
Roma, 20 novembre 2023 – Clemente Mastella (Noi di Centro), sindaco di Benevento, l’incontro con Renzi in ottica Europee è stato battezzato come il matrimonio tra rottamato e rottamatore. C’è il rischio che la lista appaia un po’ un ricettacolo di avanzi?
"Se guardo alle liste elettorali, all’interno di tutte ci sono avanzi. Siamo tutti avanzi, chi più deteriorato e chi meno. Ma io solo vengo etichettato come l’unico trasformista dopo Giolitti".
Accostato a Giolitti non è poi deplorevole...
"Dopo la fine della mia Dc io ho sempre applicato la regola del viandante: avanzo per la mia strada e vado a sinistra o a destra a seconda dei macigni che mi trovo davanti, non sacrificando le mie ragioni".
Alle europee col proporzionale ci sarà strada per non deviare dal Centro con Renzi?
"Mi pare la lodevole intenzione comune di determinare un’area centrale insieme a tutti coloro che hanno la volontà e il desiderio di sopperire alla mancanza di un centro politico, in assenza del quale si vede bene come finiscono per esasperarsi i toni. Occorre una forza legata a un’idea più mite della politica, dedita a smussare gli angoli e determinare convergenze nell’ottica di un interesse comune che prevale".
E per superare lo sbarramento al 4 per cento?
"Dipende anche da come giochiamo la partita. CInque anni fa Salvini occupava una quota esasperata di consensi e FdI navigava su numeri bassissimi: chi avrebbe immaginato Meloni al governo con tanti consensi? Oggi è cambiato un mondo. L’idea tolemaica e statica della politica è finita con la Dc. Il nostro è un processo in fieri. C’è un riflesso condizionato, l’interesse per la politica è appannato. Anche là bisogna collocarsi".
Divisi da Azione, non c’è il rischio di escludersi a vicenda per sovraffollamento?
"È un limite. Bisogna costringersi a realizzare le condizioni per stare insieme. Non collaborare è una scelta suicida. Chi ha saggezza deve praticare l’arte del compromesso: si sta insieme allo stesso tavolo e, pur avendo divergenze, si evita di piantarci i coltelli e si usano forchetta e cucchiaio. Noi speriamo di farcela con quelli che ci staranno".
E chi ci sta per ora? L’ex ministro ex Pd Beppe Fioroni?
"C’è Fioroni. E altri a cui non piace la politica di oggi. Non ci sono più grandi organizzazioni ma un ceto medio politico che inizia a guardare con interesse".
Qualcuno evidenzia con malizia che il patto con Renzi è suggellato dalla candidatura di Sandra Lonardo, sua moglie...
"Ci sono mariti e mogli in Parlamento, leader e dirigenti di partito con coniugi eletti nelle liste bloccate. Eppoi fanno le pulci a me? Io i voti sono sempre andati a prendermeli".
Che cosa pensa del premierato che Renzi vede con favore in versione sindaco d’Italia?
"Su questo forse abbiamo un piccolo contenzioso. Sono contrario a spuntare i poteri del Capo dello stato. E penso che i senatori a vita possano essere rappresentativi, ma senza diritto di voto. Non c’è amplissimo consenso intorno a quest’idea di riforma. Renzi a suo tempo ci credeva molto, io gli dissi che ero legato a un’idea diversa. Ora Meloni dice che in caso di sconfitta non si dimetterà. Ma il referendum ha sempre portato male".
Se la riforma rimane questa lei come voterà?
"Così com’è voterei contro. Mi considero, come Moro, un conservatore illuminato. Penso che le riforme vadano fatte come fecero i costituenti, che avevano divisioni ideologiche molto più forti tra le maggiori culture, ma trovarono un’idea comune".
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