Roma, 19 marzo 2025 – Con 188 voti favorevoli, 125 contrari e 9 astenuti la Camera ha dato il via libera alla risoluzione di maggioranza che approva le comunicazioni della premier Giorgia Meloni in vista del Consiglio Europeo di domani. La votazione arriva al termine di una giornata parlamentare caratterizzata dalle proteste dell’opposizione che hanno anche costretto il presidente Fontana a sospendere la seduta. Al centro delle polemiche le parole della premier sul manifesto di Ventotene: “Quella idea di Europa non è la mia”. Durissime le reazioni dell’opposizione alla ripresa dei lavori, anche per l’assenza di Meloni per “impegni istituzionali”. Ma non sono mancati altri argomenti di polemica tra i tanti temi affrontati dalla presidente del Consiglio. Dopo l'esordio con gli auguri ai papà “dentro e fuori da quest'Aula”, Meloni ha risposto punto per punto agli interventi dei parlamentari su riarmo, premierato, immigrazione, bilanci, crisi internazionali (dall’Ucraina al Medio Oriente). Assenti i ministri leghisti e Matteo Salvini, impegnato in incontri istituzionali a Bruxelles.

Le spese militari e l’attacco a M5S
"L’Italia non intende distogliere nemmeno un euro dai fondi di coesione per la difesa”, ha detto Giorgia Meloni in uno dei passaggi più delicati del suo intervento. La telefonata tra il presidente Usa Donald Trump e quello russo Vladimir Putin rappresenta "un primissimo spiraglio di quanto concordato a monte da Trump e Zelensky". "La posizione del Governo è chiara. Noi abbiamo fatto le nostre valutazioni, il Governo aveva chiesto lo scorporo delle spese della difesa dal calcolo del patto di stabilità, oggi però non possiamo non porre il problema che l'intero piano presentato dalla presidente della Commissione europea Von der Leyen si basa quasi completamente sul debito nazionale degli Stati, ed è la ragione per la quale stiamo facendo delle altre proposte”. Poi, rivolta al M5S, Meloni avverte: "Io sono preoccupata, non ho tempo per la vostra lotta nel fango. Gli italiani valuteranno come comportarsi e la discrasia che esiste nelle scelte che avete fatto al governo e quelle all'opposizione. Voi siete diventati ora anti-militaristi".
"L'Europa si suicida e muore con il piano di riarmo proposto da ‘Ursula Bomber Leyen’ da 800 miliardi di euro” ha detto Nicola Fratoianni di Avs prendendo la parola nell'Aula di Montecitorio. “Presidente Meloni le è piaciuta la battuta ho visto – prosegue l'esponente di Avs – e forse è anche d'accordo, so che non lo può dire, ma lo dica se vuole”.
I dazi di Trump
"Non c'è dubbio che per noi i dazi siano un problema, il tema che cerco di porre e sul quale non ho certezze è quale sia la reazione migliore. Abbiamo un surplus commerciale nei confronti degli Usa nei beni e loro nei nostri confronti per i servizi. Credo che questa sia una questione da tenere in considerazione per evitare una guerra commerciale. La risposta ai dazi sui beni come riflesso temo potrebbe crearci più problemi".
Difesa e vaccini Covid
"Non mi è chiarissima neanche la proposta del Pd relativa al piano della Commissione europea in tema della difesa. La proposta che io ho letto è quella di opporsi al rafforzamento della difesa fatta dai singoli Stati europei per fare una centrale di acquisti unica europea per gli armamenti e i sistemi difensivi sul modello di quello che aveva predisposto Bruxelles per acquistare i vaccini anti-Covid". La proposta, ha sottolineato Meloni, "mi lascia un po' sorpresa, perché di fatto si parla non di avere maggiore margine di spesa da utilizzare in sicurezza e difesa al contempo favorendo le industrie nazionali di quei settori, ma si parla di spendere le stesse risorse facendo però decidere a Bruxelles come si spendono e magari spendendole su sistemi che non sono italiani e su aziende che non sono italiane. E aggiungo anche che richiamare l'esempio dei vaccini Covid non mi pare sia andato benissimo. I contratti sono stati secretati e vi ricordate come sono andate le cose...".
