Roma, 22 maggio 2025 – Il Movimento 5 Stelle abbandona ufficialmente la regola dei due mandati. Per Grillo è stata il cavallo di battaglia del primo periodo del partito la norma secondo cui, dopo due legislature, si deve dire addio a ogni carica elettiva.
Ebbene, spodestato il fondatore con la Costituente di novembre, Giuseppe Conte ora cambia le carte in tavola durante un Consiglio nazionale in cui ha spiegato come lasciarsi alle spalle la regola, cambiando il codice etico con il voto degli iscritti sul web. Ci saranno deroghe per chi vorrà ricandidarsi per la terza volta in Parlamento o negli altri livelli elettivi: i nomi dei “salvati“ li proporrà Conte al Consiglio nazionale per la ratifica, e saranno ripartiti secondo quote fisse.

Onorevole Michele Gubitosa, vicepresidente del M5s, anche l’ultima colonna è caduta: farete il terzo mandato?
“Modifichiamo una regola che era stata immaginata in maniera forse troppo rigida e che non ci permetteva di valorizzare l’esperienza e la competenza di chi ha combattuto per garantire gli interessi dei cittadini. E che ci ha penalizzato nelle varie competizioni elettorali, specie sui territori. Ma chiariamo una cosa: non si tratta di un ‘liberi tutti’, non ci interessa il carrierismo politico e continuiamo a rifiutarlo, perché siamo e restiamo diversi dalle altre forze politiche. Io ho fatto l’imprenditore, Conte l’avvocato e il docente universitario, i nostri eletti vengono dalle rispettive carriere professionali. Siamo pronti a tornare alle nostre professioni, non ci interessa una vita sulla poltrona come Meloni, Salvini e Gasparri”.
Non diventare ‘professionisti della politica’ era una vostra bandiera di coerenza. Come lo spiegherete all’elettorato?
“Non ci sarà bisogno di spiegarlo, perché la scelta è stata presa proprio dagli iscritti al Movimento. Abbiamo riunito la nostra comunità grazie a Nova, l’assemblea costituente di novembre che ha rappresentato un unicum per la politica italiana in termini di partecipazione dal basso. A loro abbiamo chiesto come doveva evolversi il M5s e modificare la regola dei due mandati è un’istanza forte che è arrivata da loro. Le dirò di più: sono stati proprio gli iscritti a suggerirci come superare questo vincolo. Al presidente e al Consiglio nazionale è toccato solo il compito di attuare queste indicazioni e tradurle nel Codice etico”.

Con il terzo mandato si apre la possibilità di ritorni eccellenti. Per lei è un bene o un male?
“Al di là dei singoli nomi, se figure che hanno dedicato parte della loro vita al M5s con serietà e impegno, nell’interesse dei cittadini, vogliono tornare a dare il loro contributo, è sicuramente un valore aggiunto, per la collettività e per il Movimento. Soprattutto se negli anni in cui sono stati al di fuori della politica hanno avuto modo di rimanere in contatto con il territorio, recependo le istanze delle persone e misurandosi con le loro difficoltà. Questo ci darà una marcia in più, senza contare l’esperienza accumulata nei due mandati già fatti nelle istituzioni”.
Avere solo due mandati era, in realtà, un modo per favorire il rinnovamento della classe dirigente e non creare figure irremovibili. Come farete a scegliere coloro che vorrebbero ricandidarsi?
“Una delle indicazioni arrivate da Nova è che chi è rimasto fermo per cinque anni possa ricandidarsi, se lo vorrà. Per ciò che riguarda le deroghe, si sta limando la nuova norma, di certo ci daremo regole molto precise che puntano a premiare serietà, partecipazione, incisività del lavoro nelle istituzioni e sui territori. Su ogni aspetto delle nuove norme torneremo a dare voce agli iscritti. Anche sulle deroghe”.
Dopo il terzo mandato c’è la possibilità anche di fare il quarto?
“No, non si potranno fare più di tre mandati. Siamo diversi e rivendichiamo con orgoglio questa diversità”.