Nomine Rai: Maggioni verso il Tg1. Ira M5s, Conte: "Non andremo più nella tv pubblica"

Le proposte dell'ad Fuortes: Sala al Tg3, Sangiuliano resta al Tg2. Ma è lite tra i partiti, Usigrai polemica

Monica Maggioni e Giuseppe Conte (ImagoE / Ansa)

Monica Maggioni e Giuseppe Conte (ImagoE / Ansa)

Roma, 17 novembre 2021 - Clima rovente tra i partiti sulle nomine Rai. Le proposte dell'a.d. Carlo Fuortes scatenano l'ira del Movimento 5 Stelle. E Giuseppe Conte tuona: "L'amministratore delegato non libera la Rai dalla politica ma ha scelto di esautorare una forza politica come il M5s. Siamo alla degenerazione del sistema e per questo il M5s non farà più sentire la sua voce sui canali del servizio pubblico".

Le nomine alla direzione dei tg

Da quanto si apprende, le proposte di Fuortes vedono Monica Maggioni alla direzione al Tg1, Simona Sala al Tg3, mentre Gennaro Sangiuliano resterebbe al Tg2. Inoltre Mario Orfeo si trasferirebbe ad Approfondimento, settore che impegna trasversalmente tutte le reti e quindi sovrintenderebbe a programmi come Porta a porta, Report, Presadiretta (solo per citarne alcuni). Alla direzione del Gr Radio andrebbe Andrea Vianello, che lascerebbe il posto a Rainews 24 a Paolo Petrecca, attualmente suo vice. 

La lite tra i partiti sarebbe andata avanti fino alle ultime ore prima dell'invio dei curricula con insistenti voci di rinvio. Il Movimento Cinque Stelle, in particolare, ha contestato la scelta di destinare Monica Maggioni al Tg1 al posto di Giuseppe Carboni, che al momento resterebbe senza incarico. Fibrillazioni questa mattina anche a Viale Mazzini, ora la partita si sposta alla riunione del cda di domani a Napoli. Le proposte dell'ad devono essere sottoposte al parere del cda, che è vincolante in caso di maggioranza dei due terzi. 

Conte contro l'ad Fuortes

"L'ad Rai Fuortes poteva scegliere come affrontare le nomine, ha scelto di sottrarsi a qualsiasi confronto nelle sedi istituzionali, ha rinviato l'incontro chiesto nei giorni scorsi dai consiglieri Rai e poi ha anche rinviato la convocazione, già programmata, davanti la commissione Vigilanza Rai", ha detto il leader dei 5 Stelle, Giuseppe Conte, in una dichiarazione rilasciata in Senato alla stampa. "Quanto al merito delle scelte, Fuortes poteva affidarsi a vari criteri: ha scelto di continuare ad applicare la vecchia logica che prevede di tenere conto delle istanze delle varie forze politiche - ha proseguito l'ex premier -. Nell'applicare questo criterio ha però scelto di escludere, fra tutte le forze dell'arco parlamentare, unicamente il Movimento 5 Stelle, partito di maggioranza relativa grazie a 11 milioni di elettori".

"A noi piace parlare ai cittadini in modo chiaro: le logiche che da tempo guidano il servizio pubblico non ci piacciono, non ci sono mai piaciute - ha detto ancora Conte -. Si chiama lottizzazione politica. Anche noi ci siamo ritrovati prigionieri di questo sistema che abbiamo denunciato molte volte, ma non abbiamo numeri sufficienti per modificarlo come abbiamo già proposto: un nostro disegno di legge è stato incardinato in Commissione in Senato, per intervenire sulla governance della Rai e liberarla finalmente dall'influenza della politica". Vorrà dire che a partire da oggi il M5s non farà sentire la sua voce nel servizio pubblico, ma altrove - ha concluso Conte -. E vorrà dire che continueremo le nostre battaglie con più forza facendo appello diretto e chiedendo il sostegno di tutti i cittadini italiani".

Usigrai polemica

Polemica l'Usigrai. "Le ricostruzioni di queste ore sulle nomine Rai descrivono un quadro agghiacciante. Ormai, in maniera neanche troppo velata, le nomine verrebbero decise direttamente a Palazzo Chigi - scrive il sindacato dei giornalisti -. L'era dei tecnici non può giustificare strappi che rappresentano precedenti gravissimi e preoccupanti: prima il CdA a totale controllo governativo e ora addirittura le nomine decise a Palazzo Chigi. Se fossero vere queste voci si starebbe trasformando la Rai da radiotv di Servizio Pubblico a radiotv di Stato".