Mercoledì 21 Maggio 2025
STELA MEHMETI
Politica

MIGRANTI Proteste in Albania. Dieci ospiti finiti in isolamento

Paesi di origine sicuri, la Ue stila la sua lista: dentro Egitto, Tunisia e Bangladesh. Esulta Meloni .

L’arrivo dei 40 migranti in Albania, diretti verso il Cpr di Gjadër

L’arrivo dei 40 migranti in Albania, diretti verso il Cpr di Gjadër

Proteste e tensione nel Centro di Permanenza per il Rimpatrio di Gjadër, in Albania, dove venerdì scorso sono stati trasferiti 40 migranti provenienti dall’Italia. Mercoledì pomeriggio, secondo fonti del Viminale, è stato registrato infatti qualche caso di danneggiamento. Le autorità italiane hanno dichiarato che la situazione è tornata alla normalità e che non si è trattato di una vera e propria rivolta. Intanto però dieci dei migranti ospitati nel Cpr sono stati posti in isolamento dopo aver danneggiato vetri e arredi della struttura durante la protesta. Inoltre, un cittadino georgiano di 39 anni è stato riportato in Italia a causa di problemi psichiatrici, poiché ritenuto non idoneo alla vita in una comunità ristretta. Lo conferma il Tavolo Asilo e Immigrazione (Amnesty, Asgi, Medu, Arci e ActionAid) che giudica "incompatibile con i principi democratici e dello stato di diritto".

Quelli di venerdì sono i primi tumulti in atto nel centro che il governo italiano ha realizzato al di là del mare, nel villaggio situato a nord-ovest dell’Albania, all’interno della contea di Lezhë. Il trasferimento di questi 40 migranti dall’Italia al Cpr di Gjadër aveva già suscitato polemiche a causa delle modalità adottate. Al loro arrivo al porto di Shengjin, infatti, i migranti sono stati avvistati con fascette ai polsi, accompagnati dalle forze dell’ordine. L’europarlamentare del Pd Cecilia Strada, presente sul posto, aveva denunciato la scena, definendola inaccettabile e promettendo di chiedere chiarimenti sulle procedure adottate. Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, aveva però difeso l’uso delle fascette, definendolo una "procedura normale" adottata dagli operatori in autonomia.

È di ieri, intanto, il giro di vite della Commisisone Ue sui flussi che dà la possibilità a chi lo vuole di anticipare alcune misure chiave del Patto sulle migrazioni, che altrimenti entrerebbero in vigore nel giugno del 2026. L’esecutivo Ue ha stilato inoltre un elenco di "Paesi di origine sicuri" a livello comunitario, cioè obbligatoriamente valido per tutti gli Stati membri - e tra questi ci sono l’Egitto, la Tunisia e il Bangladesh" il cui inserimento nella white list da parte del governo Meloni era stata fortemente criticata in Italia. Da qui la "grande soddisfazione" della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, secondo cui è "altrettanto positiva" anche la proposta di anticipare l’entrata in vigore di alcune componenti del Patto Migrazione e Asilo.