Non fosse che stiamo dentro l’immane tragedia di un popolo e di una Nazione, ci vorrebbe solo una risata per riseppellire nelle cantine della storia l’anti-americanismo di ritorno in salsa populista, complottista e No Vax che risuona nel residuo, opposto, estremismo di sinistra e di destra al grido di Yankee go home. Tutti dimentichi della lezione di Enrico Berlinguer a Giampaolo Pansa, quando, a metà degli anni Settanta avvisava di sentirsi più sicuro "sotto l’ombrello della Nato". Come per un riflesso pavloviano si è rimesso in moto il caravanserraglio dei resti di un mondo che fu, che va dall’Alternativa grillina a Manifesta, dai comunisti di Marco Rizzo a Potere al Popolo, e che alle sole parole Nato, Usa, Russia ha rispolverato slogan, formule e bandiere lise che ben altro seguito e ben altra eco, per quanto sbagliati anche allora, hanno avuto tra gli anni Sessanta e gli Ottanta. E così abbiamo visto all’opera la fronda grillina filo-Putin guidata addirittura dal Presidente della commissione Esteri del Senato, il lucano Vito Petrocelli. Ma c’è poco da sorprendersi: il personaggio non ha mai fatto mistero di essere un ex militante dei Carc, partito maoista e marxista-leninista tra i più oltranzisti della ridotta rossa del comunismo italiano: e, del resto, non ha mai nascosto l’apprezzamento non solo per Putin e per la Russia, ma anche per la Cina e per il Venezuela. Dal maoismo al "Fuori l’Europa dalla Nato, fuori la Nato dall’Europa" è un attimo. E ci arriva veloce Marta Collot, di Potere al Popolo, che non era neppure nata quando in massa (ma almeno erano tanti) gridavano "meglio rossi che morti" all’epoca dell’installazione dei missili Cruise a Comiso. E così l’ex candidata a sindaco di Bologna ci spiega che "siamo arrivati a questa situazione dopo 8 anni in cui Usa e Ue ...
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