Mercoledì 24 Aprile 2024

Tutti i balletti di Grillo, dal passo di lato a Di Maio leader

L'anno scorso annunciò il passo di lato, poi visto il caos romano l'ex comico tornò in campo: "Sono io il capo". A Rimini l'ennesimo annuncio: "Largo ai giovani, Luigi è il candidato premier e la guida del Movimento"

M5s Rimini, Beppe Grillo sul palco (Ansa)

M5s Rimini, Beppe Grillo sul palco (Ansa)

Rimini, 23 settembre 2017 - In principio fu il passo di lato. Vi ricordate? Era gennaio 2016 e Beppe Grillo prese in prestito la frase di Forrest Gump e, con tanto di fotomontaggio piuttosto divertente, disse: "Sono un po' stanchino...". Che cosa ne sarà del Movimento 5 Stelle, si disse allora? Grillo ha davvero mollato la leadership? La conferma sembrò arrivare un mesetto dopo, quando il nome di Beppe Grillo, fondatore e volto del M5S, lasciava il passo alla scritta www.movimento5stelle.it. Soltanto un anno prima, alla kermesse dell'oggi fuoriuscito Federico Pizzarotti, sindaco di Parma, si gridò all'eresia quando la deputata Giulia Sarti ne adombrò la possibilità. La strada per i giovani big del Movimento sembrava spianata. Luigi Di Maio, in primis. Ma anche Alessandro Di Battista e le star del direttorio.  

Poi, ci fu un nuovo passo. Questa volta, però, non di lato, ma di nuovo all'interno del Movimento. Si vociferò che Grillo volesse solo tornare a fare Grillo nei palasport per un periodo, e il fondatore riprese in mano la sua creatura.  In verità i motivi del ritorno partivano da Roma. Virginia Raggi era in pieno caos, cambiava assessori a ogni pie' sospinto, e Luigi Di Maio, il delfino designato, a settembre 2016 s'incartò con la famosa mail su Paola Muraro ("Ho sbagliato a leggere la mail", disse), salvo poi scusarsi... Morale: Grillo ritornò in prima linea e scomparve anche il direttorio. Una scelta dettata anche dalla scomparsa di Gianroberto Casaleggio, nell'aprile 2016, che chiaramente destabilizzò (e non poco) gli equilibri del Movimento. E così a settembre, l'ex comico che aveva fatto il passo di lato, si riprese la scena: "Sono io il capo", disse da Palermo a fine settembre 2016. "Almeno fino alle elezioni", rincarò.

Promessa (forse) mantenuta. Almeno stando a quello che ha detto alla festa di Rimini, Italia 5 Stelle. Qui, davanti agli attivisti, ha incoronato Luigi Di Maio candidato premier e capo politico del Movimento. "Largo ai giovani. Io sarò sempre il papà di tutti. Ora le denunce non arriveranno più al mio indirizzo di casa", ha sogghignato. E ha anche aggiunto: "Non sono un comandante, sono un pensatore". Almeno fino al prossimo balletto.