Sabato 20 Aprile 2024

Migranti, Salvini: "Porti chiusi all'Aquarius 2". Vertice Ue, nessun accordo

Il ministro dell'Interno annuncia: "La nave ha recuperato una decina di persone in acque libiche". A Salisburgo non c'è intesa sulla redistribuzione, ma prende quota l'idea della solidarietà flessibile

La nave Aquarius a Malta il 15 agosto 2018 (Lapresse)

La nave Aquarius a Malta il 15 agosto 2018 (Lapresse)

Roma, 20 settembre 2018 - Rischia di aprirsi un nuovo braccio di ferro sui migranti nel Mediterreno. Il ministro dell'Interno Matteo Salvini annuncia: "La Aquarius 2, nuovo nome e nuova bandiera (prima Gibilterra e ora Panama), ha recuperato una decina di persone in acque sar libiche, a poche miglia dalla terraferma, ma si è rifiutata di collaborare con la guardia costiera di Tripoli. Ora vaga nel Mediterraneo: certamente non avrà spazio nei porti italiani".

NIENTE REDISTRIBUZIONE, MA... - Le parole di Salvini arrivano al termine di una giornata già complessa sul fronte della diplomazia. A Salisburgo doveva essere un vertice senza decisioni sulla redistribuzione dei migranti e così è andata a finire. Ma del tutto a sorpresa, una svolta c'è stata. Al tavolo dei 28 durante la cena di ieri sera al Felsenreitschule, la sontuosa sala concerti scavata la roccia nel cuore della città, è tornato un tema che sembrava uscito dall'agenda europea da almeno due anni: la 'solidarietà flessibile', la possibilità cioè per i paesi 'non volenterosi' che non intendono partecipare al meccanismo di redistribuzione dei richiedenti asilo, di pagare un contributo finanziario e dimostrare così la loro solidarietà. La proposta era stata avanzata per la prima volta nel 2016 dalla presidenza di turno slovacca, per dare una sponda ai 'fratelli di Visegrad', già all'epoca nettamente contrari a qualsiasi apertura sul tema dell'accoglienza. Il documento di Bratislava aveva fatto saltare sulla sedia tutto il 'blocco occidentale', a cominciare dall'Italia, spalleggiata da Germania e Francia, che si erano opposte in maniera decisa. La posizione di Roma, Parigi e Berlino era stata netta, 'non si può barattare la solidarietà in cambio di denaro'.

"Deve esserci un'ampia partecipazione alla redistribuzione"

CONTE E LA "POSSIBILITA' RESIDUALE" - L'apertura di Conte è arrivata nella serata di ieri. Ai cronisti che lo aspettavano in albergo dopo la lunga cena con i leader, il premier, senza domande specifiche o dirette su questo tema, fa sapere che sul tavolo "c'è l'ipotesi che i Paesi che non partecipano in termini di sbarchi o di redistribuzione, versino un contributo finanziario". Conte torna sul tema in mattinata, ma sembra frenare quando sottolinea che si tratta di una possibilità "residuale, l'importante è che ci sia un'ampia partecipazione al principio di redistribuzione, altrimenti non ha significato". Ma pochi minuti dopo palazzo Chigi si affretta a precisare che l'aggettivo 'residuale' non era riferito all'ipotesi in discussione, che anzi è confermata, ma ai "Paesi residuali, quelli cioè che non dovessero partecipare attivamente alla distribuzione dei migranti e per i quali si potrebbero prevedere contropartite finanziarie".

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PIU' CHE UN'IPOTESI - "Certo non è questa la solidarietà a cui penso - dirà ancora Conte nel pomeriggio smorzando i toni della sera prima - l'aspetto dei contributi volontari non è l'obiettivo a cui miriamo e anzi la partecipazione in termini finanziari immiserisce un po' tutta la prospettiva a cui stiamo lavorando. Se fosse di tutti i paesi sarebbe inaccettabile. Ma se fosse di alcuni - aggiunge - dovremmo pensare a un meccanismo incentivante e disincentivante molto serio". Il tabù insomma è infranto. Per la prima volta, anche se per ora solo come ipotesi di negoziato, l'Italia accetta che i paesi che non vogliono partecipare alla distribuzione solidale, possano versare dei soldi.

"Non è possibile parlare del prezzo di un migrante"

I DUBBI - La proposta non piace ad Angela Merkel, che rifiuta la solidarietà 'a' la carte' che vuole invece Visegrad. "Non è possibile che ciascuno possa scegliere ciò che vuole", dice la cancelliera che chiede invece una "onesta ridistribuzione dei migranti nell'Ue. Merkel si lascia comunque una porta aperta: "L'argomento va approfondito molto e siamo lontani dalla fine della discussione", dice. "C'è una discussione sulla possibilità di pagare per la solidarietà" - aggiunge il primo ministro del Lussemburgo, Xavier Bettel - ma "non parliamo di tappeti o di merci. Parliamo di esseri umani. Se iniziamo a parlare del prezzo di un migrante è una vergogna per tutti noi".

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POCA INTESA ANCHE SU FRONTEX - Oltre alla 'solidarieta' flessibile' c'è un altro punto su cui al vertice di Salisburgo l'Italia conferma di guardare più verso est che non ai tradizionali alleati di Francia e Germania, ovvero Frontex. All'Italia non piace la proposta della Commissione che prevede un aumento di agenti fino a 10 mila uomini da qui al 2020, con compiti operativi e perfino armati se l'ordinamento nazionale lo consente. "Ho dei dubbi sull'utilità di un potenziamento massiccio di Frontex - dice apertamente Conte - progettare un tale investimento in questi termini qualche dubbio sull'utilità pratica lo solleva". Dubbi condivisi da Viktor Orban ma non da Angela Merkel e da Emmanuel Macron. Per il presidente francese se non si rafforza Frontex si rischia di rimettere in discussione Schengen. "Abbiamo creato in Europa uno spazio di libera circolazione, con tutti i suoi vantaggi, se vogliamo proteggere meglio i nostri cittadini, dobbiamo proteggere meglio le nostre frontiere esterne", dice il presidente francese.

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