Mercoledì 24 Aprile 2024

Meeting di Rimini 2022, dietro le quinte: 7 leader al bar. Quasi amici visti da vicino

La testimonianza di Davide Rondoni: "Io seduto con loro. Educati e cordiali, l’opposto del teatrino in scena"

Davide Rondoni al tavolo preparatorio dell’intervista collettiva ai politici a Rimini

Davide Rondoni al tavolo preparatorio dell’intervista collettiva ai politici a Rimini

Per fortuna, viene da dire. Nella foto che sta facendo fatto il giro di media e web e che ritrae al Meeting a Rimini alcuni leader di partito in procinto di sfidarsi alle elezioni a sedere insieme ci sono, in un angolo, anch’io. Ero lì con alcuni amici responsabili del Meeting a cui partecipo da molti anni e che stimo come una manifestazione culturale e umana molto bella. Nella foto ci solo Letta, Meloni, Salvini, Tajani, Di Maio, Lupi, Rosato e il direttore del Corsera Fontana che di lì a poco su un palco li avrebbe intervistati.

Prima si prendeva un caffè insieme e si chiacchierava, accordandosi su tempi dell’incontro. Un backstage, si direbbe in termini tratrali e cinematografici. Poi sarebbe andata in scena la politica. E ognuno avrebbe fatto la sua parte, un po’ attori come lo siamo quasi tutti in un’epoca dove molti si fan film e foto da esibire ovunque. La chiacchierata con caffé e acqua è stata educata, con qualche battuta, qualche amarcord, e la sensazione, sintetizzata da Letta arrivando e mettendosi a sedere che effettivamente un tavolo "così è una rarità".

Un tavolo dove uomini e donne che sulla scena sono avversari a volte accaniti, si riconoscono e si trattano anche con toni di simpatia. Significa allora, come qualcuno ha commentato, che la politica è finzione? Tralascio la banale idea che in 20 minuti a un tavolino esposto a fotografi e a chiunque passava di lì, tali leader o chiunque altro possano far chissà che accordi sottobanco (consiglierei di guardare altrove, se ve lo permettono, ma non credo). E tralascio le polemiche capziose di chi, non avendo aderito all’Intergruppo parlamentare sulla sussidiarietà organizzatore dell’incontro, non era ovviamente invitato.

Io ho apprezzato il lato umano della vicenda. L’asciutto Letta, garbato, elegante, l’appassionato e scherzoso Salvini, la Meloni come qualunque signora preoccupata delle pieghe del suo vestito, il compassato Rosato, il millimetrico e rigiduccio Di Maio, il buon zio Tajani, il ginnico Lupi, erano lì, come tanti, per venti minuti non eccessivamente preoccupati della parte che dovevano poi assumere.

Per un poco di tempo, grazie al fatto che il Meeting è davvero un luogo di libertà, hanno potuto scambiarsi anche tra loro e con chi c’era un "come va ?" o qualche battuta sulle vacanze non fatte per via delle liste, o una domanda sulla salute di qualche conoscente. La politica, come ogni attività umana pubblica, è fatta di comunicazione e quindi di un aspetto teatrale connaturato. Il teatro non è finzione, nel senso di bugia, ma rappresentazione, drammatizzata di problemi e questioni vere e profonde. Meglio che sia anche teatro la politica, sapendo bene la prima politica è vivere.