Giovedì 18 Aprile 2024

Pace fiscale, c'è l'accordo in Cdm: "Via scudo penale e capitali all'estero"

Il premier Conte: "Approvata la stesura definitiva"

Di Maio, COnte e Dalvini: foto di gruppo dopo il Cdm (Lapresse)

Di Maio, COnte e Dalvini: foto di gruppo dopo il Cdm (Lapresse)

Roma, 20 ottobre 2018 - Dl Fisco, accordo fatto. Il clima all'interno della maggioranza resta incandescente per tutta la mattinata sul caso del condono, ma tutto si appiana poi nel Consiglio dei ministri del pomeriggio. Fino all'ultimo istante due vicepremier - il leghista Salvini e il pentastellato Di Maio - si sono accapigliati, litigando persino sull'opportunità di tenere un pre-vertice a tre con Conte. Alla fine l'incontro si tiene, a Palazzo Chigi: si è parlato del decreto fiscale ma c'è stato anche un "chiarimento politico" più ampio, ad esempio sugli emendamenti che il M5s ha presentato al dl sicurezza, con Di Maio che alla fine assicura Salvini: sugli 81 emendamenti del M5S la "soluzione la troveremo". 

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L'ANNUNCIO DI CONTE - "Mi ero riservato una rilettura dopo i dubbi di natura tecnica che si erano posti - dice il premier appena uscito dal Cdm - Abbiamo approvato il decreto fiscale nella sua stesura definitiva, abbiamo raggiunto un pieno accordo". E in particolare: "Abbiamo ribadito le coordinate originarie. Non ci interessa dare scudi per capitali all'estero, e abbiamo eliminato delle cause di impunibilità". E quindi, prosegue Conte, "la dichiarazione integrativa riguarda il 30% in più di quanto già dichiarato con il tetto di 100mila per anno d'imposta: no a scudi di sorta all'estero".

"C'è un accordo politico per cui in sede di conversione di questo decreto legge troveremo una formulazione adeguata a tutti i contribuenti che versano in situazioni di specifiche, oggettive, oggettiva, difficoltà economica - specifica poi il premier - Nella sostanza ora consentiremo un ravvedimento operoso ma abbiamo pensato che forse resta scoperto una delle promesse contenute nel contratto".

Più in generale, "stiamo varando i piani di riforme strutturali più importanti della storia d'Italia - ha detto il premier - Sono tutti provvedimenti che stanno uscendo nell'arco di qualche settimana. Sono queste le misure che servono al nostro Paese. Da queste riforme ci sarà un incremento del Pil dallo 0,5% all'1,2%", aggiunge mentre fonti del governo fanno sapere che la bollinatura del testo dovrebbe arrivare lunedì.

LA 'MANINA' - Conte a questo punto cerca di spiegare: "L'articolo 9 del dl è stato redatto nel corso di svolgimento del Cdm. Mi è stato portato un foglio, e si tratta di norme complesse e ho preferito quindi io stesso riassumere i termini dell'accordo politico e non enunciare l'articolo parola per parola che, comunque, non avrebbe chiarito", ricostruisce il premier.  "Ci siamo riservati di valutare se la traduzione tecnica esaudisse l'accordo politico raggiunto e quando siamo andati a confrontare abbiamo visto che la traduzione tecnica non rispecchiava l'intesa politica".

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SALVINI -  Il vicepremier leghista sembra sollevato: "Le polemiche di questi giorni hanno portato non a un passo indietro ma un passo avanti", spiega, sottolineando che "si chiudono due-tre giorni surreali, ma non tutto il male viene per nuocere. Recuperiamo quello che c'era nel contratto di governo, ovvero il saldo e stralcio. Chiudiamo questa settimana con serenità, fiducia e compattezza e con l'impegno che in sede di conversione del decreto ci sarà il saldo e stralcio per chi si trova in difficoltà economica, ben perimetrata". Perché "vogliamo riportare a nuova vita gli italiani ostaggio di Equitalia". E spiega: "Chiudiamo la settimana con serenità, fiducia e compatezza. Io, Di Maio e Conte siamo tre uomini di parola".

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DI MAIO - Ancora più entusiasta il vicepremier pentastellato: "Si crea lo Stato amico dei più deboli - esulta - Finalmente si sostituisce a uno Stato nemico che ha distrutto la vita di commercianti e risparmiatori. E' un passo avanti per gli italiani". E spiega: "Potenziamo lo strumento di saldo e stralcio delle cartelle Equitalia per tutte le persone in difficoltà. Abbiamo ribadito all'unanimità in Cdm che non c'è alcuna volontà di favorire chi ha capitali all'estero. È stato un pomeriggio di lavoro proficuo".

Nello specifico, "la dichiarazione integrativa esisteva già nell'ordinamento, noi mettiamo il tetto di centomila euro l'anno, si può integrare non più del 30% e si paga il 20%. La dichiarazione integrativa la miglioriamo".

NON SI ESCE DALL'EURO -  Salvini e Di maio sono d'accordo: "Non c'è alcuno proposito di uscire dall'Ue o dalla moneta unica, stiamo bene in Ue le cui regole vogliamo modificare", dice Salvini. E Di Maio aggiunge: "Finché resterò capo politico del M5S e finché ci sarà questo governo non c'è nessuna volontà di lasciare Ue o la zona euro, c'è la volontà di sedersi con le istituzioni Ue". 

LE TENSIONI - La giornata non era iniziata benissimo con Salvini che, prima ancora di arrivare a Roma, metteva le mani avanti: "Conte ha la mia stima e ha sempre ragione, l'unica cosa è che stavolta chiederò che quando lui leggerà il decreto e Di Maio prenderà nota, una copia la voglio anche io. Altrimenti poi non vorrei che si ricominciasse da capo. È un fraintendimento, un misunderstanding". 

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Di Maio non era da meno. "In Cdm togliamo il condono per gli evasori e lasciamo la pace fiscale. La Lega ha detto che non vuole il condono e questo li rende gli amici ritrovati", spiegava per poi rintuzzare le parole del leader leghista. "Oggi chiariremo la questione del condono: daremo due copie del testo a Salvini, così non si sbaglierà più: l'articolo 9 non è mai stato letto. Ma ora smettiamola e andiamo avanti senza condono". Eppure, nel rimpallo delle dichiarazioni a distanza, alla domanda "siete amici ritrovati come dice il leader 5 stelle?" Di Maio replicava: "Non ci siamo mai persi".

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In una nota pre-Cdm, il ministro dell'Interno assicurava: "Alla Lega non interessa nessun condono, nel contratto si parla di saldo e stralcio delle cartelle di Equitalia solo per chi ha fatto la dichiarazione dei redditi e non è riuscito a pagare tutto. Manteniamo gli impegni, rispettiamo il contratto e aiutiamo gli Italiani onesti, noi saremo felici e contenti".

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Intanto la manovra è finita sotto attacco di Confindustria. "È evidente che sia la lettera della Commissione europea che il declassamento (di Moody's, ndr) erano nelle cose. La sfida che il governo deve fare propria è sulla crescita, spiegare l'analisi di impatto di questa manovra, evidentemente correggerla, postando più risorse sulla crescita", ha detto stamani il presidente Boccia. Altrimenti, ha aggiunto, "la partita è persa".

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