Giovedì 18 Aprile 2024

Manovra 2020 approvata, il testo in pdf della legge di Bilancio

Paragone (M5S) vota contro. Renzi punzecchia i grillini e la Lega. Le misure contenute nel maxiemendamento. "Il 22 la fiducia alla Camera"

Matteo Renzi in Senato (ImagoE)

Matteo Renzi in Senato (ImagoE)

Roma, 17 dicembre 2019 - Dalla plastic tax che peserà 45 centesimi al chilo sui produttori ai 2,5 miliardi fino al 2034 per costruire nuovi asili nido, alla stretta sulle bollette pazze fino all'aumento della cosiddetta tassa sulla fortuna. Sono alcune delle principali novità della manovra economica 2020, approvata ieri in Senato e che ora passerà alla Camera per l'ok definitivo. Il governo sarebbe intenzionato a porre la fiducia già il 22 dicembre, giorno in cui il testo arriverà a Montecitorio. 

Le legge di bilancio dà anche il via libera a un nuovo aumento delle clausole di salvaguardia delle accise sui carburanti. Escono, invece, per inammissibilità la norma sulla cannabis light, la Tobin tax sulle transazioni finanziarie digitali e quella che stabiliva lo slittamento da luglio 2020 al primo gennaio 2022 della fine del mercato tutelato per l'energia. Di seguito, nel dettaglio tutte le norme contenute nel maxiemendamento alla manovra che ha incassato la fiducia a Palazzo Madama. Il maxiemendamento contiene le modifiche apportate durante l'esame in commissione Bilancio al Senato. Dopo le riformulazioni, ecco quali sono le misure principali.

Tutte le novità della manovra approvate, il testo in pdf

La legge di Bilancio 2020 in pdf

Il governo tiene, crepe nei 5 Stelle - di A.TROISE

Il governo incassa la fiducia al Senato e la manovra va. Anche perché il testo licenziato da Palazzo Madama sarà, di fatto, quello definitivo. I tempi non consentono una terza lettura dei provvedimenti. Morale: Montecitorio non potrà cambiare nemmeno una virgola senza rischiare l’esercizio provvisorio. Ieri, il governo ha superato la prova con 166 sì e 128 no e il ministro del Tesoro Roberto Gualtieri ha commentato soddisfatto: “Il voto del Senato ci consegna una maggioranza solida e coesa e una manovra che esce non solo confermata ma anche rafforzata nel suo impianto. Abbiamo fatto un piccolo miracolo”. Si è verificato però un altro strappo in casa dei pentastellati: il voto contrario di Paragone, che aumenta il numero dei senatori ‘ribelli’, e 5 assenti nel M5s. Fiducia a parte, non tutti i nodi della manovra sono stati superati.

La resa dei conti è rimandata almeno a gennaio. Anche se ieri il premier Giuseppe Conte ha voluto ridimensionare la prospettiva di una verifica dell’esecutivo subito dopo il varo della manovra economica. Convocando a tarda sera un nuovo vertice di maggioranza a Palazzo Chigi. Di fatto, l’ultimo test prima dello sprint finale sulla manovra economica e, soprattutto, in vista dei problemi che l’esecutivo dovrà affrontare nei prossimi giorni, soprattutto sul fronte dell’economia. Nel frattempo Renzi, nonostante il suo sì alla manovra, non si lascia sfuggire l’occasione del voto in Senato per lanciare segnali di guerra.

"Non è stato un anno bellissimo – spiega ai cronisti –. Ora al governo dobbiamo chiedere un cambio di passo per far crescere il Paese. La stabilità non può significare immobilismo". E, dato che c’è, l’ex rottamatore non esita a mandare frecciate anche al leader della Lega, Matteo Salvini: "Ha superato la sbornia antieuropeista del no al Mes visto che è arrivato a proporre un governo di unità nazionale. Una simpatica tarantella…". In ogni caso, Italia Viva ha già in mente di tornare all’attacco sul fronte sugar tax e plastic tax, per arrivarne all’abolizione definitiva. Qualche mal di pancia anche in casa dei pentastellati. Ieri, il leader Luigi Di Maio, ha riunito i ministri pentastellati per fare il punto della situazione in vista del vertice di maggioranza. "Non stacco la spina al governo", ha spiegato Conte prima di incontrare i capi-delegazione dei quattro partiti che sostengono la maggioranza.

Nessuna verifica, insomma, nessun redde rationem, potenzialmente fatale. Ma solo per definire la tabella di marcia dopo il via libera della manovra che ha neutralizzato l’aumento dell’Iva. Chiusa una partita, se ne aprono almeno tre. La prima, sulla giustizia, con i dem che vogliono evitare lo stop alla prescrizione dopo la condanna di primo grado. Poi, il nodo dell’autonomia differenziata che il ministro Boccia avrebbe voluto inserire nella manovra ma che è stato bloccato dal muro pentastellato e dal niet di Italia Viva. Probabile, tranne sorprese dell’ultima ora, che si scelga di percorrere la strada del disegno di legge dopo aver raggiunto un accordo sui contenuti. Infine, le crisi aziendali, dalla Popolare di Bari all’Ilva. Anche su questi fronti non tutti nella maggioranza la pensano allo stesso modo. Toccherà ancora una volta a Conte trovare l’ennesima sintesi che metta al riparo il suo governo da nuovi scossoni.