Mercoledì 24 Aprile 2024

La frusta di Renzi: basta autoanalisi. "Ora il Pd faccia opposizione"

L'ex premier alla Festa dell'Unità di Ravenna. "Lotta ai populisti"

Renzi alla Festa dell'Unità (LaPresse)

Renzi alla Festa dell'Unità (LaPresse)

Ravenna, 7 settembre 2018 - Attacca a testa bassa Matteo Salvini, risparmiando la Lega Nord, che cita poco, poi dedica venti minuti a sparare bordate sul M5S e i suoi leader, "dei veri scappati di casa. Loro il partito del cambiamento? Certo, nel senso che cambiano idea ogni giorno". Non risparmia critiche al 'fuoco amico' e coccola la base ricevendone in cambio un tifo da stadio. È un Matteo Renzi sorridente e determinato quello che si presenta a Ravenna alla Festa nazionale dell’Unità.

Qui tre giorni fa è stato applaudito il presidente della Camera pentastellato, Roberto Fico. Ma era un altro pubblico quello che ha battuto le mani alle ipotesi di un’alleanza Pd-M5S. Renzi non ne vuole sentire parlare e nemmeno la folla presente, fatta di molti giovani che abbassando così drasticamente la media dell’età dei partecipanti ai dibattiti della kermesse del Pd. "Io vorrei che il Pd ripartisse dalle sconfitte altrimenti facciamo solo autoanalisi che dura ormai da sette mesi. Ora ho il diritto di dire da senatore, da segretario che si è dimesso, basta autoanalisi, ora facciamo opposizione". E chiede "di alzare subito un nuovo argine contro il populismo". A Salvini contesta la politica sull’immigrazione, lo attacca sulla condotta tenuta sul caso-Diciotti e ripete che "Minniti andava in Libia a risolvere i problemi, Salvini va a Cervia, anzi a Milano Marittima, luoghi bellissimi, ma lui è ministro dell’Interno. Per risolvere il problema europeo dei migranti non prendi in ostaggio 150 povere persone, solo per qualche percentuale in più nei sondaggi".

C’è la questione dei 49 milioni di euro che la Lega Nord deve restituire per vecchie storie: "Non si commenta una sentenza dicendo ‘gli italiani stanno con me’". Certo, il suo è un modo nuovo di tenere un comizio. Mentre parla scorrono foto legate ai vari passaggi del suo discorso. Dialoga con il pubblico, le prime file scalpitano per allungargli la mano per improbabili selfie. All’apice del ‘Matteo, Matteo’ arrivano gli attacchi ai 5Stelle, a quella classe dirigente "di scappati di casa". L’accordo sull’Ilva: "Giusto l’accordo. Ma hanno cancellato tutti i loro tweet in cui dicevano che loro avrebbero chiuso l’Ilva. Quello di Di Maio, quello di Grillo...".

Sui vaccini e il M5S "non riesco a finire di dire ‘bravi, avete cambiato idea’, che già hanno ricambiato posizione. In Riviera Adriatica è successo qualcosa di enorme: le minacce al virologo Burioni, con tanto di volantini delle Br". E arriva al Pd. "Amici e compagni – dice col volto teso – avete attaccato il Matteo sbagliato, avete concorso a rompere un argine. In Italia c’era un argine contro il populismo e adesso bisogna fare un argine più grosso e non darsi per sconfitti". Al congresso "votate per chi vi pare – scandisce – ma nessuno si permetta di tirarsi indietro perché in gioco c’è la stessa tenuta democratica del Paese. Chi si fa da parte è complice. Anche se non sono candidato, sarò orgoglioso di far parte di questa comunità". "Non vengo alla festa dell’Unità – conclude – per partecipare al gioco delle polemiche fra componenti interne al partito, io non gioco". Di fronte a questo governo "io dico al Pd alziamoci e rimettiamoci in cammino. Per due volte mi è stata fatta la guerra, sono stato colpito da fuoco amico, i principali avversari erano quelli in casa". Ora basta con le polemiche "quando il segretario Martina aprirà il congresso ai candidati, chi vince vince. C’è un Paese che ha bisogno di noi".