Sabato 26 Aprile 2025
ANTONELLA COPPARI
Politica

Meloni negli Usa, via libera Ue: "Contatti regolari con von der Leyen"

La Commissione benedice il viaggio italiano: "Qualsiasi interazione con Washington è benvenuta". E il ministro Crosetto conferma l’apertura sull’aumento della fornitura di gas americano: è una possibilità.

La premier Giorgia Meloni e Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Ue

La premier Giorgia Meloni e Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Ue

La benedizione europea c’è, forte e chiara: "La presidente von der Leyen e la prima ministra italiana sono state in contatto regolare e lo saranno nei prossimi giorni. Qualsiasi interazione con gli Usa è benvenuta", scandisce la portavoce della Commissione europea, Arianna Podestà. Il premier norvegese Jonas Gahr Støre, al termine di un incontro a Palazzo Chigi che, come la sua ospite, considera di grande successo, aggiunge il suo supporto: "Meloni ha ragione. Una guerra commerciale non conviene a nessuno". Piaccia o no, Giorgia è la prima leader europea a volare a Washington dopo il ’liberation day’, per dirla con Trump. Altrettanto granitico il sostegno della maggioranza, malgrado le note divisioni interne. Qualche differenza di toni tra l’europeista Antonio Tajani e l’antieuropeo Matteo Salvini si nota. Il leghista non rinuncia alle abituali frecciate: "Il governo ha sempre tenuto la linea del buon senso, non inseguendo gli ultrà di Parigi e Bruxelles che parlano di bazooka, controdazi e guerre commerciali". Sfumature a parte la linea è identica, ed è Tajani a sancirla: "Gli Stati Uniti restano il nostro principale alleato".

Molto meno entusiasta l’opposizione, con qualche distinguo: Elly Schlein tiene la polemica più bassa del solito, ed evita affondi. Giuseppe Conte invece si prepara già all’offensiva: "Spero che Meloni possa riportare da Trump buone notizie, che non possono essere aumentare le nostre commesse militari a favore dell’industria statunitense e aumentare l’acquisto di gas americano". Parole non pronunciate a caso. Nel suk dello Studio Ovale il mercanteggiamento sarà proprio su questi due punti, oltre che sul capitolo Cina. A dirlo esplicitamente è il ministro della Difesa, Guido Crosetto: "Trump è una persona pragmatica, abituata a trattare e quindi ci si deve rapportare con lui in questo modo; il rapporto che ha impostato con il mondo è ’cosa mi dai, cosa ti do, quali sono i vantaggi che ho a cooperare con te, quali sono gli svantaggi’". Un suk, appunto. La mercanzia sul tavolo sarà quella indicata dal leader M5s.

Ora, sul gas l’Unione ha aperto più di uno spiraglio, e Crosetto conferma: "Gli Stati Uniti sono tra le nostre possibilità di approvvigionamento che dobbiamo tenerci perché è strategica come anche l’Algeria e l’Azerbaigian". Sono i toni di chi si prepara a negoziare su quantitativi e possibilità di diversificare le fonti. Se sull’aumento di spesa militare in chiave Nato, il governo sta cercando di individuare nuovi capitoli di spesa per arrivare alla quota promessa del 2% del Pil, sulle armi l’Italia è già un bel passo avanti: "Siamo stati la Nazione che ha cooperato sul più grande programma americano, quello degli F35", ricorda Crosetto. Quanto alla Cina, tra i paesi fondatori dell’Unione il nostro è quello più vicino alla linea americana: "L’unità dell’Occidente va preservata e dunque vanno evitati legami più stretti con il Dragone", il mantra. La Spagna però la pensa all’opposto, la Germania pure, la Francia al momento si tiene neutrale.

Ecco perché la Cina potrebbe rivelarsi il capitolo più determinante ma pure più divisivo. In prospettiva, neanche l’Italia esclude nulla: "Ora non ha senso fare innervosire Trump, dopo si vedrà", dicono nella maggioranza. Ma anche se la trattativa "pragmatica" sarà centrata su questi punti, l’obiettivo di fondo concordato dalla premier e da Ursula resta quello della zona di libero scambio: zero per zero dazi. Non casualmente, da Bruxelles definiscono il perimetro della missione: "Negoziare accordi spetta alla commissione". Certo dopo l’esaltazione quasi mistica delle tariffe da parte del presidente americano l’obiettivo non appare a portata di mano, ma anche solo un piccolo passo avanti magari in direzione di quel vertice Usa-Ue che Meloni propone da settimane, nella condizione data sarebbe un bel colpo.