Nugnes (M5S): "Ora alleanza col Pd, se si va alle urne è finita"

La senatrice dissidente: "Ricompattiamoci a sinistra per non regalare il Paese alle destre. E Luigi metta in discussione la sua leadership"

Paola Nugnes del M5s in aula al Senato (Ansa)

Paola Nugnes del M5s in aula al Senato (Ansa)

Roma, 9 marzo 2019 - "Do un consiglio a Di Maio: faccia valere la sua maggioranza e cerchi nuove alleanze". La terza via è della senatrice dissidente del M5s, Paola Nugnes, vicina a Roberto Fico.  Il caos sulla Tav dovrebbe indurvi a mollare la Lega?  "Dopo il 4 marzo non ero, come si crede, una fan di un’alleanza con i dem, ma con il senno di poi mi rendo conto che su alcuni temi importanti, come i diritti, avremmo avuto meno problemi, senza sottovalutare quelli che pure avremmo sofferto". 

Crede che Di Maio abbia avviato contatti con Zingaretti, neo segretario del Pd?  "Sto dicendo solo che io lo farei. Il nostro 33% del 4 marzo 2018 viene soprattutto dalla sinistra e dal Sud: abbiamo ricevuto un preciso mandato elettorale". 

Sì, ma anche il Pd è favorevole alla Tav...  "Già, ma non ha fatto granché per farla finora". 

Passare dalla Lega al Pd potrebbe disorientare l’elettorato?  "In Parlamento avremmo quattro anni per sovvertire il calo dei consensi. Se, al contrario, cade il governo e si va a elezioni per il Movimento è la fine". 

Crede ai sondaggi, quindi? "Il calo di elettori lo capisco. Mi sento anch’io come l’elettore medio: non mi riconosco più nel Movimento. Del resto, avendo seguito la Lega dal decreto immigrazione e sicurezza al caso Diciotti, dalla legittima difesa fino al dossier Autonomie, non c’è da stupirsi". 

Insomma, andare al voto per voi sarebbe un bagno di sangue?  "Consegneremmo il Paese alla destra identitaria che è ben altra cosa dalla destra liberale. Senza contare che, vedendo come sono andate le ultime Regionali, daremmo anche un aiuto al Pd a risalire". 

Che cosa dovrebbe fare il M5s per uscire dall’impasse sui bandi? "Un decreto in consiglio dei ministri: dovremmo battere i pugni sul tavolo e bloccarli". 

Tra le ipotesi c’è quella di dire ok ai bandi e poi revocarli.  "Mi pare azzardato. E poi come la mettiamo con il Piemonte? Lì consiglieri e parlamentari sono giustamente infuriati". 

Altra ipotesi: far decidere il Parlamento.  "Eh, no. Qui mi arrabbio. Abbiamo messo il Parlamento solo a ratificare per mesi e poi il governo vuole delegargli una decisione di sua competenza?".

La leadership di Di Maio è in bilico quanto il governo?  "Ha creato una monocrazia. Non ho detto che deve lasciare. Ma è il momento di discutere se deve farlo". 

Non teme di essere cacciata?

"Rubo la frase di Pizzarotti: ‘nessuno conosce il futuro del M5s".