Mercoledì 24 Aprile 2024

Salvini cede sulla pace fiscale. Di Maio ricambia sulla sicurezza

Tregua armata per la Ue. "Moody’s? La manovra non cambia"

Di Maio, Conte e Salvini in conferenza stampa (Ansa)

Di Maio, Conte e Salvini in conferenza stampa (Ansa)

Roma, 21 ottobre 2018 - Hanno duellato fino all’ultimo minuto prima di trovare un accordo sul decreto fiscale. Con Salvini che avvertiva di voler chiedere «una copia del provvedimento». E Di Maio che replicava piccato: «Gliene daremo due...». Ma alla fine è prevalso il buon senso e domani il decreto fiscale andrà alla bollinatura. In tempo utile per non guastare la festa dei 5 Stelle al Circo Massimo. Ma anche per blindare l’alleanza gialloverde dopo il tiro incrociato di Moody’s e Ue sui conti pubblici. Non a caso, ieri, al centro della riunione di emergenza dell’esecutivo, c’è stata anche la dura missiva arrivata da Bruxelles sul tavolo del ministro dell’Economia, Tria. Ma su questo punto è rimasta l’unione d’intenti dei due vicepremier, decisi a tirare dritto confermando entrambi le grandi cifre della legge di Bilancio, a partire dall’intenzione di mantenere il rapporto deficit-Pil al 2,4%.

Quanto basta, insomma, per spingere Di Maio e Salvini a siglare la pace dopo una settimana di accuse reciproche. Tanto che è lo stesso Salvini a dare la lettura più sincera della situazione: «Abbiamo tanti avversari fuori che sono interessati ad avere un’Italia precaria, in ginocchio e serva che dentro abbiamo il diritto dovere si andare d’accordo. Io condizioni non ne pongo».

Di Maio mette a segno due punti a suo favore: la non punibilità dei reati di riciclaggio e lo stop della sanatoria per i capitali rientrati dall’estero. Ma anche Salvini è soddisfatto: «Non c’è stato nessun passo indietro ma un passo avanti». Con l’occhio già rivolto a un possibile scambio di ‘cortesie’ sul fronte del decreto sicurezza. Infatti, i grillini si sono detti disposti a ritirare gli emendamenti non condivisi, a cominciare da quelli sulla legittima difesa.  In cambio il Carroccio deporrà le armi sulla sanatoria edilizia a Ischia, cara al Movimento. Ma la Lega porta a casa qualche piccolo risultato anche sul decreto, confermando il meccanismo di saldo e stralcio sulle cartelle Equitalia non solo sulle sanzioni, ma anche sul capitale. Il che di fatto estende il condono dal non dichiarato al non pagato.Il numero uno del Carroccio, poi, sgombra anche il campo dalle accuse delle ‘manine’ che avrebbero manipolato il testo. Sospetti che puntavano diritto sul sottosegretario Giancarlo Giorgetti

«Non c’è stata nessuna manina ma solo un testo che non è stato approfondito, come è successo tante volte in passato», aggiunge Conte. Che promette nuovi ritocchi nel corso del cammino parlamentare del provvedimento «per venire incontro ai contribuenti in difficoltà». Un modo per lasciare aperto uno spiraglio per la Lega. Nessuno dei due alleati, insomma, può dirsi davvero sconfitto. Ma, fra il Carroccio e i 5 Stelle più che di pace piena è il caso di parlare di tregua armata in vista dei prossimi appuntamenti elettorali.

A fare da sfondo al decreto fiscale, anche la doppia bocciatura arrivata da Moody’s e Ue.  Salvini e Di Maio hanno respinto al mittente ogni ipotesi di patrimoniale per sanare i conti pubblici. Così come all’unisono i due soci dell’esecutivo hanno smentito qualsiasi intenzione di uscire dall’euro. «Finché resterò capo politico del M5S e finché ci sarà questo governo non c’è la volontà di lasciare l’Ue», ha spiegato Di Maio. Mano tesa anche da parte di Salvini: dopo le accuse al vetriolo degli ultimi giorni ora sarebbe pronto a sedersi a un tavolo sulla manovra con il presidente della Commissione Jean-Claude Junker.