Migranti, scintille nel Governo. Maxi multe e navi confiscate alle ong

Linea dura, ma i 5 Stelle stoppano i superpoteri del Viminale

Migranti, sbarchi, salvataggi in mare: foto generica

Migranti, sbarchi, salvataggi in mare: foto generica

Roma, 10 luglio 2019 - Sul Decreto sicurezza bis s’incrociano le sciabole nella maggioranza. Tra lunedì e ieri all’ora di pranzo sono servite tre diverse riunioni tra i due relatori leghisti e il governo, rappresentato dai sottosegretari Nicola Molteni, Carlo Sibilia e Simone Valente, per trovare la quadra. La Lega era partita lancia in resta contro le Ong chiedendo multe fino a un milione di euro – a fronte dei 50mila euro previsti dall’attuale testo – per le navi che operano in maniera irregolare e soprattutto pretendendo più poteri per il ministro dell’Interno. Un emendamento leghista prevedeva infatti che il titolare del Viminale, oltre a "limitare o vietare l’ingresso, il transito o la sosta di navi nel mare territoriale", come prevede il decreto sicurezza originario, potesse anche "vietare il trasbordo o lo sbarco sul territorio nazionale di cittadini stranieri irregolari". Era come dare (quasi) tutti i poteri sull’immigrazione a Salvini. Su questo emendamento i pentastellati hanno però eretto un muro e alla fine hanno vinto. I leghisti, non volendo far slittare il termine per la presentazione degli emendamenti, hanno deciso di non forzare e l’emendamento indigesto a M5s è rimasto nel cassetto.

In compenso Salvini – nella giornata in cui festeggia anche la chiusura del Cara di Mineo, il più grande d’Europa – incassa il via libera del Movimento alle multe da 250mila fino a 1 milione per le navi delle Ong e alla confisca, attraverso il sequestro cautelare della nave, alla prima violazione e non alla seconda, per le imbarcazioni che non si fermano quando gli viene comunicato lo stop all’ingresso nelle acque territoriali o nei porti italiani. "Come gruppi siamo d’accordo su tutto", annuncia la deputata M5s Anna Macina sancendo l’adesione dei pentastellati non solo all’impostazione del decreto, ma anche al suo inasprimento, come chiedeva il ministro dell’Interno a patto della rinuncia ai superpoteri che la Lega aspirava ad attribuirgli. Certo, trovata una intesa di massima sugli emendamenti condivisi, i partner di governo cercano di tirare la coperta un po’ più in là. La Lega ha presentato 21 suoi emendamenti per rafforzare il decreto, tra cui uno che prevede l’arresto una flagranza di reato per i capitani che non rispettano l’alt. Ma anche i pentastellati hanno depositato 41 emendamenti non concordati con la Lega. La cosa fa perdere la pazienza a Salvini che sbotta: "Il governo non è a rischio, se tutti lavorano, nonostante Trenta e i 44 emendamenti". 

Oggi alle 19 vertice Conte-Salvini-Di Maio-Trenta-Tria a palazzo Chigi per limare gli spigoli e sancire l’intesa. "Son ben contento che il presidente abbia convocato una riunione sul problema immigrazione – chiosa Salvini – se arrivano altre idee son ben contento, son mica geloso io". Anche perché con i numeri ballerini al Senato, dove dal 30 luglio il decreto sarà in aula, si vorrebbe evitare di mettere la fiducia. Da parte sua il Pd ha presentato 119 emendamenti dei 547 complessivi e con Gennaro Migliore promette opposizione dura per "evitare l’approvazione del decreto". Sulla stessa linea gli emendamenti di Roberto Speranza (Leu) e Riccardo Magi (+Europa) mentre Fi si è spaccata: Francesco Paolo Sisto ha attaccato maggioranza e governo, mentre Laura Ravetto e Giusi Bartolozzi hanno appoggiato in pieno il decreto.