Roma, 13 aprile 2025 – Oggi l’obiettivo è la de-escalation per un negoziato per ridurre i dazi. Ma la visione strategica è quella di proporre il prima possibile un’area di libero scambio atlantica, “zero zero dazi”, come è stata ribattezzata, “che consentirebbe di riunire l’Europa e le Americhe in un unico progetto di crescita mondiale”. Il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, a pochissimi giorni dal viaggio di Giorgia Meloni negli Usa, indica la strategia che l’Italia e l’Europa dovranno avere in questi mesi di tregua commerciale. Non senza tornare a avvisare che il governo italiano chiederà alla Commissione europea di attivare “misure di salvaguardia” per evitare l’“invasione anomala” di prodotti cinesi che non troveranno più sbocco sul mercato Usa.
L’Europa, dunque, deve utilizzare questa tregua di 90 giorni per scongiurare la deflagrazione della guerra commerciale con gli Usa?

“Assolutamente sì, per tutto il tempo necessario, per consolidare i progressi fatti e impedire l’escalation delle ritorsioni. L’Europa deve evitare che la situazione degeneri in una “guerra commerciale” con gli Stati Uniti”.
Quale deve essere l’obiettivo? Si può arrivare a dazi zero zero?
“Questo deve restare l’obiettivo strategico, per realizzare il più grande bacino commerciale e produttivo del mondo, che innescherebbe da subito una impetuosa crescita globale con benefici a cascata per tutti. Se all’accordo con il Mercosur si aggiungesse quello con il Nord America, avremmo riunito le due metà dell’Occidente, con principale beneficio delle nostre imprese. Oggi è difficile immaginarlo: nell’immediato sarebbe sufficiente ridurre i dazi, ma la nostra bussola deve restare quella”.
Il viaggio di Giorgia Meloni può servire per favorire la distensione?
“Sicuramente sì, come tutti riconoscono, in sintonia con il ruolo storico svolto dall’Italia come ponte tra l’Europa e gli Stati Uniti. La leadership di Giorgia Meloni oggi è fondamentale anche per quanto riguarda la via dell’Indo-Pacifico, come dimostra la forte sintonia con Modi, da cui è nato anche il neologismo ‘Melody’, che ha avuto grande successo sui social. Lo stesso vale per quanto fatto con gli Emirati, l’Arabia Saudita e, in generale, i paesi arabi del Golfo, che rappresentano un altro grande motore della crescita”.
La missione è per conto dell’Italia ma anche con un occhio agli interessi europei?
“La missione è bilaterale, ma nello spirito europeo. Noi sappiamo che gli interessi nazionali si difendono con l’Europa, in una prospettiva occidentale. Noi sappiamo chi siamo: altri si smarriscono quando arriva la tempesta”.
Quali intese bilaterali possiamo fare?
“La politica commerciale è di esclusiva competenza europea. Meloni farà da facilitatrice per contribuire a rimettere il confronto sui giusti binari, come abbiamo fatto in questi giorni. E nel contempo ha dossier piuttosto significativi – questi sì bilaterali – sugli investimenti nel nostro Paese, così come sul ruolo di partner fondamentale della Nato, con una presenza significativa di militari impegnati all’estero in missioni di pace”.
L’altro convitato di pietra è la Cina: Sanchez si muove in quella direzione. Noi e l’Europa come dobbiamo agire?
“Quando serve scegliere come affrontare le crisi, noi guardiamo a Occidente, ai valori di fondo della nostra civiltà. Spesso la sinistra guarda a Oriente, non è la prima volta nella storia”.
La valutazione di S&P che effetto e che significato ha?
“Straordinaria, dopo 10 anni di BBB con outlook stabile o negativo torniamo ad avere un BBB+. Significa che i fondamentali della nostra politica economica sono giudicati appropriati: una svolta rispetto al passato, che rassicura e incoraggia chiunque voglia investire nel nostro Paese. L’Italia non è più considerata come uno dei “PIGS”, ma come un “BIG” a livello globale. In quella lettera vi è il senso del cambiamento epocale che stiamo operando nella percezione generale”.