Martedì 16 Aprile 2024

Umbria, grillini dimezzati. A pezzi l’alleanza coi dem

Flessione Pd. Zingaretti: "Sconfitta netta, riflettere sulle scelte". E i Cinque stelle ammettono: "L’esperimento non ha funzionato"

Nicola Zingaretti e Luigi Di Maio (Ansa)

Nicola Zingaretti è nato a Roma l’11 ottobre 1965, mentre Luigi Di Maio ha 33 anni ed è originario di Avellino.

Roma, 28 ottobre 2019 - Per la maggioranza giallorossa è una Caporetto in salsa umbra. La ‘foto di Narni’, l’alleanza civica tra ex nemici carissimi che si scoprivano sorprendentemente affini e complementari in una "coalizione di salute pubblica" che aveva il fine ultimo evitare l’avanzata leghista è stata seppellita da una valanga di voti. E adesso, complice anche il quaresimale risultato della lista pentastellata si temono ripercussioni sul governo.

Dati definitivi alla mano, la candidata di centrodestra Donatella Tesei sfiora il 58% e il candidato di Pd-M5s e altri Vincenzo Bianconi è attorno al 37,5% E i dati dei partiti non sono meno netti. La Lega al 36,9%, il Pd è al 22,3%, Fdi al 10,4%, M5S si dimezza rispetto alle Europee e scende al 7,4%. Forza Italia si ferma al 5,5%. Quello dei pentastellati è un crollo clamoroso. Alle poltiche avevano il 27,5%, alle europee erano al 14%. Ma anche il Pd ha perso: dal 24,8% delle poltiche e il 23,9% delle europee è sceso ancora, anche se ha retto meglio dei pentastellati. "Abbiamo fatto il possibile. Alle europee con noi c’era anche Renzi e c’era Leu. Zingaretti non ne esce indebolito, il progetto di alleanza è in prospettiva" tenta una difesa d’ufficio il commissario del Pd umbro, Walter Verini. Ma è proprio il segretario Zingaretti ad ammettere la débacle: "È una sconfitta netta. Ora rifletteremo molto sulle scelte da fare. Ma è stato giusto metterci la faccia e combattere".

E i 5 Stelle? Per loro l’esperimento è fallito. "Il patto civico per l’Umbria lo abbiamo sempre considerato un laboratorio – scrivono in una nota su Facebook –, ma l’esperimento non ha funzionato. Il Movimento nella sua storia non aveva mai provato una strada simile. E questa esperienza testimonia che potremo davvero rappresentare la terza via solo guardando oltre i due poli contrapposti". Da Palazzo Chigi filtra a notte inoltrata un concetto semplice: "L’Umbria non era un test nazionale, ma una elezione regionale che ha implicazioni prettamente locali". E’ una lettura minimalista, ma è la sola possibile per Giuseppe Conte per evitare che si metta in discussione l’alleanza.

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La sconfitta era più che attesa, ma sono le proporzioni a lasciare basiti. Zingaretti tenta di tenere insieme i cocci, ribadendo che non c’è un’alternativa al tentativo di costruire un’alleanza con il Movimento 5 stelle. Ma alla luce dei risultati umbri tutto potrebbe cambiare. "E’ una sconfitta evidente, che non avrà conseguenze sul governo, ma impone una riflessione ben più approfondita sulle alleanze" scrive il presidente dei senatori Pd, Andrea Marcucci. "Il matrimonio tra Pd e M5S in Umbria – osserva – mette in evidenza tutti i limiti di alleanze costruite all’ultimo minuto e senza contenuti. Mi auguro che in vista delle prossime regionali, il Pd discuta meglio con i territori se sia o meno il caso di presentarsi in coalizione". In molti nel Pd, in Leu e nello stesso M5s – per tacere tra i renziani – parlano ormai di errore strategico. Nulla è più sicuro, a partire dagli accordi per le prossime regionali. Di certo tra oggi e le elezioni in Emilia Romagna – tre mesi – si deciderà la sorte della coalizione.