epa10498540 A handout photo made available by the Quirinal Press Office shows Italian President Sergio Mattarella paying homage to the victims who died in a migrant shipwreck, at the Crotone Palasport, the funeral home for the victims, in Crotone, Italy, 02 March 2023. At least 67 migrants died after their overloaded boat sank early on 26 February 2023 in stormy seas off Italy's southern Calabria region.  EPA/FRANCESCO AMMENDOLA / QUIRINAL PRESS OFFICE / HANDOUT  HANDOUT EDITORIAL USE ONLY/NO SALES

Sergio Mattarella davanti alle bare a Crotone (Ansa)

Roma, 3 marzo 2023 - Nessuno si aspetti sorprese. Quando martedì e mercoledì il ministro Matteo Piantedosi tornerà in Parlamento, stavolta però in aula e non in commissione, la maggioranza alzerà le barricate in sua difesa. Il collega Francesco Lollobrigida, che voci dissennate volevano in procinto di sostituirlo al Viminale, ha smentito fragorosamente: "Illazioni prive di fondamento". Dalle fila forziste, Maurizio Gasparri s’infervora per difendere l’ex prefetto che "coniuga le ragioni dell’umanità con quelle della fermezza".  Ma il clima è molto meno disteso di quanto il governo e i partiti che lo sostengono vogliano far apparire. Il viaggio di Mattarella a Crotone è suonato inevitabilmente come uno schiaffo, tanto che a Palazzo Chigi si chiedono se non sia stato un errore non andare nella cittadina calabrese. Il capo dello Stato ha scelto la via della visita privata proprio per sottolineare una partecipazione umana che, pur se non può dirlo chiaramente, ritiene sia mancata finora da parte dell’esecutivo. La premier ne è consapevole, sottolinea che spesso si fanno più danni con i commenti che con i provvedimenti. Ha giudicato l’uscita di Piantedosi completamente sbagliata, fredda, cinica tale da ledere l’immagine del governo. Anche se non può e non vuole ammetterlo, Giorgia Meloni vuole cambiare strada. Sul piano della comunicazione ma anche su quello della strategia, decisa a procedere sulla via della piena legittimazione internazionale, a costo di toccare l’elemento più identitario che ci sia per la destra, ovvero l’immigrazione. Shahida Raza, la campionessa pakistana di hockey morta nel naufragio di Crotone Aveva iniziato  appena insediata mettendo il veto alla politica teatrale del blocco delle navi sostituita con quella, forse più perfida ma anche molto meno fragorosa, dei "porti lontani". Ma nella tragedia degli ultimi giorni lo scostamento dal passato si è fatto più vistoso. La richiesta di chiarimenti affidata dalla premier ai suoi fedelissimi, l’assenza di una difesa esplicita di Piantedosi, l’annuncio – fatto dare al ministro a lei più vicino, Lollobrigida – di 500mila arrivi legali, la lettera alla Ue. Ora Giorgia cerca l’intesa con Bruxelles per una soluzione fondata essenzialmente sulla divisione tra profughi, "che devono poter arrivare in Europa in modo sicuro con i corridoi umanitari", e migranti economici, per i quali dovrebbe scattare una quota legale di ingressi. "Accompagnata però, – chiosa il capo dei senatori di FdI, Lucio Malan – da una riduzione drastica degli sbarchi". Inevitabilmente ciò porterà a una modifica della Bossi-Fini; lo ammettono al governo, pur derubricando l’intervento a una sorta di ordinaria amministrazione: "Quel provvedimento è già stato cambiato tante volte. Se si può modificare la Costituzione si potrà cambiare anche la Bossi-Fini". Ma se sul piano della comunicazione il problema è solo silenziare le troppe voci dal sen fuggite (da Piantedosi a Feltri), sul piano operativo la questione si complica. Ad illustrare la strategia provvede Fabio Rampelli (FdI):"L’appello di Piantedosi non è astratto, nelle Nazioni da cui provengono gli immigrati ci sono parabole e telefoni, quindi potremmo fargli presente che questi viaggi sono molto rischiosi". Per scoraggiare le partenze bisogna rendere tutto più difficile, ma questo significa anche esporre chi parte a rischi maggiori. Ecco dunque che cambiare linea senza rinunciare alla fermezza diventa un rebus quasi irresolubile, a meno che non scenda in campo quella variabile europea che resta la sola carta che Giorgia Meloni può giocare per essere allo stesso tempo "umana e ferma". Ci sta provando, spera che nel consiglio europeo del 23 e 24 marzo qualcosa possa cambiare. Spiragli ci sono, ma sono stretti: finora chiunque abbia bussato alla porta europea l’ha trovata blindata.

