Venerdì 19 Aprile 2024

Pace fiscale, Di Maio: "Al Colle un testo manipolato. Vado in Procura"

Il vicepremier viene poi smentito dal Quirinale. La Lega: "Noi gente seria, non sappiamo nulla di decreti truccati"

Luigi DI Maio a 'Porta a Porta' (Lapresse)

Luigi DI Maio a 'Porta a Porta' (Lapresse)

Roma, 18 ottobre 2018 - La 'bomba' il vicepremier Luigi Di Maio la lancia in serata, ai microfoni di 'Porta a Porta'.  E riguarda la cosiddetta 'pace fiscale', la cui bozza ha fatto discutere tutt'oggi (ecco l'ultimo testo scaricato in Pdf)In sostanza secondo il capo dei 5 stelle al Quirinale è arrivato un testo non concordato, che contiene uno scudo fiscale per i capitali all'estero e la non punibilità per chi evade. Ragion per cui lui domattina andrà in Procura a denunciare. Ma chi è il colpevole? Il vicepremier non chiarisce con chi ce l'ha - la Lega o il Mef? - sostenendo di non sapere se la "manina" che ha riscritto il testo approvato lunedì in Consiglio dei ministri sia "politica o tecnica". 

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Ma nel giro di pochi minuti succede che il Colle smentisce l'invio del testo, e Di Maio si rilassa: se è così "basta allora lo stralcio", dice affrettandosi a confermare "la fiducia a tutto il governo". Fine dell'emergenza? Chissà, l'incidente rischia di avere pesanti strascichi politici, perché il 'bubbone' scoppia proprio mentre il premier è impegnato a difendere la manovra a Bruxelles e il vicepremier leghista Matteo Salvini è in visita a Mosca. Insomma, tira aria di baruffa nel governo gialloverde, tanto che Giuseppe Conte annuncia di aver bloccato l'invio ufficiale della bozza incriminata al Quirinale. Di certo oggi i due alleati sono chiamati a una ricucitura, perché a rischiare ora è l'intero impianto della manovra che sia Salvini che Conte considerano ormai 'intoccabile'.

Le opposizioni intanto se la ridono del vicepremier perseguitato dalla teoria del complotto. Mara Carfagna: "Di Maio-Addams, vede 'mano' dappertutto" mentre Matteo Renzi ironizza: "E' un uomo disperato. Si è accorto in ritardo di aver dato il via libera a un condono"

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Di Maio a Porta a Porta mostra la bozza 'manipolata' del dl fiscale (Ansa)
Di Maio a Porta a Porta mostra la bozza 'manipolata' del dl fiscale (Ansa)

LA DENUNCIA - Solo poco prima Di Maio lancia in resta aveva dichiarato che al Quirinale è arrivato un testo della manovra economica sulla pace fiscale che è "manipolato, non concordato in consiglio dei ministri". E ancora: "domattina si deposita subito una denuncia alla Procura della Repubblica perché non é possibile che vada al Quirinale un testo manipolato". 

"Abbiamo sempre detto agli imprenditori italiani che dovevamo liberarli dalle grinfie Equitalia", premette Di Maio, ma il testo sulla pace fiscale inserito nella manovra "trasmessa al Quirinale non è quello su cui c'era l'accordo in Cdm", perché "c'è sia uno scudo fiscale per i capitali all'estero che la non punibilità per chi evade. È un fatto gravissimo".

E ripete, precisando: "All'articolo 9 del decreto fiscale c'è una parte che non avevamo concordato nel Consiglio dei ministri. Noi in Parlamento non lo votiamo questo testo se arriva così, questa parte deve essere tolta. Non ho mai detto che si volevano aiutare i capitali mafiosi. Nel testo che è stato trasmesso al Quirinale c'è una sorta di scudo fiscale e una non punibilità per chi evade".

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Quanto ai colpevoli della manipolazione, Di Maio sottolinea: "Non ho ragione di dubitare della Lega. Ci siamo stretti la mano". Quindi "escludo responsabilità politiche perché mi fido delle persone con cui sono al governo". E alla fine il pentastellato assicura: "Confermo la fiducia in tutto questo governo. Ma se cominciamo così e ci facciamo passare sotto il naso testi così allora inizieranno i problemi grossi, ovvero che qualcuno si mette in testa di poter fregare il governo".

LA SMENTITA DELLA LEGA - Gli alleati di Governo non potevano tacere, e a stretto giro di posta arriva la smentita del Carroccio: la Lega nega qualsiasi responsabilità per la "manipolazione" del decreto fiscale denunciata da Luigi Di Maio a 'Porta a porta'. "Noi siamo gente seria - spiegano alcuni esponenti dei vertici della Lega - e non sappiamo niente di decreti truccati, stiamo lavorando giorno e notte sulla riduzione delle tasse, sulla legge Fornero e sulla chiusura delle liti fra cittadini ed Equitalia".

IL QUIRINALE - In tutto ciò l'ufficio stampa del Quirinale - bombardato dai media che chiedono lumi - comunica che il testo del decreto legge in materia fiscale non è ancora pervenuto al Colle per la firma del presidente della Repubblica. DI fronte a questa precisazione Di Maio parzialmente rettifica: "Se il testo non è ancora arrivato al Quirinale allora basterà lo stralcio" della parte non condivisa "e non sarà nemmeno necessario riunire il Consiglio dei ministri". Ma dunque da dove arrivava la notizia del testo manipolato? "Ai miei uffici risulta che il testo sia andato al Quirinale. Se non è così basta lo stralcio", si limita a ripetere DI Maio.

La denuncia del testo manipolato, comunque, finisce pure su Facebook:

IL PREMIER - Fonti di Palazzo Chigi rendono noto che il Presidente Conte - informato mentre era a Bruxelles delle criticità emerse nel decreto legge sul tema della pace fiscale - ha bloccato l'invio ufficiale del testo al Quirinale. Il decreto fiscale è stato anticipato al Quirinale in via meramente informale, come è consuetudine fare in questi casi. Prima dell'invio, spiegano le stesse fonti, il Presidente del Consiglio intende rivedere personalmente il testo articolo per articolo.

NESSUN CONDONO - Sempre a 'Porta a Porta', DI Maio si scalda con chi definisce il provvedimento un condono: "Come fa a essere un condono? Non lo è. Parliamo di misure che già esistevano. E' il primo anno che non ci sono studi fiscali, che non c'è la voluntary disclosure e non c'è nemmeno l'esimente penale" -  sottolinea il capo politico M5s - Andiamo ad aiutare le persone in difficoltà - prosegue - i grandi evasori non sono nel radar della pace fiscale. Per gli evasori non è mai stato così difficile come in questo momento". Malumori nel M5s su questo fronte? "Se voi continuate a chiamarlo condono - risponde Di Maio - è logico che qualcuno si arrabbi. Il condono io non lo vedo".

IL PRECEDENTE - L'accusa contro possibili 'manipolazioni' di provvedimenti non è nuova: Di Maio già in occasione del varo del decreto Dignità, durante una diretta facebook, aveva puntato il dito contro i tecnici del Mef.