Ora i responsabili si chiamano costruttori. Caccia agli Scilipoti del governo giallorosso

Pd e 5 Stelle cercano senatori per il sostegno a Conte in aula: la nuova maggioranza si assesterà attorno ai 158-160 voti. Il socialista Nencini pronto ad abbandonare Renzi. Oltre a lui, altri quattro di Italia viva potrebbero lasciare l’ex premier

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Roma, 15 gennaio 2021 - Tu chiamali, se vuoi, "costruttori". Perché, anche solo fino a ieri, la parola "responsabili" provocava l’orticaria ai Cinque Stelle. Ma, dopo aver governato con la Lega e poi con Italia Viva, ora il tempo dei responsabili, – pardon, costruttori – sembra essere giunto anche per loro. Per voce dell’ex capo politico, Luigi Di Maio. Che ha definitivamente sdoganato l’osteggiato ’cambio di casacca’ per restare in Parlamento e non rischiare il posto nelle urne.

Avanti, dunque, con i costruttori europei che, "come questo governo – sostiene il ministro degli Esteri – in Parlamento nutrono la volontà di dare all’Italia la sua opportunità di ripresa e di riscatto". Più prosaicamente, Clemente Mastella, che dal centro potrebbe dar vita al gruppo di salvataggio del Conte bis, la presenta così: "Se si va al voto, almeno 300 persone non solo non vengono più elette, ma manco vengono candidate. Nessuno vuole firmare la propria condanna. Dunque, andiamo avanti, da bravi democristiani, come non è mai stato Renzi: se lo fosse stato, non avrebbe mai commesso un errore come questo". Eccoli, quindi, i costruttori che avanzano. La loro è un’operazione politica per dare vita alla ’quarta gamba’ della maggioranza a sostegno del governo e, soprattutto, spaccare i renziani, con il ritorno a casa di diversi ex colleghi del M5s.

Ieri si facevano questi conti per Palazzo Madama, prossimo agone della verifica di governo, martedì prossimo. Servono 6-7 senatori (provenienti ad esempio dai centristi di Forza Italia). Altri 4-5 potrebbero arrivare da Iv. Dal Misto, esclusi i 6 di Leu e i 4 di Maie, già in maggioranza, potrebbero arrivare dai 7 agli 8 senatori. In questo modo il governo potrebbe contare su 92 senatori di M5s, 35 del Pd, 7 delle Autonomie, e 17-18 del Misto (di cui 6 di Leu, 4 del Maie e tra i 7-8 senatori ex M5s), 6-7 dai centristi. Per un totale di 158 voti. Con il voto di alcuni senatori a vita, nelle votazioni in cui serve la maggioranza assoluta di 161, si potrebbe navigare in acque agitate, ma comunque governabili.

Quanto al gruppo che dovrebbe ospitare sotto lo stesso tetto i costruttori, si guarda al simbolo del Maie, ma anche a quello dell’Udc, nonostante il niet di Cesa (è alle viste una possibile scissione, se l’operazione dovesse andare in porto). Ma il dramma potrebbe essere dentro Iv, che di sicuro perderà almeno il voto del socialista Riccardo Nencini. "Chi ha maggiori responsabilità è chiamato ad esercitarle fuoriuscendo dalla logica dei duellanti e tenendo fermo il richiamo di Mattarella – ha commentato –. Noi siamo tra i costruttori". D’altra parte, Renzi ha ribadito che ognuno è libero di muoversi come crede, dunque nessuna scomunica alle viste in caso di voto pro Conte.

Ma chi sono, alla fine, questi costruttori pronti a tenere in piedi il Conte -bis? La lista provvisoria include Sandra Lonardo, moglie di Mastella oggi al Misto, Gregorio De Falco, Mario Michele Giarrusso e Saverio De Bonis, ai quali si aggiungerebbero Raffaele Fantetti, Maurizio Buccarella, Carlo Martelli e Antonio Merlo, Paola Nugnes, Tommaso Cerno, Tiziana Drago e Lello Ciampolillo. Tra le fila dei renziani, sarebbero almeno 5 gli ‘attenzionati’: gli ex azzurri Donatella Conzatti e Vincenzo Carbone, l’ex grillina Gelsomina Vono e l’ex dem Eugenio Comincini (descritto come ‘molto sofferente’), oltre al già citato Nencini. Insomma, Renzi perderebbe non solo il numero minimo per formare il gruppo, ma anche gran parte dei suoi componenti.