
Sarà decisivo per qualificarsi ai prossimi Mondiali
È meglio aver squarciato il velo dell’ipocrisia, o affrontare una sfida che vale tutto in un’atmosfera surreale? Stasera al Mapei Stadium di Reggio Emilia (20,45 diretta Rai 1) si gioca Italia-Moldavia, seconda partita per gli azzurri nel girone di qualificazione ai Mondiali. Girone nel quale passa chi arriva primo (e la Norvegia che ha già vinto le prime tre partite, tutte con goleada, oggi sembra irraggiungibile), mentre la seconda andrà a fare quegli spareggi che già nel passato recente sono stati fatali a Donnarumma e compagni. Per aggrapparsi almeno alla speranza di scorta, stasera c’è solo un risultato possibile, ed è la vittoria. La Moldavia ha zero punti come gli azzurri, ma ha già disputato due partite prendendo 8 gol, cinque dalla Norvegia e tre dall’Estonia.
Al di là di chi giocherà (il ct stava preparando qualche cambio soprattutto in difesa prima di dover fronteggiare l’onere dell’esonero, dovrebbero partire titolari Rugani, Cambiaso, Dimarco e Orsolini), è chiaro che la differenza la farà la testa degli azzurri (in foto Lorenzo Lucca), che anche spompi e decimati come sono adesso, restano superiori ai moldavi.
Ma la testa è stata anche il punto debole in tutte le delusioni del ciclo di Spalletti: tra difficoltà nel recepire le istruzioni del ct e un po’ di scollamento nei rapporti, è chiaro che la notizia dell’esonero sicuro dell’allenatore avrà un impatto tutto da valutare nelle menti dei calciatori. Andare in campo con incertezze sul futuro della panchina poteva forse contribuire ad aumentare la confusione nel gruppo, con l’avvicendamento già sicuro anche questo alibi è caduto. Per molti versi le responsabilità diventano quelle individuali dei singoli atleti, nell’affrontare la partita di stasera (e tutte le prossime) con la consapevolezza di non aver più la minima possibilità di sbagliare.
La storia del calcio e dello sport insegna che in questi casi può succedere di tutto: se il legame tra i calciatori e il ct era forte, il modo migliore per onorarlo è fare quello che Spalletti ha chiesto come una sorta di regalo d’addio, ovvero vincere segnando diversi gol.
Se i rapporti erano meno idilliaci di quanto appariva dall’esterno, gli atleti avranno paradossalmente una ragione in più per dare il massimo, anche perché chiunque sarà il nuovo ct di sicuro guarderà con molta attenzione al comportamento dei singoli nella gara di stasera. E in caso di mancata qualificazione per la terza volta consecutiva, le colpe non potranno ricadere tutte sul ct che da domani non lo sarà più... Comunque la si rigiri, la palla ce l’hanno i giocatori. Che sono sicuramente più forti di quanto hanno fatto vedere a Oslo. A patto di essere capaci di dimostrarlo.
d. r.