Giovedì 18 Aprile 2024

Fondo salva Stati, Salvini attacca Conte. Il premier: "Lo querelo, non usi immunità"

Lega annuncia esposto contro il governo e il premier che passa al contrattacco. Conte è pronto a riferire lunedì alla Camera

Matteo Salvini e Giuseppe Conte (ImagoE)

Matteo Salvini e Giuseppe Conte (ImagoE)

Roma, 28 novembre 2019 -  Volano gli stracci sulla riforma del Mes, il meccanismo europeo di stabilità meglio conosciuto come fondo Salva-Stati.  Ed è guerra aperta tra la Lega e il governo, con Conte e Salvini, ex alleati nell'esecutivo gialloverde, pronti a passare alle vie legali.  "I nostri avvocati stanno studiando l'ipotesi di un esposto ai danni del governo e di Conte" per come ha agito sul Mes, dichiara il leader del Carroccio in conferenza stampa alla Camera, all'ora di pranzo. "Se è un uomo d'onore vada in Procura a fare l'esposto - ribatte il premier nel pomeriggio -. Voglio chiarire agli italiani che io non ho l'immunità", aggiunge. "Lui ce l'ha e ne ha già approfittato nel caso Diciotti - dice ancora -. Vada in Procura a fare l'esposto. Io lo querelerà per calunnia". Quindi l'invito a rinunciare all'immunità. "Almeno questa volta non ne approfitti più", esorta Conte che si è reso disponibile a riferire alla Camera, sul Mes, lunedì alle 13. "E vedrete che ancora una volta verranno spazzate via mezze ricostruzioni, mistificazioni, mezze verità e palesi menzogne", chiosa il presidente del Consiglio.

Pronta la controreplica di Salvini: "Leggo che Conte mi vuole querelare: allora preda il bigliettino e si metta in fila, dopo Karola e la Cucchi", dice in serata partecipando alla manifestazione 'Roma torna capitale". Poi punge: "Lui però mi ricorda una celebre frase del Marchese del Grillo, 'io so io e voi non siete un cazzo'". E conclude: "Sia più umile che poi l'arroganza porta male".

Lega 'chiama' Mattarella

Una giornata infuocata intorno al Mes, iniziata con la conferenza stampa a Montecitorio indetta dalla Lega, dove parlano il capogruppo Riccardo Molinari e Salvini. Dopo la rissa di ieri alla Camera, innescata dal 'muro' del ministro dell'Economia Roberto Gualtieri alla rinegoziazione del testo ("è chiuso", ha detto in audizione), il Carroccio chiama in causa il presidente della Repubblica. "Il governo non ha rispettato il mandato del Parlamento, un fatto gravissimo - dice Molinari -. Chiediamo l'intervento di Mattarella, c'è da difendere la Costituzione e il parlamentarismo". 

La Lega fa riferimento anche a un atto votato dall'Aula il 19 giugno, richiesta formale che - ricorda Salvini - "invitava il Governo a fermarsi" sul Mes. E "in democrazia il voto parlamentare è vincolante", dice l'ex vicepremier che invoca a sua volta un incontro al Colle. "Ho letto - aggiunge Salvini - che la Lega era ai tavoli ed era d'accordo ma la Lega era ai tavoli per ricordare che il Parlamento era contrario". Il numero uno del Carroccio si appella anche "agli amici del Cinque Stelle e del Pd" che "sanno che rischi stiamo correndo". E assicura: "Ci sono decine di parlamentari che potrebbero dire le stesse cose che sta dicendo la Lega sul fondo salva Stati".  Quindi riporta l'attenzione anche su uno dei nodi controversi della riforma, ovvero la possibilità - in determinati casi - che possa mettere a rischio o meno i conti bancari degli italiani. Salvini dice a chiare lettere che sul Salva Stati "noi non firmiamo un c...o". E con Conte è durissimo: "Ha compiuto un attentato ai danni degli italiani". 

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Mes, la posizione dei Cinque Stelle

Se Gualtieri fa muro sulla riforma, non sembrano così categorici i suoi alleati di governo. "Abbiamo bisogno di valutare se tutto questo pacchetto europeo che include il Fondo salva  stati convenga all'Italia oppure no", dice anche oggi a Radio Anch'io il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio. Che ribadisce le sue "perplessità", ma si dice fiducioso che Conte e Gualtieri trovino "una soluzione" nelle prossime ore. Di Maio chiarisce che "non c'è alcuna firma" sul testo.

La rissa sfiorata alla Camera

E proprio a causa del Mes ieri si è sfiorata la rissa nell’Aula della Camera, con una trentina di parlamentari coinvolti. L’opposizione è insorta alle parole di Gualtieri, con cui, prima, in un’audizione fiume a Palazzo Madama, aveva risposto a deputati e senatori che, "no", il testo non si può più rinegoziare, "è stato chiuso".

Il ministro si è attirato l’accusa di "alto tradimento" da parte di Giorgia Meloni. E di "infedeltà in affari di Stato", parole di Claudio Borghi (Lega), che ha invitato Gualtieri a riferire alla Camera o "lo porteremo in tribunale". Tra cori e urla il presidente Fico ha sospeso la seduta. Ma è nei minuti precedenti che si è sfiorata la rissa.

Nella serata di ieri, poi, il ministro Gualtieri ha ripercorso la storia del Meccanismo europeo di stabilità, sottolineando che "il consenso definitivo e formale del governo alla riforma del Mes e al pacchetto non è ancora stato espresso", e dunque "le polemiche che hanno fatto seguito alla mia audizione al Senato sono del tutto pretestuose". 

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