Pd, i big tifano Elly Schlein per fermare Bonaccini

Si moltiplicano le petizioni e le richieste per anticipare il congresso. Zampa, Letta e Franceschini per il ticket tra la bolognese e Nardella

Enrico Letta (56 anni) ed Elly Schlein (37 anni)

Enrico Letta (56 anni) ed Elly Schlein (37 anni)

Il Pd è una pentola in ebollizione, dalle Alpi alla Sicilia, direbbe il Manzoni. Ieri, persino nel piccolo Molise, sfidando il freddo, in quel di Campobasso, più di cento giovani – guidati dai Giovani dem locali – hanno preso il coraggio a due mani e detto che vogliono rivoltare il partito come un calzino. Occupy Pd che ormai si tengono un po’ ovunque, da Roma (quella del 22 novembre, all’Ostiense, promette scintille) a Milano, da Bologna al Molise. Più che rincuorarsi, i big si preoccupano. Temono di perdere potere, rendite di posizione.

Persino Enrico Letta – attaccato da tutte le parti, come se le colpe della sconfitta fossero solo sue – allarga le braccia e, in un retroscena di ieri, dice: "È difficile e, in alcuni momenti, penso che il partito possa implodere, non tenere fino a marzo". La scissione (dei moderati, se vincesse la Schlein, della sinistra, se vincesse Bonaccini) è alle porte.

Ecco perché Letta ha deciso di anticipare le assise congressuali: da metà marzo agli inizi di febbraio. Anche qui, però, solo polemiche. La sinistra interna voleva durassero "almeno un anno" (sic) per "imbastire un serio percorso costituente" (Andrea Orlando dixit). Bonaccini voleva, invece, bruciare le tappe e fare il congresso entro il 2022. Ora si è deciso di tenerlo i primi mesi dell’anno, il che vuol dire Assemblea nazionale a novembre e candidature alla segreteria non oltre quella data.

Ma mentre Letta viene trafitto dalle frecce di tutti, novello San Sebastiano, capi corrente in testa, non torna nulla. I candidati scalpitano, tutti. Le alleanze per le Regionali non si trovano. In Lazio si parla di un ticket tra il moderato D’Amato (viene dal Prc e dal Pdci, ma oggi lo appoggia Calenda) e la consigliera regionale Bonafoni. Ma i 5Stelle andranno per conto loro, forse pure in alleanza con Verdi-SI. La regione è già persa. In Lombardia si vuole candidare un ex assessore milanese, Pierfrancesco Maran, ma tra Fontana (centrodestra) e Moratti (centro) la gara è impari. La scoppola elettorale è pronta a materializzarsi.

Presentazioni di libri (Bettini) si tramutano in prove di forza. Le donne, specie se escluse dalle liste delle ultime elezioni, o che non ce l’hanno fatta, fanno fuoco e fiamme. Ha superato le 600 firme la petizione promossa da alcune esponenti dem per anticipare il congresso del Pd a gennaio. Alle firme delle iniziali promotrici, tra cui Moretti, Morani, Fedeli, Di Salvo, Gualmini, Bruno Bossio, Prestipino, Rotta, si sono aggiunte Cantone, Puppato, Puglisi, Pini e altre ancora. "Pensiamo che sia arrivato il momento di tirare fuori l’orgoglio di essere Pd, ma smettiamola di essere a traino di altri", dicono. Altre scudisciate arrivano dalla candidata e insieme non candidata, Elly Schlein ("ci sono ma serve un percorso collettivo", dice lei). Sandra Zampa, ex portavoce di Prodi, si schiera con Elly per contaminare chi sta "fuori dal Pd". A voler contaminare la Schlein, per ora, sono i big che, da Franceschini allo stesso Letta, passando per la sinistra interna, vogliono usarla contro la discesa in campo di Bonaccini. Possibilmente in ticket con Nardella con l’obiettivo di moderarla, ma è difficile che Elly, di suo, si faccia moderare.