
Altri 4 coinvolti oltre al governatore della Calabria
Il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, non ha ancora ricevuto nessuna convocazione da parte della procura della Repubblica di Catanzaro nell’ambito dell’inchiesta che lo vede indagato, insieme con altre 4 persone, per corruzione. Era stato lo stesso governatore a dare notizia, attraverso i social, della sua iscrizione nel registro degli indagati e del fatto di aver sollecitato un colloquio con i magistrati. Ieri mattina Occhiuto è volato a Roma, al ministero delle Finanze, per discutere il piano di rientro del debito sanitario. Anche in questo caso ha affidato a un brevissimo video pubblicato su Instragram il suo messaggio ai calabresi. Poche sequenze che lo ritraggono negli uffici del ministero accompagnate dalla frase "Al lavoro per l’uscita dal commissariamento della sanità". Il vicesegretario nazionale di Forza Italia, infatti, ricopre anche il ruolo di commissario ad acta alla sanità regionale e proprio in queste ore che lo vedono sotto la lente della procura, sta discutendo l’uscita dal commissariamento che dura da 18 anni.
A notificare l’avviso di garanzia, lo scorso venerdì, al vice di Tajani, sono stati gli uomini della Guardia di Finanza su disposizione del procuratore capo Salvatore Curcio e del sostituto procuratore Domenico Assumma. L’indagine sarebbe partita da alcuni articoli di inchiesta pubblicati dal quotidiano Domani, nei quali si faceva riferimento agli affari tra Occhiuto e un suo collaboratore. Nel mirino degli investigatori alcuni bonifici sospetti che avrebbe incassato Occhiuto, all’epoca deputato e candidato alla guida della Regione. Una vicenda già sotto il faro dell’Antiriciclaggio che ora gli investigatori vogliono capire meglio.
Gli altri indagati sono, secondo quanto riporta il quotidiano, Paolo Posteraro, ex manager di Amaco, l’azienda di trasporti del Comune di Cosenza, ex funzionario di Ferrovie della Calabria e oggi capo della segreteria di Matilde Siracusano, sottosegretaria del governo Meloni e compagna del governatore. Un altro indagato è Ernesto Ferraro, altro manager vicino al governatore, oggi presidente di Ferrovie della Calabria.
Delle altre due persone che sarebbero indagate nell’inchiesta non si conosce, al momento, l’identità. Sull’inchiesta la Procura di Catanzaro mantiene il massimo riserbo. L’ipotesi dell’accusa è che le nomine dei due manager sarebbero il frutto del loro rapporto di vicinanza col presidente Occhiuto. Sotto i riflettori ci sono innanzitutto gli accertamenti dell’autorità antiriciclaggio di Bankitalia, che avrebbe rilevato una movimentazione sospetta risalente a quando Occhiuto aspirava a diventare presidente della Regione.
Secondo quanto emerso dall’inchiesta giornalistica il governatore avrebbe incassato un bonifico di ventunomila euro nello stesso mese del 2020 in cui la sua società dell’epoca, "Fondazione patrimonio artistico retail", di cui Posteraro è tuttora amministratore delegato, beneficiava di una garanzia del medio credito centrale per ottenere prestiti dalle banche.
Elemento quest’ultimo da chiarire, insieme ad altri oggetto dell’inchiesta. Intanto, sono proseguite anche ieri le prese di posizione e le dichiarazioni di solidarietà in favore di Occhiuto da parte di esponenti politici del centrodestra nazionali e regionali. Da Tajani a Salvini, da Mulè a Schifani il centrodestra si è levato a difesa del governatore. Il Pd della Calabria invece sollecita "al più presto un chiarimento".