COSIMO ROSSI
Politica

Meloni, l’ex ministra Bonetti: "Un gesto di dignità. Ancora troppe molestie sui luoghi di lavoro"

L’esponente centrista: grave l’attacco mediatico, piena solidarietà alla premier. "Vanno stigmatizzati tutti gli atteggiamenti scorretti contro le donne"

Roma, 20 ottobre 2023 – Onorevole Elena Bonetti, da ex ministra delle Pari opportunità e la Famiglia, oggi impegnata con Per (Popolari europeisti riformatori) accanto ad Azione, qual è la sua impressione riguardo al focus mediatico su Andrea Giambruno e il fatto che la stessa premier Giorgia Meloni abbia annunciato via social la fine della sua relazione?

"Penso sia grave che si sia avviato un attacco mediatico che ha esposto il privato di una famiglia alla pubblica piazza e al pubblico giudizio. Stiamo parlando della presidente del Consiglio. Spero non si sia pensato di attaccarla sul piano politico utilizzando questi mezzi. Si tratta della vita non solo di due adulti, ma anche di una bambina, che hanno diritto al loro privato. In questo senso ho espresso piena solidarietà alla premier Meloni sia come donna che come politica".

Elena Bonetti, 49 anni, deputata centrista, già ministra per le Pari opportunità e la Famiglia
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La premier stessa, però, ha ritenuto di informare della fine della sua relazione a mezzo social... "Le scelte della premier sono in questo caso personali e non mi sento di commentarle. È lei che ha fatto chiarezza e dichiarato di voler tutelare la vita privata propria e di sua figlia. Un gesto di dignità e una richiesta di riservatezza della sfera privata rispetto a cui tutti dovremmo attenerci". Lei perciò non concorda con quanti hanno chiesto a Meloni di render conto delle parole e dei comportamenti discutibili di Giambruno? "Io credo che Meloni sia tenuta a dare conto delle proprie scelte politiche e non del ruolo dell’ex compagno nella sua redazione". D’altro canto sono stati trasmessi fuorionda di comportamenti molesti di fronte a uno studio pieno di persone... "Ripeto, distinguiamo quel che attiene un rapporto privato e personale tra la presidente e il suo compagno, dal contenuto di quanto è stato reso pubblico evidenziando atteggiamenti lesivi con allusioni nei riguardi di colleghe. Ci sono comportamenti troppo spesso ancora presenti nei luoghi di lavoro in cui le donne vengono molestate verbalmente o con azioni. Situazioni da individuare e stigmatizzare adottando i dovuti provvedimenti. A maggior ragione in ambiti di comunicazione pubblica". Nel momento però in cui si esibisce la vita privata sui social, non diventano un po’ contraddittorie e ipocrite le pretese di privacy e di comportamenti troppo pudici? "Non vedo nessuna ipocrisia. Che un personaggio politico abbia il desiderio di raccontarsi nella propria autenticità anche rispetto a dinamiche private, è una scelta che fa parte della libertà anche di una personalità politica, che è prima di tutto una persona. Ma qui si sono resi pubblici contenuti non per sua volontà".

Ma questa barriera del pudore non si sfonda proprio quando si comincia a esibire il privato come ormai fanno tutti? "Questo accade quando i social sono visti come luoghi astratti dove non ci sono persone autentiche. E io purtroppo conosco l’uso violento dei social e da ministra ho lavorato per contrastare il linguaggio d’odio sui social. Pensiamo ai pericoli e i danni cui sono esposti soprattutto i giovani. E anche per chi racconta la propria vita privata, non è accettabile che si venga giudicati violentemente per questo".

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