Roma, 26 marzo 2025 – Le accuse dell'opposizione "ricordano un po' i libelli dell'Inquisizione dei secoli scorsi, mancano solo l'accusa finale di simonia e bestemmia e siamo a posto". Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, replica così nel suo intervento alla Camera nel dibattito sulla mozione di sfiducia contro di lui presentata dalle opposizioni per il caso Almasri. Una mozione di sfiducia dall’esito scontato (215 voti contrari e 119 voti a favore, con Azione che si sfila ed esce dall’aula).
"Giachetti è rimasto deluso della denuncia da lui avanzata contro di me come concorrente del reato per i suicidi in carcere, che non ha avuto seguito – continua il Guardasigilli –. Quando scatta la responsabilità del ministro per i suicidi, per quale numero? Se anche solo uno dei suicidi fosse stato imputabile al ministro della Giustizia, avremmo avuto tutta una serie di processi. La spada della giustizia è una spada senza impugnatura, che ferisce anche chi la brandeggia in modo improprio e come in questo caso ferisce anche chi la usa, soprattutto sempre se si cerca di giursidizionalizzare qualsiasi scontro politico".

Entrando nel merito del rimpatrio del generale libico Almasri, Nordio spiega: "Il compito del ministro non è quello di passacarte, ma deve attivare un'attività istruttoria o pre-istruttoria. L'atto della Corte d'Appello era così sbagliato che la stessa corte dopo lo ha mutato". Gli atti arrivati dalla Corte penale internazionale (CPI) "sono poco convincenti, rivelano dubbi e inesattezze in particolare", chiarisce ancora.
Poi passa all’attacco. Le polemiche dell'opposizione sono state molto spesso "esasperate nel linguaggio e nei toni, dicendo ad esempio che si vuole favorire la mafia o la delinquenza organizzata – dice ancora il ministro –. Tutte cose che suonano offensive e antipatiche. Ho il sospetto che tutti questi attacchi, che arrivano nei modi più sciatti e fasulli, danno la sensazione che si tratti di un attacco programmato per evitare la riforma della separazione delle carriere (dei magistrati) e il sorteggio per l'elezione del Csm. Quali che siano gli attacchi, giudiziari, di stampa o parlamentati, noi non vacilleremo e non esiteremo: la riforma va avanti e più saranno violenti impropri e sciatti gli attacchi, più saremo determinati. E se voi farete del vostro peggio, noi faremo del nostro meglio".
Le opposizioni all’attacco
Compatte le opposizioni che hanno ribadito le loro ragioni per la mozione di sfiducia. "La sua difesa d'ufficio del torturatore libico è una delle pagine più vergognose cui il Parlamento è stato sottoposto", dice la segretaria del Pd, Elly Schlein, che accusa Nordio di aver "scelto la ragione di partito su quella del diritto". "Lei doveva trasmettere gli atti, non valutarli. Chi le ha chiesto di stare fermo? Chi ha deciso di riportare in Libia il torturatore Almasri? È stata Giorgia Meloni? Il Paese deve sapere la verità", incalza la leader dem.
"Lei non si può nascondere dietro ai cavilli giuridici, ha coperto un boia, un criminale. La guardo negli occhi e non riesco a immedesimarmi nel suo ruolo, come fa a stare sereno? Come fa ad andare a dormire sapendo che ha liberato un torturatore e stupratore che adesso sta facendo le stesse cose che anche le Nazioni unite hanno denunciato?", chiede Angelo Bonelli di Alleanza Verdi Sinistra, invocando le dimissioni.
Dimissioni – "perché ha mentito” – chieste anche da Maria Elena Boschi. "Il primo dovere del governo è rispondere e il secondo è dire la verità”, dice la capogruppo di Italia Viva a Montecitorio. "Il ministro Nordio ancora una volta non ha saputo trattenersi e ha detto con veemenza la verità: la riforma della giustizia per la separazione delle carriere è una vendetta contro la magistratura, le opposizioni e la stampa che hanno espresso in vario modo e su diversi aspetti le loro critiche e le loro preoccupazioni – sostiene Valentina D'Orso, capogruppo M5s nella commissione Giustizia – . Per non lasciare dubbi, anche il capogruppo di Fdi Bignami lo ha ribadito. Un'altra verità dopo quella del suo sottosegretario Delmastro, che ha confessato l'obiettivo finale del governo: mettere le procure sotto il controllo e le direttive del governo, così sarà sancito definitivamente che la giustizia non è uguale per tutti".
“La riforma va avanti”
Il ministro esulta dopo il voto che boccia la mozione di sfiducia. "Il Parlamento è sovrano e qualsiasi cosa decida rappresenta la volontà del popolo e quindi" questo "mi rende soddisfatto perché sono un democratico. Quando il Parlamento decide, comunque decida, io aderisco alle sue decisioni", dice. E ribadisce: "La riforma (della Giustizia) andrà avanti senza esitazioni".