Politica

Roma, 3 marzo 2023 -&nbsp;Nessuno si aspetti sorprese. Quando martedì e mercoledì il ministro Matteo Piantedosi tornerà in Parlamento, stavolta però in aula e non in commissione, la maggioranza alzerà le barricate in sua difesa. Il collega <a href="https://www.quotidiano.net/politica/video/migranti-lollobrigida-piantedosi-nessuna-polemica-nel-governo-1.8543883">Francesco Lollobrigida</a>, che voci dissennate volevano in procinto di sostituirlo al Viminale, ha smentito fragorosamente: "Illazioni prive di fondamento". Dalle fila forziste, Maurizio Gasparri s’infervora per difendere l’ex prefetto che "coniuga le ragioni dell’umanità con quelle della fermezza". 
<img alt="Sergio Mattarella davanti alle bare a Crotone (Ansa)" data-img="/polopoly_fs/1.8544490!/httpImage/image.jpg_gen/derivatives/wide_680/image.jpg" data-img-alt="Sergio Mattarella davanti alle bare a Crotone (Ansa)" data-img-thumb="/polopoly_fs/1.8544490!/httpImage/image.jpg_gen/derivatives/wide_325/image.jpg" data-polopoly-id="1.8544490" data-shortcode="true" data-type="image" polopoly:contentfilepath="/httpImage/image.jpg_gen/derivatives/wide_325/image.jpg" polopoly:contentid="1.8544490" src="https://cdn.quotidiano.net/polopoly_fs/1.8544490!/httpImage/image.jpg_gen/derivatives/wide_325/image.jpg" title="Sergio Mattarella davanti alle bare a Crotone (Ansa)"> 
Ma il clima è molto meno disteso di quanto il governo e i partiti che lo sostengono vogliano far apparire. Il viaggio di <a href="https://www.quotidiano.net/cronaca/naufragio-crotone-mattarella-diretta-02-03-2023-1.8543833">Mattarella a </a><a href="https://www.quotidiano.net/cronaca/naufragio-crotone-mattarella-diretta-02-03-2023-1.8543833">Crotone</a> è suonato inevitabilmente come uno schiaffo, tanto che a Palazzo Chigi si chiedono se non sia stato un errore non andare nella cittadina calabrese. Il capo dello Stato ha scelto la via della visita privata proprio per sottolineare una partecipazione umana che, pur se non può dirlo chiaramente, ritiene sia mancata finora da parte dell’esecutivo. La premier ne è consapevole, sottolinea che spesso si fanno più danni con i commenti che con i provvedimenti. Ha giudicato l’uscita di Piantedosi completamente sbagliata, fredda, cinica tale da ledere l’immagine del governo. Anche se non può e non vuole ammetterlo, Giorgia Meloni vuole cambiare strada. Sul piano della comunicazione ma anche su quello della strategia, decisa a procedere sulla via della piena legittimazione internazionale, a costo di toccare l’elemento più identitario che ci sia per la destra, ovvero l’immigrazione. 
<a href="https://www.quotidiano.net/sport/altri%20sport/shahida-raza-naufragio-crotone-news-1.8543871">Shahida Raza, la campionessa pakistana di hockey morta nel naufragio di Crotone</a> 
Aveva iniziato appena insediata mettendo il veto alla politica teatrale del blocco delle navi sostituita con quella, forse più perfida ma anche molto meno fragorosa, dei "porti lontani". Ma nella tragedia degli ultimi giorni lo scostamento dal passato si è fatto più vistoso. La richiesta di chiarimenti affidata dalla premier ai suoi fedelissimi, l’assenza di una difesa esplicita di Piantedosi, l’annuncio – fatto dare al ministro a lei più vicino, Lollobrigida – di 500mila arrivi legali, la lettera alla Ue. Ora Giorgia cerca l’intesa con Bruxelles per una soluzione fondata essenzialmente sulla divisione tra profughi, "che devono poter arrivare in Europa in modo sicuro con i corridoi umanitari", e migranti economici, per i quali dovrebbe scattare una quota legale di ingressi. 
"Accompagnata però, – chiosa il capo dei senatori di FdI, Lucio Malan – da una riduzione drastica degli sbarchi". Inevitabilmente ciò porterà a una modifica della Bossi-Fini; lo ammettono al governo, pur derubricando l’intervento a una sorta di ordinaria amministrazione: "Quel provvedimento è già stato cambiato tante volte. Se si può modificare la Costituzione si potrà cambiare anche la Bossi-Fini". 
Ma se sul piano della comunicazione il problema è solo silenziare le troppe voci dal sen fuggite (da Piantedosi a Feltri), sul piano operativo la questione si complica. Ad illustrare la strategia provvede Fabio Rampelli (FdI):"L’appello di Piantedosi non è astratto, nelle Nazioni da cui provengono gli immigrati ci sono parabole e telefoni, quindi potremmo fargli presente che questi viaggi sono molto rischiosi". Per scoraggiare le partenze bisogna rendere tutto più difficile, ma questo significa anche esporre chi parte a rischi maggiori. Ecco dunque che cambiare linea senza rinunciare alla fermezza diventa un rebus quasi irresolubile, a meno che non scenda in campo quella variabile europea che resta la sola carta che Giorgia Meloni può giocare per essere allo stesso tempo "umana e ferma". Ci sta provando, spera che nel consiglio europeo del 23 e 24 marzo qualcosa possa cambiare. Spiragli ci sono, ma sono stretti: finora chiunque abbia bussato alla porta europea l’ha trovata blindata.

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