Manovra 2023 verso la fiducia: arriva alla Camera il 21 dicembre

La legge di bilancio alla prova del voto poco prima di Natale. L'ok finale forse venerdì 23 e il passaggio in Senato tra il 27 e il 28 per scongiurare il rischio di esercizio provvisorio

Roma, 20 dicembre 2022 - La manovra arriverà in Aula alla Camera mercoledì 21 dicembre alle 13, con votazioni non prima delle 16, quando si attende che il governo metta la fiducia. Il termine per la presentazione degli emendamenti è alle 13 e per gli ordini del giorno alle 17. Questo è quanto è emerso al termine della conferenza dei capigruppo di Montecitorio che si è tenuta in serata, dopo lo stallo di oggi.

Infatti, nella prima conferenza dei capigruppo alla Camera nessuna decisione era stata presa sulle tempistiche dell'iter parlamentare che prevede l'approvazione della legge di bilancio - ancora ferma in Commissione Bilancio - entro il 31 dicembre. La premier Giorgia Meloni aveva poi promesso che il governo avrebbe rispettato i tempi e con questa nuova data, sembra scongiurato l'esercizio provvisorio.

Il presidente della Camera, Lorenzo Fontana
Il presidente della Camera, Lorenzo Fontana

Le prossime tappe

La maggioranza è riuscita, d'intesa con le opposizioni, nel voto degli emendamenti depositati dal governo e delle forze politiche. In questo modo l'approdo della manovra in aula per la fiducia è atteso mercoledì 21 dicembre, per poi procedere molto probabilmente venerdì 23 all'ok finale al provvedimento emendato. Il passaggio in Senato potrebbe avvenire così tra il 27 e il 28 dicembre, per evitare il rischio di slittare in esercizio provvisiorio di bilancio dal 1 gennaio 2023.

Tesoretto e intercettazioni

La manovra comunque continua a cambiare. Del tesoretto in dote per le modifiche parlamentari, inizialmente quotato 400 milioni, ne sarebbero rimasti a disposizione solo 200. Sono poi al vaglio regole ad hoc per le intercettazioni preventive legate alle attività di intelligence. Il M5s ne ha chiesto lo stralcio e non piacciono nemmeno al Pd e alla sinistra. 

Le lamentele dell'opposizione

Dopo il fallimento della prima riunione dei capigruppo, oggi l'opposizione era sulle barricate. "Il presidente della commissione Bilancio si è preso la responsabilità di chiudere le porte della commissione alle opposizioni - ha tuonato la capogruppo Pd Debora Serracchiani - Hanno deciso da soli, con i soli voti della maggioranza di arrogarsi il diritto di riconvocarci in serata dopo che hanno chiuso le loro trattative. Abbiamo chiesto con forza al presidente della Camera Fontana di chiedere al presidente della Bilancio di riconvocare l'ufficio di presidenza e la commissione perché vogliamo lavorare alla manovra, non possono impedirci di farlo". 

"Siamo al 19 dicembre e non abbiamo un solo emendamento approvato. È un fatto inaudito - ha attaccato Matteo Richetti di Azione - Il presidente Fontana intervenga sulle ammissibilità concesse a norme ordinamentali, e quindi non ammissibili, da parte del presidente della commissione Bilancio". 

Serracchiani ha rincarato la dose ed è entrata nel merito della finanziaria. "L'attività consentita all'opposizione è limitatissima. Ci sono problemi nella maggioranza, non arrivano gli emendamenti, e quando arrivano scopriamo che nella sostanza riscrivono la manovra, come nel caso della norma sul Pos. Senza contare tutto quello che manca: da opzione donna alla sanità pubblica, ai lavoratori dello spettacolo. Mancano risorse, e soprattutto per i più fragili". 

Si è fatto sentire anche il Movimento 5 Stelle: "Stiamo affrontando la legge di Bilanco nella totale confusione del governo, che non ha un'idea chiara di quel che vuole fare", ha detto ai cronisti Francesco Silvestri, capogruppo M5s alla Camera. Anche Silvestri si è appellato al presidente della Camera "perché la situazione è grave. In questi giorni non sono arrivati i pareri sugli emedamenti e non c'è contezza di quel che si sta facendo". Silvestri ha lamentato infine "sciatteria dal punto di vista della gestione" dei lavori "che è preoccupante nei confronti del Paese". 

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Gli emendamenti depositati in Commissione Bilancio

Inoltre, ci sono degli emendamenti che il governo ha depositato in commissione Bilancio alla Camera. Alcuni riguardano l'assegno unico che aumenta del 50% per i nuclei famigliari con quattro o più figli (la maggiorazione mensile forfettaria sale quindi da 100 a 150 euro); la riduzione del Reddito di cittadinanza da 8 a 7 mesi (che porterà altri 215 milioni di risparmi); Opzione donna, invece, per ora non cambia. Sale all'85% l'adeguamento delle pensioni tra 4 e 5 volte il minimo, pagano gli assegni più alti, scaglioni ridotti. L'innalzamento a 600 euro delle minime per gli over 75 vale per il momento solo per il 2023.

Per quando riguarda la proroga al 31 dicembre 2022 per poter beneficiare del Superbonus al 110% vale solo per i condomini, ma a condizione che la delibera assembleare che ha approvato l'esecuzione dei lavori sia stata adottata prima del 18 novembre 2022. 

Mutui: la richiesta di passare dal tasso variabile al tasso fisso potrà essere avanzata su mutui ipotecari in origine non superiori a 200mila euro e per chi ha un'Isee, al momento della richiesta, non superiore a 35mila euro e che non abbia avuto ritardi nei pagamenti delle rate.

Un altro emendamento riformula i costi su sigarette e trinciato. In merito alla cultura, inoltre, dopo il dietrofront sulla rimozione del bonus cultura per i maggiorenni, il sottosegretario all'Economia Federico Freni ha specificato che 18 App "sarà modificata con la riformulazione di un emendamento parlamentare".