Meloni: “L’Europa di Ventotene non è la mia”
"Non so se questa è la vostra Europa ma certamente non è la mia". Conclude così le sue repliche la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, leggendo alcuni passaggi del Manifesto di Ventotene. Scoppia la protesta delle opposizioni e in particolare del Pd, con il presidente Fontana costretto a richiamare. Ma la tensione è alle stelle e continuano le proteste. "Non mi è chiarissima – ha proseguito – neanche l'idea di Europa alla quale si fa riferimento. Sono sempre contenta e ho grande rispetto per la partecipazione della manifestazione di piazza del Popolo sabato. È stato richiamato da moltissimi partecipanti il manifesto di Ventotene: spero tutte queste persone in realtà non l'abbiano mai letto perché l'alternativa sarebbe spaventosa". Meloni ha citato "alcuni passi salienti". Tra le citazioni: "La metodologia politica democratica sarà un peso morto nella crisi rivoluzionaria", "Attraverso questa dittatura del partito rivoluzionario si forma il nuovo Stato, e intorno ad esso la nuova vera democrazia".
Caos in Aula, seduta sospesa
Le parole di Meloni su Ventotene hanno suscitato veementi proteste dell'opposizione anche durante il successivo intervento del ministro Tommaso Foti che aveva il compito di esprimere i pareri sulle risoluzioni tanto che il presidente della Camera, Lorenzo Fontana, ha sospeso la seduta. "Vergogna, vergogna, vergogna", urla il Pd Federico Fornaro, chiedendo "rispetto". Per Alfonso Colucci di M5s "è un oltraggio alla nostra democrazia. Non c'è spazio in quest'Aula per il fascismo". Marco Grimaldi di Avs: "Ci sentiamo offesi e indignati". Le critiche delle opposizioni sono rivolte anche al presidente Fontana, "Si vergogni" avrebbe "dovuto stigmatizzare le parole della premier".
Meloni assente alla ripresa dei lavori: “Impegni istituzionali”
Ripreso senza Giorgia Meloni il dibattito in Aula della Camera sulle comunicazioni della premier in vista del Consiglio europeo di domani. La presidente del Consiglio è assente "per impegni istituzionali che la trattengono altrove", fa sapere la vicepresidente della Camera Anna Ascani. "Il governo e la premier hanno il massimo rispetto per il Parlamento, la premier aveva presente il programma originario dell'Aula che doveva concludere i lavori per il primo pomeriggio, in questo momento è in volo per Bruxelles". Lo ha detto il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, intervenendo dopo che dall'opposizione si è stigmatizzata l'assenza della premier, mentre sono in corso le dichiarazioni di voto sulle risoluzioni dei gruppi, in vista del consiglio Ue.
Schlein: “Oltraggiata la memoria”. Renzi: “Giravolta Giorgia”
Duro affondo di Elly Schlein alla Camera, nel suo intervento in Aula la segretaria Pd sottolinea: "La presidente Meloni è fuggita di nuovo. L'ultima apparizione risale a dicembre, le sue apparizioni si contano sulle dita di una mano". Per Schlein la Lega "ha sostanzialmente commissariato la presidente Meloni dicendo che non ha mandato per esprimersi al Consiglio Ue". Proseguendo nelle dichiarazioni di voto alla Camera, Schlein ha sottolineato: "Oggi lei ha deciso di oltraggiare la memoria europea ma noi non accetteremo tentativi di riscrivere la storia. Il Manifesto di Ventotene è riconosciuto in tutta Europa come base su cui è fondata l'Unione. Scritto da giovani antifascisti mandati al confino dai fascisti che non risposero all'odio con altro odio".
"Oplà! L'ennesima giravolta di Giorgia l'Influencer è servita". Lo scrive Matteo Renzi sui social postando una dichiarazione del 2016 della premier Giorgia Meloni. "Sull'Europa avevano le idee più chiare nel 1941 i firmatari del Manifesto di Ventotene, detenuti in carcere", disse Meloni parlando di Renzi, Hollande e Merkel. Di “una polemica ad arte creata da Meloni sul manifesto di Ventotene” ha parlato nel suo intervento in Aula Giuseppe Conte. “Se siede al Consiglio europeo – prosegue il leader del M5s – e si fa le foto con gli altri leader europei è grazie ai firmatari del Manifesto di Ventotene che è il progetto fondativo dell'Europa libera in cui viviamo".