Maria Elena Boschi: "Il partito di Renzi? Fake news"

L'ex ministra: "Ho pagato l’impegno con Gentiloni. Il Pd ripartirà dai suoi sindaci"

L'ex ministra Maria  Elena Boschi (Serra)

L'ex ministra Maria Elena Boschi (Serra)

Firenze, 12 luglio 2019 - Orgogliosa del passato governativo (Renzi e Gentiloni) con lo sguardo rivolto al futuro immediato (i diritti delle donne e l’unitarietà del Pd), Maria Elena Boschi è convinta che "con il tempo la verità si impone" anche contro le tante fake news piovute addosso. 

Onorevole Boschi, come sta?  "Bene, grazie. La vita da parlamentare dell’opposizione ti concede più tempo e ti regala meno stress. Ma purtroppo l’impressione è che con questo governo l’Italia stia peggio".

Ha nostalgia dei 1.000 giorni del governo Renzi?  "No. La nostalgia è un sentimento bellissimo, ma non si fa politica con la nostalgia. I Mille Giorni del governo Renzi hanno cambiato l’Italia molto più di quanto i commentatori abbiano riconosciuto. Ma non vivo rivolta al passato. Sono orgogliosa di ciò che con una squadra straordinaria siamo riusciti a fare, riportando il Paese a crescere".

E del governo Gentiloni? Non crede che sarebbe stato meglio se in quell’esecutivo fosse stata da parte?  "Per me personalmente sicuramente sì. Avrei evitato tante polemiche. Ma il presidente Gentiloni ha insistito molto perché io fossi al suo fianco. E se il premier ti chiama non puoi che dire sì. Per me sarebbe stato meglio starmene un po’ in disparte, certo. E credo che si possa dire senza remore, ormai: sarebbe stato meglio anche e soprattutto votare prima, subito dopo il referendum. Meglio per il Pd, certo. Ma meglio anche per l’Italia. A un certo punto abbiamo smesso di dettare l’agenda, cosa che eravamo riusciti a fare perfettamente con il governo Renzi".

Le buone cose del governo Renzi piano piano stanno venendo fuori. La storia vi darà ragione?  "Non sono così convinta che la storia si occuperà di noi. Ma la cronaca politica sicuramente sì. C’è stata tutta la stagione dei diritti, compreso il fatto che siamo stati il primo e ultimo governo con metà donne. Ma è soprattutto il dato economico a stupire: il Jobs Act ha creato più di un milione di posti di lavoro, il Pil è arrivato quasi al +2%, il superammortamento, gli 80 euro, la riduzione dell’Irap sono tutti fatti di grande importanza per l’economia del Paese. E oggi che l’economia si è bloccata anche gli scettici di allora riconoscono che abbiamo fatto un buon lavoro. Con il tempo la verità si impone". 

C’è stato un clima di caccia alle streghe nei confronti di Renzi e del suo gruppo dirigente. Anche se pioveva era colpa del leader... "Una campagna d’odio ingiusta. Che ha fatto male a molti di noi, alle nostre famiglie. Ma tutto sommato spiegabile: Renzi è andato avanti come un treno nel cambiare l’Italia, sul serio. E i risultati gli stavano dando ragione. L’unico modo per abbatterlo erano le fake news sui suoi collaboratori più stretti. Ma chi ha vinto con le fake news sarà sconfitto dalla realtà. E proprio sulle fake news ci siamo visti a Milano per lanciare una strategia di attacco molto più aggressiva".

A cosa si dedica adesso in particolare in Parlamento? "Alla Camera faccio parte della Commissione bilancio per cui mi occupo soprattutto di economia, da come sostenere le nostre imprese a come aiutare le politiche dei comuni e delle regioni. Occuparsi di bilancio dello stato, conti pubblici non è facile con questo governo. Poi continuo a occuparmi sia in Parlamento che al Consiglio d’Europa di pari opportunità e diritti delle donne. È un tema che mi ha preso completamente e che l’esecutivo gialloverde ha dimenticato del tutto".

Il Pd deve tornare tra la gente. Adesso è tempo di feste dell’ Unita’. Lei le frequenta e sta con i ‘compagni’. Che aria tira?  "La verità è che purtroppo ci sono meno Feste dell’Unità di qualche anno fa. Una delle tante fake news è che noi abbiamo distrutto il partito. È vero il contrario. Quando abbiamo preso il Pd eravamo al 25% compresi gli scissionisti. Abbiamo rilanciato il Pd, vinto in 17 regioni su 20, ottenuto il 40% alle Europee e al Referendum, portato aria nuova nel Pd. Certo, poi con il fuoco amico, le scissioni, le liste civetta per prendere i nostri voti siamo arrivati al 19% del 2018. Ma finchè c’è stato il governo Renzi eravamo molto forti. Oggi ci sono meno feste di prima: la cancellazione di quella di Reggio Emilia, ad esempio, mi fa male. Ma io giro per le feste per invitare tutti a non rassegnarci. Abbiamo vissuto una pagina bellissima ma il meglio deve ancora venire".

Nardella ha stravinto a Firenze. Il partito dei sindaci è da prendere da esempio anche per i dem?  "Dario è stato bravissimo. Ma non è il solo: penso a Decaro a Bari, a Ricci a Pesaro, a Gori a Bergamo, a Biffoni a Prato. E potremmo proseguire con Modena, Reggio Emilia, Livorno per arrivare ai tanti sindaci che hanno vinto in provincia, sfidando il vento leghista. E sono felice quando vedo tante donne, bravissime, in prima linea. Sì, i sindaci sono i più credibili testimonial dell’impegno del Pd: spero che siano valorizzati di più".

E Bonaccini?  "Per l’Emilia Romagna credo che sia un ottimo candidato".

Per la sfida regionale toscana? "Se ci sarà un candidato unitario meglio, altrimenti faremo le primarie". 

Un partito di Renzi è una fake news? "Oggi Renzi è impegnato in una sfida educativa e culturale, non nella costruzione di un nuovo partito. Per adesso un nuovo partito è solo una fantasia".