Rimborsi M5s, Di Maio: "Ho sbagliato a fidarmi, ma oggi saprete tutto"

Il candidato premier: "Nel fondo ci sono oltre 23 milioni di euro". Grillo agli attivisti: "Ci siamo rimasti tutti male, ma lasciate stare" Ecco i dieci grillini nel mirino

Luigi Di Maio al ministero dell'Economia (Lapresse)

Luigi Di Maio al ministero dell'Economia (Lapresse)

Roma, 14 febbraio 2018 - Lugi Di Maio recita il mea culpa sul caso dei rimborsi M5s e annuncia che "entro la giornata ci daranno tutti i dati che pubblicheremo". "Evidentemente ho sbagliato a fidarmi dell'essere umano, però c'è tempo per rimediare", ha detto infatti il candidato premier arrivando al ministero dell'Economia, dove ha consegnato le richieste dei candidati "di pubblicare quanto hanno restituito dei loro stipendi". 

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"Una cosa è certa: sul Fondo ci sono 23 milioni 468 mila euro. Ciò significa che il Movimento ha restituito decine di milioni di euro di stipendi - ha proseguito Di Maio -. Da questi dati si evince che siamo l'unica forza in Italia che ha tenuto fede alle promesse". "In questi giorni lo diremo ovunque, perché sarà un boomerang per gli altri partiti che in questi anni hanno rubato soldi ai cittadini. Chi ha fatto il furbo sarà messo fuori", ha ribadito ancora l'esponente grillino.

Quanto ai nomi venuti fuori dall'inchiesta delle Iene, Di Maio ha precisato: "Queste persone, una volta individuate, sono state subito allontanate -. Sono una piccola percentuale rispetto alla stragrande maggioranza dei candidati e dei parlamentari che hanno fatto il loro dovere". "Faremo diversi 'restitution day' in questa campagna elettorale, perché vogliamo dimostrare all'Italia che fare politica in maniera differente è possibile", ha continuato.

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E se gli altri partiti non risparmiano frecciate e attacchi ai parlamentari Cinque Stelle, sul tema delle restituzioni è intervenuto ieri anche Beppe Grillo. "In fondo abbiamo donato 23 invece di 24 - ha detto il fondatore del Movimento in un post sul suo blog -. Ma dovete capire che queste dieci, dodici persone, chi sono non lo so, hanno una malattia che si chiama Sindrome Compulsiva di Donazione Retroattiva ed io la conosco bene questa sindrome perché colpisce anche molti genovesi". "Ci siamo rimasti male, voglio dire, anche io ci sono rimasto male, tanti attivisti ci sono rimasti male, vorrebbero andare sotto casa di questi e far casino, lasciate stare", ha concluso.

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