Osservatore romano evoca trame oscure. Ne prendiamo atto, ma non ci prestiamo alle manovre altrui.

Folla, foto e sorrisi per papa Francesco in piazza San Pietro (Lapresse)

Folla, foto e sorrisi per papa Francesco in piazza San Pietro (Lapresse)

Roma, 23 ottobre 2015 - RACCONTAVA un vecchio e scaltro capo di servizio segreto che il più delle volte la prassi non è, come si tende a credere, quella di far circolare informazioni false, ma di usare informazioni vere per costruire scenari falsi. Scenari funzionali all’interesse del momento. I teoremi, le teorie del complotto, le ossessioni dietrologiche nascono e si alimentano spesso così. E in molti ci sguazzano. Dunque: che rapporto c’è tra l’outing omosessuale del cardinal Charamsa alla vigilia del Sinodo, la lettera anti-Francesco che sarebbe stata firmata da 13 cardinali a inizio ottobre e la notizia sullo stato di salute del Papa pubblicata mercoledì dal nostro giornale? Con tutta evidenza nessuna, ma per qualcuno fa tutto parte di uno stesso piano volto a “delegittimare papa Francesco”. Ci sarebbe da ridere, se la questione non fosse seria. 

Ma la questione è seria non tanto perché abbiamo scritto che il Papa ha un tumore alla testa (tumore curabile e che in nulla incide sulle sue funzioni), quanto perché in molti hanno preferito abbandonarsi voluttuosamente alla teoria del complotto. E’ questa infatti la linea adottata dalla Santa Sede e di conseguenza fatta propria da alcuni vaticanisti. Perché lo fanno?

LO FANNO per reagire a presunti complotti orditi da cardinali scontenti del Papa. Papa che a noi da questo punto di vista non dispiace proprio perché, con impeto rivoluzionario, scontenta certi cardinali. Ma così, di presunto complotto in presunto complotto, si finisce per non parlar d’altro, facendo spesso un torto alla verità e in alcuni casi anche alla decenza. Bizzarro meccanismo, questo. Che rischia di tradursi, superata la fase della chiamata alle armi e della caccia all’uomo, nella classica profezia che si autoavvera. Insomma, c’è un conflitto in atto che prescinde da noi e al quale non abbiamo alcuna intenzione di partecipare.   METTIAMOLA allora così: l’unico, concreto, effetto della notizia che abbiamo pubblicato è stato che la Santa Sede ha per la prima volta detto ufficialmente che in Vaticano c’è chi ordisce complotti contro papa Francesco. Ammissione interessante, che però non ci riguarda direttamente. Non ci riguarda perché noi viviamo fuori dalle Mura Leonine e come noi anche le fonti da cui la notizia è, un po’ alla volta, sgorgata. Grottesco pensare che il ‘Quotidiano nazionale’ sia parte attiva di una trama ai danni di papa Francesco. Offensivo insinuare che sia stato strumento inconsapevole di un intrigo ordito da altri. Le cose accadono e ogni cosa che accade ha di solito una sua spiegazione particolare. Nel nostro caso, ci è accaduto di imbatterci in una notizia e di pubblicarla nel momento in cui ne abbiamo avuto definitivo riscontro. Pubblicheremmo anche altro, se potessimo. Ma nel farlo violeremmo l’impegno alla riservatezza stretto con le nostre fonti.    PER NOI, dunque, la questione si chiude qui. Era nostro dovere scrivere quel che sapevamo almeno quanto era dovere dei medici interessati smentirci. Ognuno, a questo mondo, fa il suo dovere o, in alcuni casi, la sua parte in commedia. Continuare a rispondere alle voci e ai sospetti ci obbligherebbe a dare al nostro lavoro la forma della campagna stampa e questo, oltre ad imporci un ruolo che non ci piace, non farebbe altro che alimentare nuove voci e nuovi sospetti. Metterci a chiosare le versioni ufficiali, quel che dicono e quel che omettono, sarebbe inutile. Avvilente sarebbe invece mettere a confronto le parole dette in privato con quelle declamate in pubblico. Ciascuno ha il suo stile, nessuno è perfetto. Sarà il tempo a dire chi aveva ragione.