Flop a 5 Stelle, un elettore su due a casa. Le ragioni del crollo

L’analisi dei flussi in Umbria: un pentastellato su 5 ha scelto la Lega. Carroccio e Fd’I prosciugano Forza Italia. Pd stabile ma isolato

L'andamento del voto con il crollo del M5S

L'andamento del voto con il crollo del M5S

Bologna, 29 ottobre 2019 - Il punto più basso toccato dal Movimento 5 Stelle dal 2013 ad oggi. Quasi un elettore su due a casa rispetto alle Politiche 2015, ma addirittura più del 50% di voti perduti, se si guardano le preferenze assolute prese domenica dai pentastellati in Umbria (meno di 31mila) e quelli che il Movimento aveva incassato solo 6 mesi fa alle Europee (oltre 65mila), nella stessa regione. E un quinto dell’originario bacino a 5 Stelle che trasloca armi e bagagli alla Lega.

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Bastano questi numeri a certificare la Caporetto a 5 Stelle, e forse la fine prematura dell’asse con il Pd. Secondo Marco Valbruzzi, coordinatore dell’Istituto Cattaneo, è proprio l’esperimento delle nozze tra Pd e 5 Stelle a pesare più di tutto sul risultato dei grillini «È evidente – osserva Valbruzzi – che gli elettori dei 5 Stelle hanno avuto una crisi di rigetto verso il patto con il Pd. In Umbria, infatti, i democratici sono percepiti come il partito del potere, era impossibile ricucire anni di contrasti, con il M5S sempre all’opposizione, in un mese e mezzo». La domanda ora è: cosa aspetta il governo giallorosso? Una situazione del genere può ripetersi in Emilia-Romagna, che andrà alle urne il 26 gennaio? «In parte sì. Quello che ci dicono i numeri è che una fetta dell’elettorato grillino non accetta (e probabilmente non accetterà) nessun tipo di collaborazione con il Pd», prosegue Valbruzzi.

E se è vero che la debacle umbra «è stato accentuata dallo scandalo sui concorsi della Sanità», è anche vero che in Emilia-Romagna «c’è il caso-Bibbiano, che non è stata digerita da molti elettori. Certo è che questa è stata una prima scossa al governo, se a gennaio ce ne sarà un’altra nella stessa direzione, le conseguenze per l’esecutivo potrebbero essere molto pesanti».

E gli altri partiti? «L’Umbria è in linea con il ciclo elettorale nelle Regionali iniziato nel novembre 2017», rimarca l’esperto del Cattaneo. La Lega, pur mantenendo di fatto i consensi degli ultimi appuntamenti elettorali (rispetto alle Politiche 2018 ci sono ben 50mila voti in più), continua a prosciugare Forza Italia (il 2,5% dell’intero corpo elettorale) e M5S (il 3,6% del totale, un quinto del granaio grillino): in nove Comuni umbri su dieci il Carroccio è il primo partito. Fratelli d’Italia (con oltre 43mila voti in regione) succhia consensi agli azzurri (ma non solo) e forma ormai stabilmente la seconda gamba «di un ‘destra-centro’ a trazione sovranista». Il Pd è ormai chiuso in un (poco) splendido isolamento, «è congelato, tutto quello che poteva perdere in termini numerici l’ha perso», insiste Valbruzzi. Non potrebbe subire un’ulteriore mazzata dall’effetto Italia Viva di Renzi (che non si presentava in Umbria)? «Sarebbe una perdita intra moenia , all’interno del centrosinistra - continua l’analista del Cattaneo –, il problema è che non sa che strategia mettere in campo, la ‘fusione’ con i 5 Stelle è stata un fallimento».